Goniometro universale.
Nella collezione del Montani ne esistono due esemplari e nell`inventario D del 1956 si trovano ai numeri 3018-19 dove si legge: “Goniometri universali d`angolo”, acquistati nel marzo del 1962 presso A. Antolini – Milano e destinati al Laboratorio di Fisica. Essi recano la scritta MIM Inox.
Il goniometro serve per la misura di angoli e ne esistono svariati tipi; questo esemplare è il più diffuso e per la maggiore accuratezza nella costruzione e per la presenza del nonio.
Esso è costituito da un disco graduato D, diviso in quattro settori, ognuno a sua volta diviso in 90 parti (gradi sessagesimali), solidale con una squadra fissa NP (questa serve per appoggiare lo strumento sull`oggetto da esaminare); inoltre vi è un disco mobile M, che reca il nonio ed è coassiale al disco graduato, esso ruota rispetto al disco graduato e può essere bloccato con una vite; questo disco mobile è collegato con una staffa ad un`asta mobile R la quale può scorrere longitudinalmente poiché reca una scanalatura e può essere bloccata con una vite. La squadra fissa NP, solidale col disco graduato, è formata da due aste N e P tra loro perpendicolari.
Quando P forma 90° con l`asta R, lo zero del nonio coincide con la divisione 90 del disco graduato D posta in alto.
Il nonio è diviso a sinistra e a destra rispetto allo zero centrale in 60 parti che corrispondono a 59°; siccome il nonio presenta una divisione per ogni 5′, la minima lettura consentita è di 5′ di grado.
Premesso che il metodo di lettura col nonio è analogo a quello dei calibri, se nel procedimento di misura lo zero del nonio ruota verso destra, allora la scala di lettura dei primi è quella di sinistra e viceversa.
Se l`angolo da misurare è acuto allora la lettura è diretta; se è ottuso il suo valore è dato dall`angolo supplementare.
Ad esempio: nel caso di misura di un angolo acuto, se lo zero del nonio indica 32° e una frazione di grado e l`ottava divisione del nonio coincide con una divisione della scala, allora la lettura sarà 33° 40′; se invece l`angolo fosse ottuso e per ipotesi desse la stessa lettura sul nonio, si dovrebbe fare 179° 60′ – 33° 40′ = 146° 20′.
Bibliografia: M. Panitteri e V. Ruggiero, Esercitazioni di Laboratorio di Fisica, Vol. I, G. B. Paravia & C. 1961.
Ringrazio il Sig. Massimo Ciccola per la collaborazione.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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