Macchina di Palmieri, Santi Linari e Delezenne delle Officine Galileo Firenze.
Nell`inventario del 1956, in data 30-12-1968, al n° 4463 si legge: “Corrente campo terrestre”, probabile laconica descrizione di questa macchina del costo di ₤ 45.000.
Costruita dalle Officine Galileo di Firenze, anche se non ne riporta la sigla, essa è un generatore di corrente in C.C. e C.A. che, al posto del magnete permanente, sfrutta il campo magnetico terrestre, evidenziandone gli effetti.
Consiste in un telaio circolare di legno sul quale sono avvolte molte decine di spire di rame.
I capi dell’avvolgimento sono collegati ad un collettore costituito agli estremi da due anelli per ottenere un alternatore, mentre al suo centro vi è un anello spezzato per funzionare come dinamo. La macchina viene posta su un meccanismo che la fa ruotare e dunque, a seconda di come si collegano le spazzole, può generare o corrente continua o alternata, come si vede nella figura tratta dalle “Istruzioni per l’uso del nuovo apparecchio di rotazione” a cura di R. Magini. Dette istruzioni delle Officine Galileo – Firenze si trovano in una raccolta senza data risalente probabilmente agli anni ’40 -’50 del Novecento.
La figura B 315 si trova a pag. 37 del catalogo: Apparecchi per l’Insegnamento della Fisica a cura del prof. R. Magini, Officine Galileo, 1940.
Inizialmente questo apparecchio era un generatore di corrente a induzione elettromagnetica chiamato macchina telluro-magnetica (o semplicemente anello), dispositivo ideato indipendentemente da Luigi Palmieri (1807-1896) nel 1845 (che però pare certo abbia condiviso il progetto col Prof. D. Santi Linari) e da C. E. Delezenne ( 1776-1866) fisico francese. Vedere in proposito della vicenda dei due italiani: Raccolta Fisico-Chimica Ossia Collezione di Memorie di F. Zantedeschi, 1847.
Una figura del tutto simile a questa (tranne per le scritte in inglese) si trova a pag. 1011 di
Elementary Treatise on Physics Experimental and Applied translated from Ganot’s Éléments De Physique by E. Atkinsons, W. Wood & Co. New York 1910. Rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/treatphysics00ganoric .
Abbiamo qui voluto riportare diversi disegni tratti da cataloghi e libri dei primi del Novecento che attribuiscono la macchina sia a Palmieri sia a Delezenne.Le figure 8231 e 8232, con opportune modifiche, sono a pag. 735 del Catalogue des Appareils pour l’Enseignement de la Physique construit par E. Leybold’s Nachfolger Cologne, 1905; rinvenibile all’indirizzo:
http://cnum.cnam.fr/PDF/cnum_M9915_1.pdf .
La figura 1246 è a pag. 184 di Illustrated and Descriptive Catalogue of Physical Apparatus F. E. Becker & Co., 1924; rinvenibile all’indirizzo:
http://cnum.cnam.fr/PDF/cnum_M9847.pdf
La figura 8706 è a pag. 292 del Physikalische Apparate Ferdinand Ernecke Berlin S.W. Preiliste N° 18. Rinvenibile all’indirizzo:
https://www.sil.si.edu/DigitalCollections/trade-literature/scientific-instruments/files/51667/
La stessa figura (Fig. 524) si trova a pag. 552 dell’edizione italiana del Ganot: Trattato di Fisica di A. Ganot, versione del Dott. G. Gorini, F. Pagnoni, Milano 1861. Rinvenibile all’indirizzo:
https://ia802506.us.archive.org/9/items/bub_gb_1BsQibxllmYC/bub_gb_1BsQibxllmYC.pdf
La figura 81-155 è a pag. 380 di A Catalogue of Physical Instruments, catalogue 17 L. E. Knott Apparatus Company Boston 1912; rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/catalogofphyinst00knotrich?q=Catalogue+of+Physical+Instruments .
E per ultima:
Foto di Federico Balilli, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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