Il voltamperometro C.C. e C.A. Weston mod. 1, matr. N° 50996, è stato donato nel gennaio del 2016 dal P.I. Sig. Guido Barbieri di Modena, tramite Fabio Panfili e Stefano Luzi, e va ad arricchire la collezione del Montani. Seconda parte.
Nella seconda foto si vedono: l`etichetta dell`importatore e la vite per l`azzeramento dell`ago.
La terza foto, realizzata con l`opportuna angolatura, mostra la scritta sul quadrante (altrimenti un po’ nascosta) del modello 1 e del numero di matricola. La quarta foto mette in evidenza le scritte sia sul quadrante sia sotto il quadrante. Le due figure 25 e 26 dell’equipaggio mobile sono state tratte da A. F. Corbi Jr., Principles of permanent magnet movable coil and movable iron types of istruments, Monograph B-7, Weston Electrical Instrument Corporation, Newark-New Jersey 1928, della Biblioteca del Montani.
Le due figure ricordano la storica modifica fatta da Weston, di cui si è già accennato nella prima parte, sostituendo i fili di sospensione che reggono l’equipaggio mobile nei galvanometri dell’epoca con due perni di acciaio temperato, le cui punte ruotano fra due pietre dure opportunamente lavorate (generalmente di agata, zaffiro o rubino), rendendo gli strumenti robusti e facilmente trasportabili. I due perni portano nel mezzo la bobina mobile avvolta in genere su un supporto di alluminio, come si legge più sotto.
La corrente che attraversa la bobina mobile passa per (una o) due molle a spirale piatta di bronzo fosforoso che producono anche la coppia antagonista per equilibrare la coppia motrice delle forze generate dall’interazione tra correnti elettriche e campo magnetico.
Lo smorzatore si basa sull’azione delle correnti parassite indotte nell’apposito supporto di alluminio foggiato a telaietto, su cui è avvolta rigidamente la bobina dell’equipaggio mobile, il quale si muove nel campo del magnete permanente.
La vite, ben visibile al centro nella parte superiore, serve per eliminare il gioco tra la punta del perno e l’incavo nella pietra dura.
Ve ne è un’altra nella parte inferiore rivolta verso l’alto ed entrambe esercitano la giusta pressione senza forzature. Il baricentro dell’equipaggio mobile deve cadere nell’asse dei perni, pertanto si ricorre ad opportuni piccoli contrappesi regolabili.
A. F. Corbi Jr. sostiene che questo tipo di strumento ha ha una finalità didattica ( The pedagogic value of Weston instruments, pag. 11 op. cit.); fra l’altro afferma che la “lente” che fa vedere l’equipaggio permette agli studenti di osservarne il funzionamento.
Le due figure 5 e 27 sono tratte sempre da A. F. Corbi Jr., Principles of permanent magnet movable coil and movable iron types of istruments, Monograph B-7, Weston Electrical Instrument Corporation, Newark-New Jersey 1928. La prima mostra la bobina mobile con l’ago tenuta da una mano. La seconda fa vedere le parti di un modello 155, molto simile a questo. La quinta foto mostra di nuovo l’equipaggio mobile visto dall’esterno.
Si ringrazia sentitamente il sig. Barbieri, il quale, pur non essendo ex allievo, ha fatto dono al Montani di numerosi e rari strumenti e in particolare di questo pregevole esemplare, ricco di storia. Il suo desiderio è che i visitatori, specialmente i giovani, possano apprezzare il significato e il fascino di questi oggetti.
Bibliografia. L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, Cap. IV.
Per consultare la prima parte scrivere: “Weston Mod. 1” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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