Dall`iconoscopio di Zworykin all`Orthicon 6474/1854 RCA Image. Radio Corporation of America. Matr. N° S/2794 e N° S/2795. Terza parte.
Non rintracciabili negli inventari.
Nel 1954 la RAI iniziò le trasmissioni televisive in bianco e nero e nelle telecamere dell`epoca gli Orthicon trasducevano le immagini luminose in segnali elettrici analogici.
Le telecamere consistevano essenzialmente in obiettivi, Orthicon, e uno specchietto semitrasparente che rinviava le immagini inquadrate all`operatore.
Date le dimensioni degli apparecchi per far funzionare gli Orthicon è evidente la necessità delle grandi dimensioni delle telecamere.
La loro lunghezza è di 38,5 cm; il diametro massimo è di 7,5 cm, mentre quello del tubo è di 5 cm.
La loro sensibilità alla luce, notevole per l`epoca, era tale che furono scelti per le telecamere destinate al primo allunaggio nel 1969.
In seguito furono sostituiti dai Vidicon di dimensioni molto più piccole e dai Plumbicon.
Il prototipo dei tubi da ripresa è l`iconoscopio ideato nel 1923 – 1925 di V. K. Zworykin (1889/1982), che lavorava per la RCA, e poi perfezionato verso la fine degli anni Trenta; essenzialmente è un tubo a vuoto con un anodo, un catodo col suo cannone elettronico, e un mosaico fotoelettrico. Vedi figura 6.
Ovviamente vi sono sempre questioni di priorità, infatti Philo Farnsworth nel 1922 inventò l`image dissector che era una telecamera primitiva completamente elettronica. L`efficacia dell`image dissector di Farnsworth ebbe un certo successo e le domande di brevetto furono fatte nel 1927.
L`iconoscopio è stato l`essenza della prima telecamera a tubo che si è diffusa a partire dalla fine del 1930.
La luce, proveniente da un sistema ottico esterno, colpisce il mosaico che è composto da una placca metallica ricoperta da un gran numero di microscopiche cellule fotoelettriche isolate.
Il mosaico somiglia in modo grossolano alla retina dell`occhio.
Il mosaico si ottiene da una lastrina sottilissima di mica ricoperta da un lato da un deposito metallico e dall`altro da microscopici globuli di argento isolati fra loro che, sottoposti ad un particolare trattamento, diventano minuscoli catodi fotoelettrici ad ossido di cesio.
Il cannone elettronico è comandato da campi magnetici opportuni generati da bobine e produce un sottile pennello di elettroni che esplora il mosaico con lo stesso metodo con il quale noi leggiamo una pagina di un libro . Vedi figura 7.Ogni globulo colpito da elettroni si carica negativamente. Quando le fotocellule vengono illuminate perdono la carica e gli elettroni che vengono emessi costituiscono il segnale elettrico che porta l`informazione dell`immagine che ha illuminato il mosaico.
L`Orthicon (orto iconoscopio) è un perfezionamento dell`iconoscopio: il mosaico ha un deposito metallico così sottile da risultare trasparente e viene attraversato dalla luce; il cannone elettronico ora è posto dietro all`anodo semplificando notevolmente il tubo. Vedi la terza figura.
La RCA sviluppò 7 tipi di iconoscopio, poi Harley Ambrose Iams e Alberts Rose (RCA) svilupparono nel 1938 il tubo Orthicon: anche se era teoricamente un progetto più semplice dell`iconoscopio, la costruzione di questo tubo è stata molto più difficile.
Questo tipo di Orthicon è stato utilizzato per la prima trasmissione NBC / RCA TV a New York nel giugno 1940. Nel 1964 l`Orthicon Image era il cuore delle telecamere della RAI nelle sue prime trasmissioni.
Bibliografia.
S. Malatesta, Elementi di Radiotecnica Generale, C. Cursi, Pisa 1961 da cui sono tratte le figure 6 e 7 .
R. Clark Jones, How Images Are Detected, Scientific American, Sept. 1968, Vol. 210 N° 3, da cui è stata tratta la terza figura.
Una descrizione dettagliata dell`Iconoscopio e dell`Orthicon si trova in V. K. Zworykin, G. A. Morton, La Televisione, Trasmissione delle Immagini Monocrome ed a Colori, Sansoni, Firenze 1958.
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Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo a cura di Fabio Panfili.
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