Nelle foto d’epoca della collezione del Montani, riportate in “Immagini d’epoca”, sono visibili molti ricevitori telegrafici Morse andati purtroppo perduti, ma questo esemplare rimasto non è identificabile negli inventari.
La casa costruttrice è la “Società Fabbricazione Apparati e Materiali Elettrici, Napoli 1898”. Numero di matricola 209. Questo esemplare, restaurato anni fa dal tecnico Leone Bolognini e tenuto in efficienza dal tecnico Federico Balilli, è funzionante e fa parte del ricevitore marconiano che fu usato in un convegno su Temistocle Calzecchi Onesti svoltosi a Fermo nel 1985 e successivamente in altri convegni e mostre. Per un resoconto storico vedere alla voce Il Montani nella storia.
Il ricevitore telegrafico Morse fu inventato da S. Morse (1791-1872) e fu collaudato su una distanza di quattro leghe (circa 15 chilometri).
Esso consiste di un meccanismo ad orologeria che fa avanzare il nastro e di due elettromagneti che, se eccitati da un segnale elettrico, ricevuto dal lontano trasmettitore, spingono, tramite un meccanismo, il nastro contro una rotellina bagnata di inchiostro (vedi le due figure). Quando cessa l`azione dei due elettromagneti una molla antagonista respinge il nastro.
L`azione meccanica esercitata sul tasto del trasmettitore, che modula a distanza la corrente di eccitazione degli elettromagneti, determina la scrittura: se il segnale è brevissimo, rimarrà un punto sul nastro di carta, altrimenti, per un tempo maggiore, verrà segnata una linea.
Una sequenza che segue un codice alfabetico convenzionale, ad esempio il Morse, rende il messaggio comprensibile.
La prima linea telegrafica risale al 1844.
Il ricevitore Morse fu usato da Marconi nei primi apparecchi di telegrafia senza fili.
Le figure sono tratte da Elementary Treatise on Physics Experimental and Applied transalted from
Ganot’s Éléments De Physique by E. Atkinsons, W. Wood & Co. New York 1910. Rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/treatphysics00ganorich .
La letteratura sull`argomento è vastissima.
La Biblioteca del Montani possiede molti volumi, che riportano descrizioni dettagliate di autori italiani e stranieri. Ci limitiamo dunque a citarne alcuni dei più famosi:
A. Righi, B. Dessau , G. Veroi, O. Murani, L. Graetz, A. Curchod e L. Vellard e D. Dunod .
Foto di Daniele Maiani e Ilaria Leoni, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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