Prisma di Amici, accessorio N° 10 del proiettore della E. Leybold`s Nachfolger, Cöln-Rhein.
Nell`inventario generale n° 6 del 1925, al n° 2287/186 si legge: “Provenienza Zambelli Torino. Prisma di Amici. ₤ 522,60”.
La figura 3320 è tratta dal Catalogue des Appareils pour l’Enseignement de la Physique construit par E. Leybold’s Nachfolger Cologne, 1905,
che si trova all’indirizzo:
http://cnum.cnam.fr/PDF/cnum_M9915_1.pdf
A pag. 384 si legge: “*3320 Prisme d’Amici, triple, dans une monture . . . 98 Francs”.
Nel Catalogue of Physical Apparatus (with descriptions for use) E. Leybold’s Nachfolger Cologne, (Germany) dei primi del Novecento è elencato a pag. 110 al N° 2149 dove si legge: “Amici triple prism in frame” al costo di 16,25 $.
Il catalogo è rinvenibile all’indirizzo:
https://www.sil.si.edu/DigitalCollections/trade-literature/scientific-instruments/files/52546/
L`oggetto ottico è formato da tre prismi: due di vetro crown e uno di vetro flint, come si vede in figura, in modo che il raggio rifratto risulterà disperso ma non deviato rispetto a quello incidente esso dunque fornisce lo spettro luminoso della luce incidente.In particolare la figura 76 mostra che, con particolari valori degli indici del flint e dei due crown, la luce verde ( λ0 ≅ 550 nm) non viene deviata e che la dispersione è molto forte (circa 4°).
I prismi sono incollati con Balsamo del Canada che ha un indice di rifrazione di 1,55 , simile a quello del vetro crown al bario leggero.
Nella foto si vede in parte la colorazione dovuta alla dispersione della luce bianca del giorno.
Questo sistema di prismi fu ideato dal costruttore di strumenti Giovanni Battista Amici (1786-1863) nella prima metà dell`Ottocento.
L`occhio si può rivolgere direttamente alla sorgente per cui il prisma di Amici viene anche detto a visione “diretta” ed è stato utilizzato per un lungo periodo nell`analisi spettrale e in dispositivi astronomici per osservare gli spettri delle stelle.
P. Salet scriveva nel 1909 che Janssen aveva presentato un sistema di spettroscopio astronomico all`Accademia nel 1862 e che se ne era servito a Roma con Padre Secchi per alcune osservazioni degli spettri stellari e poi si soffermava a descrivere il prisma di Amici.
Nel nostro caso il prisma di Amici viene disposto davanti alla grande lente e la dispersione dei colori viene proiettata su uno schermo di fronte al proiettore, o deviata di 90° dal grande prisma a riflessione totale. Mentre se si usasse un comune prisma bisognerebbe posizionare lo schermo andando prima a cercare dove si forma l`immagine dello spettro.
Esistono diversi vetri flint: il flint per telescopi ha un indice di rifrazione da 1,524 a 1,548 all`aumentare della frequenza; il flint al bario va da 1,596 a 1,629; il flint extra denso va da 1,686 a 1,743; il flint super extra denso va da 1,901 a 1,986.
Come si vede i vetri flint hanno un alto indice di dispersione. I flint densi si ottengono con l`aggiunta di ossido di piombo.
I vetri crown più comuni sono: il crown borato che ha un indice che va da 1,504 a 1,523 sempre al crescere della frequenza; il crown al bario leggero che va da 1,535 a 1,556. I vetri crown hanno un basso indice di dispersione.
I “raggi” rossi e viola disegnati nella figura sono approssimativi e fatti per mero esempio; è ovvio che tra di essi si debbono immaginare tutti i colori compresi nel visibile in cui può essere scomposta la sorgente di luce bianca.
Nel caso si usassero luci ottenute con elementi come sodio, mercurio, neon, idrogeno, ecc. si otterrebbero i loro colori caratteristici. Idem con un laser.
Bibliografia: P. Salet, Spectroscopie astronomique, Doni, Paris 1909.
Per vedere gli altri accessori dell`apparecchio di proiezione della E. Leybold`s Nachfoger, Cöln-Rhein scrivere “Rhein” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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