Triodo FIVRE 3C200

   Triodo Fivre 3C200.
Il Montani possiede due esemplari di questo triodo.
Fivre è l`acronimo di Fabbrica Italiana Valvole Radio Elettriche. Fondata nel 1932 e chiusa nel 1992. Lo stabilimento era sito a Pavia.
Non abbiamo trovato alcuna informazione su questo tubo.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Triodo General Electric 592

              Triodo General Electric 592.
Non rinvenibile negli inventari.
Le caratteristiche che riportiamo sono del triodo 592/3 200A3 fabbricato dalla Eimac fin dal 1949, poiché non disponiamo di quelle della General Electric U.S.A. .
È un triodo di media potenza da 200 W che può essere usato fino a 150 MHz.
La General Electric fu la prima a svilupparlo.
Può essere usato come amplificatore audio di potenza o modulatore in classe C, oppure come amplificatore a radio frequenza in classe C, o ancora come oscillatore in modulazione di frequenza.
Tensione massima 3500 V; corrente massima 250 mA; tensione di filamento 10 V, corrente di filamento 5 A. Il filamento è di tungsteno toriato. Fattore medio di amplificazione 25.
Deve essere montato in verticale e il raffreddamento avviene per irraggiamento e aria forzata.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e ricerche di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Triodo RL12T2 Telefunken 1ª parte

 Triodo RL12T2 Telefunken. Prima parte.
R significa Röhre (tubo); L Leistungsverstärkerröhre, Sendröhre (tubo amplificatore di potenza, tubo trasmittente); 12 è la tensione media di filamento in V; T (triodo); 2 Anodenverlustleistung (dissipazione approssimativa anodica di potenza in W).
Il recente ritrovamento di questo tubo elettronico ci ha meravigliato non poco per la sua stranezza e ci siamo chiesti come sia finito a far parte della collezione del Montani.
Anche se questa annovera un cospicuo numero di valvole, negli inventari non risultano apparecchi portatili stranieri (seppure fino ad ora ne abbiamo rinvenuto un tipo fabbricato negli U.S.A. e riportato in questo Museo Virtuale) e dunque si può pensare che il tubo facesse parte di un apparato andato perduto.
Infatti questo tubo è stato specificamente sviluppato dalla Telefunken per la Wehrmacht tedesca durante la seconda guerra mondiale.
Questa ditta fu incaricata fin dal 1933/34 dalla Wehrmacht di sviluppare tubi elettronici per apparecchi per telecomunicazioni portatili compatti, meccanicamente ed elettricamente robusti e affidabili, alimentati ad esempio con batterie di piombo a sei celle che fornivano la tensione di alimentazione del filamento di 12,6 V.
I tubi dunque dovevano essere estratti facilmente in condizioni sfavorevoli come azione di guerra, freddo intenso, con guanti, con poca illuminazione, ecc. .
Non tutti i tubi progettati per la Wehrmacht vennero poi messi in produzione o usati.
Questi “tubi speciali” furono realizzati per l`aeronautica, la marina e l`esercito.
Le nostre ricerche hanno evidenziato che diverse ditte tedesche realizzarono all`epoca tubi elettronici con questa curiosa forma che consentiva una rapidissima estrazione dallo chassis per un controllo e/o per la sostituzione.
Il triodo amplificatore, adatto per BF di medio mu, sembra potesse essere usato anche come finale per frequenze audio; la tensione di filamento è di 12,6 V; la corrente di filamento di 0,17 A; la tensione max anodica è di 220 V; la corrente max anodica è di 10 mA; la tensione max di griglia è di −11 V; la potenza massima anodica è di 2 W.
La figura è tratta da D. W. Rollema, German World War II, Communications Receivers Part IV, e mostra come si estrae un tubo elettronico di questo tipo.
Per consultare la seconda parte scrivere “RL12T2” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Thyratron C6J Marconi Ita S.P.A. Matr. N° 1651


Thyratron C6J Marconi Ita S.P.A. Matr. N° 1651.
Non rinvenibile negli inventari, è un triodo allo xenon.
Tubi equivalenti:  5C21 ed ELC6J.
Non disponiamo delle caratteristiche della Marconi Ita S.P.A.; pertanto riportiamo quelle generiche: anodo al tantalio; tensione di filamento 2,5 V; corrente di filamento 21 A; tempo di riscaldamento 30 s; tensione anodica di picco in conduzione 750 V; tensione anodica inversa di picco 1250 V; corrente catodica di picco 77 A; corrente catodica media 6,4 A; tensione critica di griglia rispetto alla tensione anodica −3,5 V rispetto a 750 V; tempo di deionizzazione del gas 0,5 ms; caduta di tensione approssimativa 9 V; range di temperatura ambiente di esercizio da −75 a +85 °C.
Disponiamo anche delle caratteristiche fornite dalla RCA, che presentano lievi discordanze per alcune voci; elenchiamo quelle più significative: correnti di filamento da 2,4 a 2,6 A per tensioni di filamento da 2,4 a 2,6 V; tempo minimo di riscaldamento prima della conduzione 60 s; tempo massimo di deionizzazione 1 ms; corrente critica massima di griglia 10 μA; caduta di tensione media anodica per il tubo nuovo 9 V, caduta di tensione massima per il tubo a fine vita 12 V; da installare in posizione verticale; tensione anodica di picco in conduzione 750 V; tensione anodica inversa di picco 1250 V; tensione massima di griglia prima della conduzione −100 V; corrente anodica di picco 77 A per 0,5 s; corrente anodica media 6,4 A; range di temperatura ambiente di esercizio da −55 a +75 °C.
Dette caratteristiche della RCA, del 12-1956, nel 2018 si possono trovare all’indirizzo: https://frank.pocnet.net/sheets/049/c/C6J.pdf .
Dalle quali abbiamo ricavato le pagine qui riportate.
In realtà il thyratron somiglia più ad un diodo a gas che a un comune triodo; infatti il suo uso precipuo era raddrizzare correnti elevate in modo controllato e non poteva essere usato come amplificatore.
Altri impieghi erano la generazione di forme d`onda non sinusoidali come ad esempio tensioni “a dente di sega”, il comando di relais, ecc.
Senza entrare nei dettagli per ragioni di spazio, la presenza della griglia serve essenzialmente a regolare l`innesco della conduzione. Ma il disinnesco si ottiene solo diminuendo la tensione anodica sotto una data soglia. In genere l`anodo è costituito da un disco massiccio posto in alto di fronte la catodo, mentre la griglia ha la forma di un cilindro massiccio recante all`interno un disco con un foro al centro (posto vicino all`anodo per evitare scariche tra i due) ed è molto diversa dalla griglia dei triodi a vuoto. Un altro cilindro, posto più in basso della griglia, è lo schermo termico.
Il thyratron può essere portato alla conduzione in due modi diversi:
1) mantenendo costante la tensione anodica e innalzando la tensione negativa di griglia (cioè diminuendo il suo valore assoluto) ;
2) mantenendo costante la tensione di griglia e innalzando la tensione anodica.
In certi casi la tensione di griglia è tenuta positiva, ma non ci soffermeremo su questo aspetto del funzionamento del thyratron.
Le tensioni di griglia sono negative o zero rispetto al catodo; le tensioni anodiche sono superiori alla tensione di breakdown anodo-catodo.
Per tensioni negative di griglia tali da rendere il cosiddetto “potenziale equivalente” negativo, non si ha il passaggio di corrente; diminuendo il valore assoluto del potenziale di griglia fino a che il “potenziale equivalente” diventa positivo, non appena la tensione anodica supera il potenziale di ionizzazione dello xenon si ha il passaggio di corrente.
Infatti gli ioni positivi si dirigono verso la griglia negativa e neutralizzano il campo con la loro carica spaziale positiva; successivamente la carica spaziale degli ioni positivi si dirige vicino al catodo e neutralizza la carica spaziale di elettroni, facilitando la corrente anodica.
Si comprende quindi che una volta ottenuto l`innesco la griglia perde ogni influenza sulla corrente. In sintesi il potenziale di griglia determina solo l`inizio della ionizzazione del gas.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo a cura di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tracciatore di Risposta in Frequenza Bruel & Kjær


Tracciatore di Risposta in Frequenza tipo 4712 Bruel & Kjær.
Nell`inventario D del 1956, al n° 4392, risulta acquistato il 17 settembre 1968 dalla AESSE-Milano.
Citiamo inoltre l`acquisto al n° 4392 del Pistofono tipo 4220.
Due Preamplificatori Catodici tipo 2615, al n° 4176 per ₤ 272 000.
Capsule tipo 4132 e tipo 4134, al n° 4178, per ₤ 248 000 e una Bocca Artificiale tipo 4216, al n° 4180, per ₤ 85 000.
Il Tracciatore di Risposta in Frequenza tipo 4712 serve per il controllo di produzione ed ispezione di amplificatori, grammofoni, registratori a nastro, filtri, altoparlanti ed altri componenti acustici.
Lo strumento comprende un oscilloscopio catodico con uno schermo a lunga persistenza da 14″, un amplificatore logaritmico con tre campi dinamici: 50 dB log. ; 25 dB log.; o lineare.
La deflessione orizzontale è determinata dalla frequenza del segnale entrante. Campi di frequenza normali: 20 Hz – 20 kHz.
Usato con l`oscillatore tipo 1022 permette lo spazzolamento automatico di frequenza mediante un movimento a motore. Velocità di spazzolamento: variabile tra 3 ottave/sec e circa 1/3 di ottava/sec. Si può scandire automaticamente qualsiasi tratto della gamma di frequenza.
Oltre ai numerosi accessori, fanno parte della collezione: L`Alphanumeric Printer type 2312, e il Noise Level Analyzer type 4426.
Il testo è stato tratto da un depliant riassuntivo delle caratteristiche degli strumenti della Bruel & Kjær. Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo a cura di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.