Frequenzimetro da quadro a lamelle vibranti C.G.S. ITALIA mod. HF10 Q, matr. N° 3063141.
Nell’inventario D del 1956 si trovano due frequenzimetri di questa ditta, acquistati uno nel 1958 e l’altro nel 1962 ma differiscono tra di loro sia per i modelli, sia per i numeri di matricola, sia per altre caratteristiche principalmente costruttive.
Ad esempio; in data 25 gennaio del 1958, al n° 1209 si legge: “CGS – Monza. Frequenzimetro indicatore, 47 – 53 p. s. – 300 V – mod. H2F 15 Q. (LAMI [Laboratorio Misure Elettriche N.d.R.])”.
Dal numero di matricola possiamo comunque dedurre che questo esemplare sia stato acquistato molto più tardi.
Il quadrante in basso a sinistra reca: il logo della ditta, il modello e il numero di matricola; a destra i simboli CEI dicono che: lo strumento è a lamelle vibranti; funziona in C.A.; ha classe 0,5; è stato sottoposto a tensione di prova di 2 kV; funziona a 220 V.
Lo strumento, di piccole dimensioni, funziona per risonanza.
Per avere una idea della risonanza meccanica basta ricordare come si deve sollecitare una altalena: non occorre una grossa spinta iniziale, quanto piuttosto è meglio dare piccole spinte che rispettino il suo periodo naturale di oscillazione.
Dunque ogni lamella è stata realizzata in modo che risuoni ad una certa frequenza.
Essa viene fissata ad una estremità, mentre l’altra estremità è libera di vibrare.
Tutte sono sollecitate magneticamente e periodicamente: solo quelle che risuonano si mettono in vibrazione.
Più la frequenza da misurare si avvicina a quella propria della lamella, più la sua vibrazione diventa ampia.
Come si vede nelle due figure tratte da L. Olivieri e E. Ravelli , Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 397-399.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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