Milliamperometro Siemens & Halske, matr. N° 3148448.
Nell`inventario D del 1937, al n° 504, si legge: “Milliamperometro – S. H. m. e. – 0,3 – 1 – 3 – 10 – m A – Quantità 1. ₤ 100. Prima destinazione – (Lab. Radio)”. Il valore ₤ 100 non è attendibile.
L`etichetta posta nel lato anteriore e ben visibile in una foto reca la scritta: “R. ISTITUTO INDUSTRIALE NAZ. – Fermo – R. Scuola Second. di Avv. Professionale annessa N. d`Inventario 504 D”.
Questa scritta consente di poter datare l`acquisto dello strumento negli anni Venti e dire che poi sia stato trasferito a Radiotecnica nei primi anni Trenta del Novecento quando nasceva questa specializzazione.
Mentre la stima del suo valore (ripetuta identica per molti strumenti molto diversi fra loro e in gran parte risalenti a molti anni addietro) indica che lo strumento era già in esistenza e l’estensore dell’inventario non ne conosceva il valore.
Sotto i morsetti si leggono: “0,3 mA; 1 mA; 3 mA; 10 mA; + ” .Sul quadrante si osservano: due scale, con portate di 10 e 3 fondo scala; lo specchietto per limitare errori di parallasse; il numero di matricola; il logo della ditta; il primo simbolo “=” non è previsto dalle attuali norme CEI ma sicuramente indica il suo funzionamento in C.C. (si trova anche in strumenti più recenti); il secondo simbolo indica che l`equipaggio è a bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente; poi c`è un simbolo che forse significava che lo strumento va usato col quadrante in orizzontale (ma secondo le norme CEI indica il funzionamento in C.C.) e, per finire, la stellina rossa che forse si riferisce alla tensione di prova di isolamento a cui esso è stato sottoposto.
Questa stellina compare spesso negli strumenti risalenti agli anni Venti.
A seconda della portata scelta, fatta inserendo il contatto nel morsetto giusto, la lettura si fa sulla scala adatta moltiplicando poi il valore letto per la costante opportuna. Sotto la targhetta ovale con le portate e di nuovo il simbolo “=”, c`è la vite per l`azzeramento dell`ago.
In basso a sinistra si legge il numero 113 che forse corrispondeva ad un elenco andato perduto.
Lo strumento è di dimensioni molto contenute ed ha una sua eleganza.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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