DISTORTION ANALYZER MOD. 330B HEWLETT·PACKARD. Matr. G 216 – 00198 Böblingen West Germany. Terza parte.
Nell’inventario D del 1956, in data 28 maggio 1963, al n° 3294 si legge: “Ing. Mario Vianello – Milano. Distorsiometro. Destinazione RAD. ₤ 1.080.000”.
In rete si trovano le istruzioni all’indirizzo:
http://hparchive.com/Service_Notes/HP-Service-Note-330B-3E.pdf
all’indirizzo:
http://www.byan-roper.org/steve/manuals/Hewlett-Packard/hp%20330b.pdf
e del generico mod. 330 all’indirizzo:
https://www.hpl.hp.com/hpjournal/pdfs/IssuePDFs/1951-08.pdf
Vi si trovano inoltre foto e video.
Chi è interessato ad una trattazione più attuale e generica delle misure di distorsione audio può visitare il sito:
https://www.electroyou.it/darwinne/wiki/misure-di-distorsione-in-campo-audio
Negli archivi della sezione Elettronica vi sono le istruzioni in venti pagine sbiadite dal tempo, dattiloscritte in italiano a cura della ditta importatrice. Esse, insieme a molte altre, sono state messe in custodia dall’ing. Claudio Profumieri quando la sezione Telecomunicazioni è stata chiusa.
Ne riportiamo qui alcuni stralci, con l’avvertenza che abbiamo rispettato fedelmente quanto scritto nel suddetto testo, con lievissime necessarie correzioni.
Non disponendo delle figure indicate nel testo si fa riferimento alle figure del HP-Service Note rinvenibile all’indirizzo citato sopra, per rendere comunque comprensibile il testo in italiano.
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«Sezione 3ª –DESCRIZIONE DEL CIRCUITO.
3-1 Generalità –
Così come appare dallo schema, l’analizzatore di distorsione mod. 330 è composto dalle seguenti sezioni principali descritte nei relativi capitoli:
3-2 – Alimentazione
3-3 – Amplificatore a ponte di Wien
3-4 – Divisore di tensione
3-5 – Amplificatore voltmetrico
3-6 – Rettificatore ed indicatore
3-7 – Detector RF
3-2 Alimentazione
Lo schema principale comprende gli elementi essenziali alla spiegazione del funzionamento della sezione stabilizzatrice dell’alimentatore. La tensione continua è trasmessa al circuito da una rettificatrice convenzionale ad onda piena V7.
La V10 è una valvola a tensione costante che ha il compito di tenere ad un potenziale costante il catodo della V9. La V8 agisce quale resistore variabile controllato dalla V9.
Facendo riferimento allo schema risulta chiaro che un leggero aumento di tensione al catodo della V8 al punto B+ provocherà attraverso il partitore R44, R43 ed R42, un aumento della tensione di griglia della V9. Questo genera una caduta di tensione al catodo della V9 che causa l’abbassamento della tensione di griglia della V8 la qual cosa risulta in un aumento della resistenza anodica della V8. Tale aumento si ripercuote nel circuito come una maggiore caduta di tensione attraverso la V8 che compensa l’aumento della tensione di catodo. Una diminuzione della B+ ingenera un processo opposto. Le increspature della tensione d’uscita sono portate alla griglia della V9 attraverso il condensatore C19. La polarizzazione della V9 e quindi la tensione d’uscita della V8 sono determinate dalla posizione della R43.
La tensione d’uscita stabilizzata è inviata all’amplificatore selettivo ed all’amplificatore della sezione voltmetrica. La tensione anodica per il divisore di tensione VII è fornita attraverso un filtro RC a 2 sezioni.
3-3 Amplificatore a ponte di Wien –
La possibilità d’eliminazione della frequenza fondamentale è data, all’analizzatore di distorsione, dall’amplificatore composto dalle V2, V3, V4, V5 e V6 e in più dal ponte di Wien.
Per comprendere l’eliminazione della “f0” (frequenza fondamentale di un’onda complessa) è necessario un esame del circuito a ponte.
Il circuito del catodo dell’inseguitore catodico V4 è come un ponte di Wien con il catodo e la griglia della V5 connessa ai suoi punti centrali. Il condensatore variabile C13 nella sezione reattiva è rappresentato sul pannello frontale come comando FREQUENCY – e la resistenza variabile R23 nella sezione resistiva è rappresentata come comando BALANCE. Dopo aver posizionato il comando FREQUENCY, il comando BALANCE è regolato per fare caduta di tensione fra EA a terra e da RB a terra uguale alla frequenza fondamentale.
Nella sezione resistiva del ponte la fase e la divisione di tensione sono costanti a tutte le frequenze. Nella sezione reattiva, divisione di tensione e fase sono le
medesime come nella sezione resistiva alle frequenze fondamentali; ma differiscono alle altre frequenze. Perciò, alla frequenza fondamentale, il potenziale tra EA a terra è uguale a quello da EB a terra, e non vi è alcun segnale di entrata alla V5. Comunque, a tutte le altre frequenze, poiché la sezione reattiva del ponte introduce variazioni di fase ed ulteriore attenuazione, il segnale a EA è maggiore che ad EB, e la V5 amplifica la tensione di differenza che appare tra EA ed EB.
Attenuazione e caratteristica di fase del ponte sono riportate in Fig. 3-3 [di cui non disponiamo N.d.R.]. Si noti che la seconda armonica viene ad essere attenuata più che non la terza, la terza più che non la quarta, e così via.
Una reazione negativa è instaurata tra il catodo della V6 (uscita dell’amplificatore del ponte) ed il catodo della V5 (ingresso del preamplificatore) per stringere la caratteristica di eliminazione ed appiattire la risposta per le armoniche. Il risultato è che la seconda armonica della fondamentale, nella gamma da 20 Hz a 5 kHz, è sotto di meno di 1,5 dB. Nella portata da 5 kHz in su, il guadagno dell’amplificatore non è sufficiente a ripristinare la piena risposta; ma, già a 40 kHz, essa è al di sotto di soli 3 dB o meno.
Quando il commutatore “predispositore” è su NOISE o su SET LEVEL, la griglia della V5 è a massa ed il ponte non è ancora un componente effettivo del circuito. La V5 diventa un amplificatore con griglia a massa da usarsi con la sezione voltmetrica per l’amplificazione di bassi livelli prima della misura.
3-4 Divisore di tensione –
Il segnale applicato ai terminali d’ingresso del misuratore, e al circuito d’entrata al misuratore, passa attraverso il condensatore d’arresto C22 alla griglia della V11 che ha un’uscita ad inseguitore catodico. Il resistore del catodo per la V11 è un avvolgimento a filo di precisione ed una resistenza a prese intermedie per servire come moltiplicatore su tutte le portate tranne quelle di 100 e 300 V. Su queste due portate, un divisore di tensione compensato con resistenza ad alta frequenza è commutato ai terminali d’ingresso prima della V11.
3-5 Amplificatore voltmetrico –
L’amplificatore voltmetrico è un amplificatore a larga banda, accoppiato a resistenza e capacità proveniente dal divisore di tensione V11. Esso è stabilizzato da una reazione negativa dalla V14 alla V12 per assicurare un responso uniforme sopra una larga banda di frequenza e per rendere il circuito amplificatore maggiormente indipendente dalle variazioni della valvola.
3-6 Rettificatore ed Indicatore (misuratore) –
L’amplificatore voltmetrico alimenta un rettificatore lineare ad onda piena composto dalla V14. L’indicatore è collegato tra un catodo del doppio diodo e l’opposta placca. È perciò animato dalla corrente di placca in tutti i diodi. Il condensatore C31 in parallelo allo strumento smussa la C.C. che attraversa il misuratore e deriva verso massa una componente alternata che potrebbe causare vibrazioni all’indice quando si misurano tensioni di bassa frequenza.
3-7 Detector RF –
Il circuito d’entrata RF è un circuito a bassa distorsione che include la V1 come un rivelatore a diodi convenzionalmente shuntato, seguito da un filtro passa-basso. La forma dell’onda d’uscita è una tensione variante con l’inviluppo della modulazione. Questo detector è standard nel modello 330 D».
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Nel testo dattiloscritto segue la sezione 4a che riguarda la manutenzione. Essa è certamente interessante, ma per non rendere questa descrizione troppo lunga, si è scelto di ometterla.
Per consultare le altre schede che si riferiscono a questo strumento scrivere “330B” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e ricerche di Fabio Panfili.
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