Rocchetto di Ruhmkorff Leybold-Heraus N° 521 02


Rocchetto di Ruhmkorff Leybold-Heraeus, made in Germany. Matricola N° 521 02. Tensione di alimentazione in C.C. 6/8 V.
Nell`inventario D del 1956 al n° 5008 in data 31 dicembre 1970 è registrato come “rocchetto di induzione”.
Il piccolo esemplare è perfettamente funzionante, come si vede dalla scintilla in alcune  foto, mentre è alimentato da una batteria.

Il rocchetto di E. D. Ruhmkorff (1803-1877) ha avuto un diffusissimo impiego dall`anno della sua invenzione (1851) come generatore di alta tensione.
Era infatti usato per alimentare: i tubi per la produzione dei raggi X in campo medico, i tubi a scarica o a vuoto nelle ricerche scientifiche, l`oscillatore di Hertz, le bottiglie sintoniche di Lodge, ecc. .
Era inoltre l`alimentatore dell`oscillatore di Righi nel primo trasmettitore radio di Marconi.
Secondo F. Cajori esso fu inventato da C. G. Page (1812-1868) nel 1838 negli Stati Uniti.
Ma evidentemente l`invenzione nel 1851 non era nota in Europa.

Il rocchetto di Ruhmkorff è essenzialmente un trasformatore, con un primario costituito da un numero esiguo di spire avvolte su un nucleo ferromagnetico (spesso costituito da fili di ferro) e da un secondario (generalmente diviso in due avvolgimenti separati, costituiti da numerosissime spire e collegati in serie) avvolto sul primario.
Ma mentre un normale trasformatore viene alimentato in corrente alternata, il rocchetto è alimentato da una batteria di pile o di accumulatori, oppure da un alimentatore in C.C., la cui corrente continua viene interrotta bruscamente e periodicamente.
Il più comune dispositivo usato è l`interruttore elettromagnetico a martelletto di Neef, dello stesso tipo dei vecchi campanelli elettrici.
Non appena circola corrente nel primario, il martelletto viene attratto cosicché apre il circuito; la corrente cessa e il martelletto viene richiamato nella sua posizione di riposo dall`asticina elastica di cui è fatto, chiudendo di nuovo il circuito. Questo processo avviene più volte al secondo, ma il funzionamento è capriccioso e richiede una paziente messa a punto.
Per sommi capi, una rapida variazione della corrente al primario genera un flusso di campo magnetico rapidamente variabile che si concatena al secondario, generando in questo una forza elettromotrice indotta di notevole intensità. La tensione all`uscita del rocchetto presenta una semionda a bassa tensione e una semionda con un picco di tensione stretto e molto elevato che ne fa la caratteristica principale per i suoi impieghi.
Bibliografia.
F. Cajori, Storia della fisica elementare, Zanichelli, Bologna 1908.
G. Bruhat, Cours d`électricité, Masson & C., Paris 1924. L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica, Vol. I, CEDAM, Padova 1959.
 Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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