Dispositivo per mostrare gli anelli di Newton.
Accessorio N° 12 dell`apparecchio di proiezione della E. Leybold`s Nachfolger, Cöln-Rhein.
Si trova in un catalogo della ditta costruttrice dei primi del Novecento al N° 2152 dove si legge: “Newton`s rings, with slit and metal plate No.12”, al costo di $ 8,75. Nell`inventario generale n° 6 del 1925, al n° 2288/187 si legge: “Provenienza Zambelli Torino. Anelli colorati di Newton. ₤ 302,60”.
Nell`inventario particolare per reparto n° 7/8 del 1925/1927 al n° 706/2288 si legge: “Anelli colorati di Newton. ₤ 302,60” e si trova nell`elenco degli accessori del proiettore.
Nell`inventario D del 1937, si trova l`elenco degli accessori del proiettore e al n° 354 si legge: “Anello colorato di Newton con diaframma a fenditura e piastra in lastra, ₤ 50”.
Nel Catalogue of Physical Apparatus (with descriptions for use) E. Leybold’s Nachfolger Cologne, (Germany) [1910] si trova elencato a pag. 110 dove, al N° 2152, si legge: “Newton’s rings, with slit and metal plate No.12 . . . $ 8,75”.Da questo sono state tratte le due figure 2132J e 2132K e 3323. Il catalogo è rinvenibile all’indirizzo:
https://www.sil.si.edu/DigitalCollections/trade-literature/scientific-instruments/files/52546/ .
Isaac Newton first discussed the colored interference fringes that we now call Newton`s Rings in a communication to the Royal Society in December 1675, and presented an expanded account in his book “Optics” (1704). The original observation was first made with a wedge-shaped air-gap between the surfaces of two prisms, but later used the now-standard technique of pressing the convex surface of a lens against a flat glass plate. The familiar colored rings are best observed in monochromatic light.
Il dispositivo è formato da un telaio circolare saldato sopra una lastra di metallo annerita. Nel telaio sono poste due lastre di vetro di cui la superficie sferica di una è sovrapposta a quella piana dell`altra.
Le tre viti servono a variare la pressione tra di loro e a centrare l`immagine ottenuta.
La formazione degli anelli è dovuta, secondo il modello ondulatorio, all`interferenza della luce.Nel II libro dell`Optiks, pubblicato nel 1704, I. Newton riprese le esperienze già svolte da Hooke sulla colorazione delle lamine sottili, facendo minute ricerche in luce bianca e monocromatica.
Poi mise a contatto una superficie sferica di una lastrina di vetro con una piana di un`altra lastrina (vedi il suo disegno riportato sotto).
Egli conosceva l`andamento della forma dell`interstizio d`aria compreso tra le superfici, avendo misurato il raggio della superficie sferica.
Premendo le due superfici una sull`altra ottenne numerosi anelli che in luce naturale avevano i colori delle bolle di sapone. Se la pressione è eccessiva i cerchi si deformano in macchie più larghe, diventando sia più visibili sia più numerosi.
Newton misurò con un compasso il raggio dei primi sei cerchi luminosi e scoprì che i quadrati dei raggi formano una progressione aritmetica dei numeri dispari 1 3 5 7 9 11, mentre i quadrati dei raggi di quelli scuri seguono la sequenza 2 4 6 8 10 12.
Inoltre Newton osservò che in luce bianca gli anelli ben visibili sono otto o nove, mentre in luce monocromatica ne contò più di una quarantina ben distinti e stimò che ne fossero più di cento.
Svolse quindi precise ricerche in luci monocromatiche di vari colori e trovò relazioni tra lo spessore d`aria e la posizione di ogni anello di un certo colore che lo portarono a scoprire una periodicità per lui inspiegabile.
Altra scoperta notevole fu che gli anelli appaiono anche se si guarda il tutto in trasparenza, invece che in riflessione, ma in questo caso il centro è chiaro e gli anelli chiari occupano il posto di quelli scuri e viceversa quelli scuri si trovano là dove erano i chiari.
Nonostante l`accuratezza delle sue ricerche sistematiche la sua spiegazione teorica del fenomeno, che si rifaceva al suo modello corpuscolare, non soddisfaceva neppure lo stesso Newton.
Circa cento anni dopo la pubblicazione dell`Opticks, T. Young nel 1802 ne diede una spiegazione del tutto diversa, fondata sul modello ondulatorio della luce che si ispirava al Traité de la Lumière di C. Huygens, pubblicato nel 1690.
La moderna Elettrodinamica Quantistica (Q. E. D.) ne fornisce comunque la migliore interpretazione.
Un`ultima curiosità: se tra i vetri si interpone acqua, i raggi degli anelli si contraggono in ragione dell`indice di rifrazione di questa.
La figura 671 è a pag. 700 del Elementary Treatise on Physics Experimental and Applied transalted from Ganot’s Éléments De Physique by E. Atkinsons, W. Wood & Co. New York 1910. rinvenibile all’indirizzo
https://archive.org/details/treatphysics00ganorich
Bibliografia: V. Ronchi, Storia della luce, Laterza, Bari 1983 da cui è tratto il disegno originale di Newton.
G. Gamow, Biografia della Fisica, A. Mondadori Milano 1963.
R. Pitoni, Storia della Fisica, STEN Torino 1913.
D. Halliday – R. Resnick, Fisica 2, CEDAM, Milano 1982.
Per vedere gli altri accessori dell`apparecchio di proiezione della E. Leybold`s Nachfoger, Cöln-Rhein scrivere “Rhein” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.