Rete di Faraday



 Reticella metallica per elettrostatica detta anche “Rete di Faraday”.
Nell`inventario generale del 1923 al n° 143/1100 si legge: “Schermo in rete metallica per esperienze elettrostatiche”. Si ignora se ci si riferisce a questo esemplare, poiché ne esiste un altro che sembrerebbe più antico, ma negli inventari se ne cita sempre uno solo.

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Nelle figure 5011, tratte dal Catalogue of Physical Apparatus (With descriptions and instructions for use) E. Leybold’s Nachfolger Cologne [1910?]. Rinvenibile all’indirizzo:
https://www.sil.si.edu/DigitalCollections/trade-literature/scientific-instruments/files/52546/ ,
si vedono le posizioni assunte dalle striscioline di carta, quando la rete è messa nelle tre posizioni raffigurate ed è collegata ad un polo di una macchina elettrostatica e dunque posta ad un potenziale elettrico di decine di kV.
Ogni strisciolina di carta si carica dello stesso segno della rete e pertanto viene respinta con lo stesso processo che avviene in un elettroscopio a foglie; la sua posizione di equilibrio si deve al concorrere delle forze elettriche distribuite lungo la strisciolina e al suo peso.
Quando alla rete si fa assumere la forma cilindrica si nota che le striscioline all`interno restano aderenti alla rete, mentre quelle esterne se ne allontanano, proprio come accadrebbe in una gabbia di Faraday, di cui un esemplare di grandi dimensioni è visibile alla voce “Radiotecnica”.

La figura N 1049 è a pag. 250 del catalogo: Apparecchi per l’Insegnamento della Fisica a cura del prof. R. Magini, Officine Galileo, 1940.
Foto di Federico Balilli e di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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