Lampada o valvola Philips Tre Stelle. Prima parte.
Le tre stelle accompagnano il marchio Philips e sono ben visibili sul bulbo. Non è rinvenibile né negli inventari, né nei cataloghi della Philips e neppure in rete, e sembra molto antica.
La sua lunghezza è di 235 mm e il diametro è di 25 mm. Questa valvola o lampada desta alcune perplessità per diversi motivi.
1°) Le sue caratteristiche costruttive ed elettriche non la fanno somigliare ai barretter o ballast resistor che in genere hanno lunghi e sottili filamenti, mentre essa ha un robusto filamento dotato di multipli e curiosi contatti con i lunghi e spessi reofori. Reofori che fanno capo ad una base di fattura inusuale.
2°) Le prove sperimentali, a cui è stata sottoposta dagli Ingegneri Claudio Profumieri e Lorenzo Cognigni e dal Prof. Franco Piergentili, hanno evidenziato che il suo funzionamento è piuttosto bizzarro come si può vedere nelle foto e nei diagrammi riportati nelle schede successive. Il filamento ha una notevole inerzia all`accensione: se ad esempio viene alimentato intorno ai 7 A passa dall`oscurità ad una debole accensione impiegando molti secondi. Con una tensione di alimentazione di 3,89 V e una corrente di 7,52 A in C.A. si vede il filamento appena arrossato con una potenza dissipata di 29 W e una resistenza a quella temperatura di 0,52 Ω.
Si ricordi che in C.A. i valori letti dal tester sono efficaci.
Si nota che a freddo la resistenza offerta, misurata direttamente, è di 0,37 Ω, mentre una misura sempre diretta, eseguita subito dopo il riscaldamento e dunque in regime di raffreddamento, segna in rapida successione i valori di 1,8 Ω, 1,13 Ω, 0,74 Ω; valori che non corrispondono ai rapporti tra tensione e corrente rilevati durante il funzionamento.
In C.C. si raggiunge una debole accensione a 6,73 A con una tensione di soli 2,27 V con una potenza dissipata di 15,3 W e una resistenza di 0,34 Ω.
3°) Non sappiamo se all`interno del tubo vi sia un gas o se esso sia vuoto.
4°) La forma della base richiama quelle delle antiche lampade a incandescenza di fine Ottocento, ma, pur disponendo di una vastissima letteratura in merito, non abbiamo trovato nessuna somiglianza con questo esemplare. Certamente la Philips, che vanta un`esperienza di oltre 120 anni nella fabbricazione di lampade, avrà creato uno zoccolo originale.
Ringraziamo in ordine alfabetico per i suggerimenti e le osservazioni fatte dai loro luoghi lontani, senza citare i loro lunghi curriculum: il Dott. Paolo Brenni, l`Ing. Marco Ducco IK1PXM, il Prof. Ing. Adriano Montanari, il Dr. Leonardo Mureddu, l`Ing. Gabriele Seleri.
La responsabilità scientifica di quanto scritto è comunque dell`estensore delle schede.
Ringraziamo sentitamente la Prof.ssa Elena Calamo Specchia Senior Press Officer Philips Group Communications per aver cortesemente attivato le ricerche effettuate dalla dottoressa Marianka Louwers, degli Archivi Royal Philips, che ringraziamo per la gentile collaborazione.
I suggerimenti ricevuti spaziavano su molti possibili impieghi, ma le stranezze sia costruttive sia del comportamento elettrico della lampada lasciavano tutti i nostri illustri ma distanti collaboratori alquanto perplessi. Certamente per trovare una possibile spiegazione sarebbe occorsa una ben più approfondita sperimentazione, ad esempio ad alte frequenze, per quanto la conformazione geometrica dei reofori del filamento non pare costituire una linea consueta, per alcune sue asimmetrie.
Per consultare le altre due parti scrivere: “Tre Stelle” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri; elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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