Tubo con bolla a giunto smerigliato senza i minerali.
I due esemplari si trovano nell`inventario D del 1937 ai numeri 443 (G 37) e 444.
Il tubo da vuotare con bolla a giunto smerigliato serve per studiare il comportamento di alcuni minerali sottoposti al bombardamento dei raggi catodici, per vederne la fluorescenza e fosforescenza.
I minerali si possono vedere all`interno di un solo esemplare.
Il giunto smerigliato serve per aprire il tubo e sostituire i minerali.
I cristalli di platinocianuro di potassio emanano una luce molto brillante. Gli schermi dei tubi catodici dei televisori e dei monitor (ormai desueti del tipo CRT), i comuni tubi a fluorescenza per l`illuminazione (detti erroneamente neon), le lancette di alcuni orologi, sono alcuni esempi dell`impiego della fluorescenza e della fosforescenza. La storia della fosforescenza in Italia si fa risalire nel 1603 ad un ciabattino-pittore bolognese, Vincenzo Casciarolo. Questi procurava pietre calcinate, con tale proprietà, a Cesare Marsili, il quale a sua volta ne faceva dono a Galileo Galilei nel 1626. Nella lettera a Galileo, Marsili dice di conoscere l`effetto di quelle pietre da “quindici o vinti anni” e che queste si trovavano sul Monte Paderno.
Bibliografia: G. Tabarroni, Bologna e la storia della radiazione, Lions Club, Bologna.
S. Tolansky, Introduzione alla fisica atomica, Boringhieri, Torino 1966.
Foto di Federico Balilli, e di Ilaria Leoni, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.