Piccolo modello di indotto Pacinotti, Officine Galileo – Firenze, matricola N° 105012.
Nell`inventario generale n° 6 del 1925 a pag. 68, n° 2262/161, si legge: “Officine Galileo Firenze. Anello di Pacinotti. ₤ 66,70”.
Si trova di nuovo nell`inventario D del 1937 al n° 431, costo ₤ 20. Prima destinazione: Gabinetto di Fisica.
Da ulteriori ricerche ci risulta che nel 1923 le Officine Galileo producevano già esemplari identici a questo.
L`anello appare per la prima volta come parte di una macchina ideata nel 1858 e realizzata nel 1860 da Antonio Pacinotti (1848 – 1912), macchina considerata il primo generatore di corrente continua mediante induzione (dinamo). Nel 1863 Pacinotti pubblicò sulla rivista “Il nuovo cimento” un articolo in cui descriveva la sua “Macchinetta magneto-elettrica” ed anche alcuni possibili esperimenti. Ma non la brevettò.
La macchina fu poi brevettata da Z. T. Gramme nel 1869. Poi venne sempre più perfezionata da altri, via via fino ai giorni nostri.
Questo esemplare di anello di induzione, per uso didattico, presenta sei bobine piatte poste in serie; le estremità contigue di ogni bobina inoltre sono saldate su placchette di rame isolate fra loro e fissate parallelamente l`una all`altra su un tamburo di materiale isolante coassiale con l’anello ; l`insieme dei contatti costituisce il collettore.
La macchina completa presenta due lamine metalliche (spazzole) poste esternamente nella direzione del diametro del tamburo , in modo tale che strisciano a contatto con due placchette opposte sul collettore, e un generatore di campo magnetico.
Questo può essere costituito o dai due poli di un magnete permanente o da due elettrocalamite che hanno il nucleo che in genere termina con un arco che sfiora l’anello.
La versione col magnete permanente ha un funzionamento più semplice ai fini della spiegazione.
La versione con elettrocalamite presenta un diverso transitorio iniziale.
Posto in rotazione l`anello, un piccolo magnetismo residuo esistente nel ferro del circuito magnetico consente di generare negli avvolgimenti dell`anello una corrente indotta che viene prelevata dalle spazzole e inviata sia alle elettrocalamite sia al circuito utilizzatore.
La debole corrente iniziale circolante nelle due elettrocalamite rafforza il campo magnetico e di conseguenza la f.e.m. indotta; la corrente aumenta così come il campo magnetico. A regime la corrente prodotta serve sia per sostenere il campo magnetico, sia per alimentare il circuito esterno di utilizzazione.
L`insieme delle bobine determina una sequenza di tensioni pulsanti che sono sfasate dello stesso angolo.
Questa macchina è reversibile, nel senso che, se invece di prelevare corrente dalle spazzole, queste si collegano ad un generatore di corrente continua, la macchina inizia a ruotare e diventa un motore. Infatti, se si fornisce corrente continua alle sei bobine, si magnetizza il nucleo di ferro su cui è avvolto il suo circuito. Le azioni attrattive e repulsive che si determinano tra i poli dell’anello (rotore) e quelli dello statore (magnete permanente o due elettrocalamite) fanno nascere una coppia motrice che fa ruotare il rotore fornendo così energia meccanica di rotazione.
La figura N 1189 si trova a pag. 309 del catalogo: Apparecchi per l’Insegnamento della Fisica a cura di R. Magini, Officine Galileo, 1940.La figura 56183 è tratta dal catalogo:
Appareils de Physique, E. Leybold’s Nachfolger Köln – Bayental, 1938; a pag. 181 si legge: “Modèle d’un anneau de Pacinotti, en bois”. Il catalogo si trova nella Biblioteca del Montani.La figura 9747 è tratta dal catalogo: Physical Apparatus, Baird & Tatlock LTD, London England, 1912; a pag. 543 si legge: “9747 Model of Schuckert’s Flat Ring, with ring, collector, and axle of wood with windings”.La figura 62758 è tratta dal catalogo: Max Kohl A. G. Chemnitz ( Germany) , Vols. II and III, Physical Apparatus, 1926; a pag. 990 si legge: “Model of a Schuckert Flat Ring, with winding, Figure. with ring, commutator, and axis of wood”.
E di nuovo nel catalogo Preisliste Nr. 100. Band III Physikalische Apparate Max Kohl A. G. Chemnitz del 1926, a pag. 992 si trova la stessa figura e vi si legge: “95436 Modell eines Schuckertschen Flachringes in gleicher Ausfürung”. Esso si trova all’indirizzo:
https://vlp.mpiwg-berlin.mpg.de/library/data/lit21186?
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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