Elettrodinamometro del tipo Siemens Ing. Santarelli Firenze N° 655 (Museo MITI)

  Elettrodinamometro (o galvanometro elettrodinamico) del tipo Siemens.
Costruito dalla ditta Ing. Santarelli Firenze N° 655, inventario del 1906 n° 606.
Un elettrodinamometro costruttivamente molto simile ma della Siemens & Halske viene datato 1890 e fa parte della collezione rinvenibile al sito:
https://www.historische-messtechnik.de/passive-messgeraete/elektrodynamometer/00498.php

Esso consiste essenzialmente in un avvolgimento a molte spire di rame, posto su un piano verticale, che fa capo a un morsetto e a un pozzetto con mercurio, e in una sola spira rettangolare di filo di rame, i cui estremi sono punte di acciaio, di cui una pesca nello stesso pozzetto del primo avvolgimento e l`altra in un altro pozzetto, che fa capo a un secondo morsetto.
Questa spira rettangolare circonda la bobina ed è sospesa, mediante un filo privo di torsione, al bottone che sovrasta il disco graduato.
La molla che circonda il filo, in assenza di correnti, mantiene la spira in un piano perpendicolare alla bobina e, in questa posizione di riposo, l`ago deve indicare lo zero.

La spira e la bobina sono dunque collegate in serie e percorse dalla stessa corrente, ne consegue che quella mobile tende a disporsi parallelamente all`avvolgimento fisso, per allineare il proprio campo magnetico nella direzione del campo di quest`ultimo.
L`azione elettrodinamica produce una coppia proporzionale al quadrato della corrente.
La coppia antagonista è proporzionale all’angolo di deviazione e si raggiunge l’equilibrio.
L`angolo così misurato è proporzionale al quadrato della corrente da misurare.
Generalmente le bobine fisse sono due; quella che presenta un maggiore numero di spire serve per misurare correnti più deboli.

Dunque la forma tipica dell’elettrodinamometro può essere pensata come derivata dal galvanometro magnetoelettrico una volta sostituito il magnete permanente con una bobina fissa (a volte sdoppiata in due collegate in serie) che, percorsa da una corrente If, genera un campo magnetico nel quale è immersa la bobina mobile percorsa da una corrente Im. La coppia generata è Cm = k If · Im, dove k dipende dalla forma, dalle dimensioni e dalla posizione delle bobine.
Il vantaggio dell`elettrodinamometro rispetto ad altri galvanometri è che esso è adatto a misurare anche correnti alternate in quanto le direzioni dei campi dei due avvolgimenti si invertono in fase, purché siano della stessa frequenza.

La figura 2390 è a pag. 638 del Physikalische Apparate Max Kohl Chemnitz i. Sachsen. Preisliste Nr. 21 (post 1905),
rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/physikalischeapp00kohlrich/page/n5/mode/2up?q=Catalogue+of+Physical+Apparatus+Max+Kohl
Per un approfondimento del suo funzionamento si consiglia il primo testo citato qui sotto da pag. 111 a pag. 114.
Bibliografia:
L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica Misure elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962.
L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica, Vol. I, CEDAM, Padova 1959. O. Murani, Trattato elementare di fisica, Vol. II, U. Hoepli, Milano 1931.
G. Veroi, Corso di elettricità-Misure elettriche, Scuola d`applicazione d`artiglieria, Torino 1903, da cui è tratta la figura 130.
A. Battelli e P. Cardani, Trattato di fisica sperimentale, Vol. IV, F. Vallardi, Milano 1925.
L. Graetz, L`elettricità e le sue applicazioni, Vallardi, Milano 1907.
A. Wilke e S. Pagliani, L`elettricità, Vol. II, UTE, Torino 1897 da cui è tratta la figura 738.
Lo strumento è esposto al Museo MITI su proposta di Fabio Panfili.
Anche il libro del Veroi visibile nelle foto è esposto al Museo MITI su proposta di Guglielmina Rogante.

Foto di Daniele Maiani, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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