Ponte a filo E 0238 Officine Galileo Firenze.
Purtroppo lo strumento non reca alcun numero di matricola, tranne che sul galvanometro.
Forse è identificabile con il n° 784 dell`inventario D del 1957 dove si legge un laconico: “Ponte a filo (Galileo)”.
Al Montani vi sono due esemplari di questo tipo di ponte.
Questo modello viene descritto in un catalogo della casa costruttrice del 1957: “Ponte a filo con galvanometro, vibratore e cuffia tipo P.L.F.”.
Come si vede nelle foto, deve essere alimentato esternamente con una tensione D.C. di 6 V e il galvanometro reca il numero di matricola E0238.
Esso può dunque funzionare sia in D.C. sia in A.C., tramite il vibratore (detto comunemente cicalino poiché genera un segnale elettrico a frequenza acustica ben udibile in cuffia).
Negli anni ’50 del secolo scorso si poteva usare un normale ponte a filo come questo per la funzione del ponte di Kohlrausch.
Per misurare la resistività di un elettrolito è infatti necessario l`uso della corrente alternata per evitarne un processo elettrolitico con la conseguente generazione di una forzacontroelettromotrice che falserebbe la misura stessa.
Il ponte a filo è del tipo Wheatstone con un lato costituito dalla resistenza incognita, il lato di paragone presenta una delle resistenze fisse 0.1 – 1 – 10 – 100 – 1000 – 10000 Ω, ognuna delle quali si può scegliere mediante la manopola posta a sinistra del galvanometro, e gli altri due lati sono determinati dalla posizione del cursore sul filo omogeneo e calibrato.
Se la lunghezza del filo è L, un lato sarà dunque definito da un suo estremo fino al cursore e lo chiameremo l, e l`altro sarà definito da L – l; a questi lati corrispondono due resistenze proporzionali alle due lunghezze e il numero letto sulla scala è il loro rapporto. Il valore della resistenza incognita si trova pertanto con la formula:
Rx = (l/ L – l) × R,
dove: R è la resistenza inserita con la manopola, l/L – l è il rapporto letto sulla scala quando il galvanometro segna lo zero e il ponte è all`equilibrio.
L`aspetto della scala è dovuto dunque al rapporto fra le porzioni del filo determinate dalla posizione del cursore e somiglia vagamente a quello di una scala logaritmica.
A sinistra vi sono i due morsetti ai quali va collegata la Rx; sopra la manopola delle R vi sono i due morsetti per il collegamento con la batteria da 6 V; a destra del galvanometro vi è il deviatore che ha le posizioni GALV e TEL; sopra si vede il tasto T da usare durante la misura e infine a destra vi sono i due morsetti per collegare la cuffia, con la scritta TEL.
Le procedure per ottenere l`equilibrio sono descritte nelle schede relative ad altri ponti a filo; si prega quindi di scrivere: “ponte” o “filo” o “Pontavi” o “Samar” su Cerca.
La prima figura è tratta da M. Panitteri – S. Barcio – D. Marucci, Complementi di Fisica e Laboratorio, G. B. Paravia, Torino 1966.
La figura N 1145 e a pag. 290 del catalogo: Apparecchi per l’Insegnamento della Fisica a cura del prof. R. Magini, Officine Galileo, 1940. L’esemplare in figura è più antico.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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