Proiettore cinematografico sonoro 16 mm Cintia Dominator 5ª parte

Proiettore cinematografico sonoro 16 mm Cintia Dominator, mod. S, N° 01108. Quinta parte.
Costruito in Italia dalla S.p.A. Cinelabor – Firenze. Come si legge su una targhetta.
Nell`inventario D del 1933/1937, al n° 1316 in data 20 giugno 1951 si legge: “Soc. Cinelabor – Firenze. Cineproiettore mod. Dominator 15″ sonoro a passo ridotto, completo di autotrasformatore per le varianti di tensione di alimentazione. ₤ 400.000”.
Esso è stato rinvenuto  dall`Ing. Claudio Profumieri e dal Prof. Fabio Panfili; l`Ing. Profumieri con la consueta perizia e meticolosità ha provveduto a smontarlo e ripulirlo in ogni sua parte rendendolo di nuovo efficiente.
Per ora manca il sonoro poiché la fotocellula non funziona; si pensa di sostituirla in seguito con una identica.
Testa sonora: la testa sonora è composta da cinque elementi: 1) Tamburo di lettura (si riconosce nelle foto per il puntino rosso); è un rullo senza dentatura, calettato su un volano (non visibile perché è interno alla macchina ) con lo scopo di far mantenere costante la velocità della pellicola. 2) Cannocchiale di lettura ben visibile a destra del tamburo di lettura. 3) Lampada d`eccitazione posizionata a destra e nella stessa direzione del cannocchiale di lettura. 4) Prisma (quarta foto), poco visibile essendo nascosto dietro il tamburo di lettura, permette di proiettale la luce modulata dalla colonna sonora sulla fotocella.
Il funzionamento è alquanto elementare e può essere descritto come segue: la luce emessa dalla lampada d`eccitazione attraversa il cannocchiale di lettura il quale le dà la forma di un taglio largo quanto la colonna sonora e spesso circa mezzo millimetro.
Questo fascio di luce così modellato viene modulato dalla colonna sonora della pellicola e inviato dal prisma nella fotocella.
L`amplificatore provvede a rendere udibile il segnale elettrico della fotocella tramite l`altoparlante posizionato in sala.
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Elaborazioni e ricerche su inventari di Fabio Panfili. Restauro, foto e testo di Claudio Profumieri.