Rocchetto di Ruhmkorff a flusso variabile.
Acquistato presumibilmente tra il 1920 e il 1930, esso reca la sigla D 871 dell`inventario D del 1956 dove si legge appunto: “Rocchetto di Ruhmkorff a flusso variabile”, ed è dichiarato già in esistenza, ma non è stato rinvenuto negli inventari precedenti.
Per il suo funzionamento si fa riferimento alla scheda sui due grandi rocchetti rinvenibile nell’elenco di Elettrotecnica.
Questo esemplare non è funzionante poiché manca l`interruttore a martelletto.
Il secondario è scorrevole su due guide a slitta, mentre il primario è fisso.
Il nucleo è costituito da un fascio di fili di ferro, come nei più antichi rocchetti.
La sua valenza didattica è dovuta alla possibilità di variare l`accoppiamento tra primario e secondario, per mostrare che quando i due avvolgimenti sono sovrapposti l`efficienza della macchina è massima.
Il primario con il suo nucleo è asportabile e in questo caso il secondario può essere usato separatamente poiché ha i morsetti posti in alto.
Se l’interruttore viene bloccato nella posizione di conduzione, si possono eseguire alcune esperienze sulle correnti indotte come se fosse un trasformatore ad accoppiamento variabile.
La figura è a pag 469 di A Catalogue of Physical Instruments 17 L. E. Knott Apparatus Company Boston 1912. Rinvenibile al’indirizzo:
https://archive.org/details/catalogofphyinst00knotrich?q=Catalogue+of+Physical+Instruments .
La figura N 1175 è tratta dal catalogo: Apparecchi per l’Insegnamento della Fisica a cura del prof. R. Magini, Officine Galileo, 1940.
Foto di Claudio Profumieri e di Ilaria Leoni, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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