Quadro di marmo con voltmetro a ferro mobile C.G.S. HC14, matr. N° 160037 e con sezionatore bipolare.
Nel giugno del 2014 abbiamo ritrovato questo quadro che potrebbe risalire ai primi decenni del Novecento poiché sia nell`inventario del 1919 sia in quelli successivi sono elencati molti quadri elettrici ma senza descrizioni particolareggiate; l`assenza di indizi non ci permette una datazione certa.
Comunque nell`inventario D del 1937, al n° 141 si legge: “Voltometro da quadro, e. m., C.G.S., 150, tipo HC 14 V – N° 160037 – su mensola – ₤ 100. Prima destinazione Laboratorio Macchine Elettriche”.
Come si vede nelle foto, lo strumento è montato su un quadro di marmo e non su mensola; inoltre l’estensore dell’inventario stimava il valore di tutti gli strumenti più antichi a ₤ 100.
L`ing. C. Profumieri ha restaurato con perizia ciò che restava del quadro.
Il voltmetro è a ferro mobile e presenta la tipica scala leggibile da 50 fino a 150 V; il suo numero di matricola indica che lo strumento è il secondo per età tra quelli della C.G.S. della collezione del Montani.
Il sezionatore bipolare è costruito in modo da evitare la scarica elettrica che potrebbe aversi all`atto di apertura dei contatti alla massima tensione in gioco ed anche attenuare l`eventuale arco elettrico che in genere si crea nell`interruzione di forti correnti.
Questo quadro elettrico è forse uno dei pochi rimasti; inoltre in due foto si può osservare il dispositivo a ferro mobile del voltmetro.
Nelle foto d’epoca della collezione del Montani, visibili in questo sito, si può invece osservare quanto fossero numerosi e ben più grandi i quadri nei laboratori di elettrotecnica e nelle sale motori dei reparti di meccanica.
Per avere informazioni sul funzionamento di un voltmetro a ferro mobile si possono consultare:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 133 – 135 .
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 87 – 89.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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