Thermokreuz im Vakuum (croce termoelettrica) Siemens & Halske 1ª parte



 Thermokreuz im Vakuum  Siemens & Halske, matricola N° 3142202. Prima parte.
Non è rinvenibile in nessun inventario.
Dobbiamo alla gentile collaborazione del Prof . Emerito Jean-Francois Loude di avere un riferimento bibliografico esauriente nel quale si fa cenno a questo dispositivo; il libro reca la data 1928.
 Pertanto si può stimare che questo esemplare sia degli anni Trenta.
Sulla sommità dell`oggetto vi sono 4 morsetti e una targhetta reca le seguenti scritte ( come si vede bene in una foto):  “J= 10 mA; R = 65 Ω; Jmax = 15 mA; E = 10,0 mV; R = 19,2 Ω”. Si nota subito il disegno dell`incrocio di due fili.
Purtroppo questi risultano bruciati e nel bulbo si vedono solo i reofori di sostegno.
   Il Thermokreuz im Vakuum fa parte degli apparecchi a coppia termoelettrica.
La corrente da misurare passa attraverso un filo che ne viene riscaldato; l`aumento di temperatura, proporzionale al quadrato della corrente, viene misurato mediante una coppia termoelettrica con un millivoltmetro a corrente continua. Il complesso filo riscaldatore-coppia termoelettrica prende anche il nome di convertitore termico.
   Le coppie generalmente usate sono del tipo rame-costantana o analoghe che generano una forza elettromotrice dell`ordine di 5 mV per 100 °C.
Esistono convertitori con riscaldatore e coppia, nei quali il giunto caldo della coppia è saldato sul riscaldatore (croce termica) per consentire maggiori sensibilità.
Per aumentare ancor di più la sensibilità si dispone il convertitore in un`ampollina di vetro dove si fa il vuoto in modo da diminuire la dispersione del calore.
Si potevano avere amperometri a coppia termoelettrica da quadro con valori di fondo scala di 15 mA e consumavano solo 7,5 milliwatt; sensibilità ancora maggiori si potevano ottenere con strumenti da laboratorio.
  Questi strumenti davano indicazioni che sono funzione del valore efficace della corrente; erano perciò indicati anche alle alte frequenze, ed erano preferiti ai tipi a filo caldo, rispetto ai quali presentavano i vantaggi di minore consumo, maggiore sensibilità e migliore permanenza; per contro un sovraccarico anche momentaneo conduceva facilmente alla bruciatura del riscaldatore.
Come probabilmente è accaduto a questo esemplare.
  Anche in questo caso, disponendo in serie con un riscaldatore di piccola portata una grande resistenza, si ottiene un voltmetro.
L`induttanza di queste resistenze, per quanto minima, però fa sì che alle frequenze elevatissime l`impedenza risulti variabile; perciò si sconsiglia l`uso di questi voltmetri per frequenze oltre 100.000 hertz, mentre gli amperometri si possono usare anche fino a qualche milione di hertz.
   Il Thermokreuz è dunque un convertitore corrente tensione a termocoppia [thermokreuz: termocroce] sotto vuoto.
   Dai dati riportati sullo strumento si rileva che con una corrente di 10 mA, anche alternata e a radio frequenza, esso genera una tensione di 10 mV.
Supponendo (come nel caso della termocoppia costruita dalla Cambridge Instruments Co.) che sia una termocoppia tipo ferro costantana, supposto inoltre che abbia una caratteristica di 38 µV/°C, per generare 10 mV deve essere a una temperatura di 10 • 10-3 /38 • 10-6 = circa 260 °C. Temperatura ragionevole per un filamento che deve scaldarsi, ma senza giungere all`incandescenza per non consumarsi in fretta e avere quindi scarsa durata.
  L`aumento della temperatura è proporzionale alla potenza dissipata dal filamento, quindi al quadrato della corrente. Inoltre, siccome la resistenza del filamento metallico aumenta con la temperatura, il comportamento si discosta ancor più da un andamento lineare. Occorrerebbe dunque una scala costruita ad hoc.
 Se la tensione viene applicata a un milliamperometro a bobina mobile, supponiamo con resistenza interna di avvolgimento di 1000 ohm, la corrente è I = 10 mV/ ( 1000 + 19,2) Ω = 10 µA quindi lo strumento deve essere molto sensibile (19,2 Ω, sono riportati come resistenza della termocoppia).
Ai nostri giorni adopereremmo un voltmetro elettronico o meglio digitale.
 Dalle caratteristiche secondarie (R = 65 Ω filamento riscaldante) si ricava: caduta di tensione V = R • I = 65 • 0,01 = 0,65 V; potenza dissipata: P = V • I = 0,65 • 0,01 = 6,5 mW
 Il vuoto riduce la dissipazione del calore, quindi, a parità di potenza, favorisce un aumento di temperatura rispetto ad un filamento posto in aria e soggetto a raffreddamento per convezione. La maggior temperatura raggiunta aumenta la sensibilità della termocoppia.
 Quella che segue è una traduzione libera del testo originale in tedesco che si trova nella seconda parte:
«LA TERMOCOPPIA –
La termocoppia nel bulbo di vetro (attualmente interrotta) era utilizzata per la misura della corrente alternata di qualsiasi frequenza con valori compresi tra 1 ÷ 10 mA , che non può essere misurata con strumenti ad ago a filo caldo , o per misurare correnti fino a 100 mA, quando
l`autoconsumo degli strumenti ad ago è troppo alto.
Nella sua realizzazione più semplice, una saldatura congiunge due fili di materiali diversi per formare una termocoppia; per esempio un filo d`argento con uno di costantana . Anche i fili esterni sono costituiti da argento e costantana . Nelle seconda parte è riportata la Fig. 167 che mostra una croce termica della Cambridge Instrument Co. , costruita per misurare correnti ad alta frequenza . Ci sono due fili di ferro e costantana con 0,05 millimetri di diametro per una corrente massima di 1 A. Questo serve anche come schermo elettrostatico. In genere le semplici croci termiche sono collegate direttamente allo strumento in CC . Tali strumenti sono costruiti in gran numero in America. Una realizzazione è della Weston Co. ( Modello 425 ) con portata fondo scala di 8 A. Il filo di riscaldamento di nichel-cromo con diametro di 0,5 mm. e lungo 6 mm, viene riscaldato a circa 220 °C alla corrente nominale. La caduta di tensione del filo di riscaldamento è di 200 mV , il consumo di potenza dello strumento è 3,8 mW [ Nel testo si legge 3,8 mA: 3,8 W / 0,2 V = 19 mA è un valore plausibile. N.d. T.] Secondo il costruttore, questo misuratore di corrente può essere impiegato fino al 50 % delle sue possibilità. Nel tentativo di forzarlo è stato rilevato comunque che all`80% delle prestazioni non vi era ancora nessun cambiamento per circa 5 secondi.
Lo strumento non è utilizzato per la corrente continua. [Poiché un simile strumento sarebbe adatto per usi diversi, in quanto in questo caso un galvanometro a bobina mobile risulta più preciso e sensibile, N. d. T].
  Il modello per piccole correnti a 115 mA , 5 mV. [ R • I2 va bene, ma non V • I e neppure V2 /R : 5 mA / 115 mV = 0,043 Ω; 115 mV • 5 mA = 0,575 mW [? ? Qualcosa non va nei dati riportati nel testo N. d.T.] con 0,15 Ω di resistenza intrinseca, corrispondente a quasi 2 mW di consumo di energia.
 Il contatore associato ha la forma di un orologio ed è dotato di resistenza di 5 ohm a 1 mA di corrente. La precisione di questa versione è ovviamente minore, cioè di circa ± 5 % dal valore nominale .
 CROCE TERMICA NEL VUOTO –
Per termocoppie a giunzione, realizzate con fili molto sottili, il calore vene dissipato principalmente per conduzione in aria, e, in parte minore, per irraggiamento e per conduzione attraverso le estremità metalliche.
Si può osservare che la sensibilità è notevolmente rafforzata, se la termocoppia viene posta in un bulbo di vetro con la pressione residua dell`aria fino a circa 0,01 mm di Hg.
La sensibilità di questo dispositivo cresce in modo significativo, dato che aumenta di 10 ÷ 20 volte la potenza termica del filamento a parità di corrente, ma il vuoto deve essere fatto con l`eliminazione di vapore acqueo, altrimenti la sensibilità si riduce nel tempo.
 Il convertitore termico Voegeschen (Etz. 1906, p 467) viene fornito da Siemens & Halske per le seguenti correnti riportate nella TABELLA 1.

 Il consumo per mV per questo termo convertitore è da 0,5 a circa 1 mW , cioè di 0,75 mW in media.
 The Cambridge Instrument Co. costruisce un convertitore termico visibile in fig. 169 [vedi seconda parte N.d.T.].
 Corredato di un millivoltmetro-unipivot con 10 ohm di resistenza e 2,4 mV di caduta di tensione. Vedi la TABELLA 2.

 Un convertitore termico molto sensibile viene costruito dalla Weston Instrument Co. con una resistenza del filamento di circa 700 Ω e 2 mA di corrente, genera circa 8 mV .
La composizione del filamento non è indicata dal costruttore, l`elevata resistenza e il suo basso coefficiente di temperatura negativo suggerisce che il conduttore è costituito da un filamento di carbonio.
Lo strumento della Siemens & Halske da 2 mA è sostanzialmente più sensibile di qualsiasi altro con tali forme di realizzazione; esso però, sottoposto a prove, ha mostrato carenze significative riguardanti la costanza nei risultati forniti che variano, seppur di pochi punti percentuali. Le versioni per correnti più elevate corrispondono approssimativamente alla precisione delle informazioni fornite dal fabbricante, ma non sembrano contenere le termocoppie altamente sensibili. I dati forniti dalla Weston Co. sono mostrati nella TABELLA 3 .

 [La corrente generata dalla termocoppia, che circola nel milliamperometro indicatore a bobina mobile, a sua volta per effetto Peltier causa delle variazioni di temperatura nella giunzione della termocoppia stessa, provocando derive nella misura. Si ricorda che l`effetto Peltier è il contrario dell`effetto Seebeck: mentre nel secondo differenze di temperatura nelle giunzioni causano differenze di potenziale e conseguente corrente nel circuito; nell`effetto Peltier la circolazione di corrente nella giunzione provoca una variazione di temperatura.
[Oggi si userebbe un voltmetro elettronico con resistenza di ingresso molto alta e corrente trascurabile, annullando l`effetto Peltier. N. d. T.]»
  Nella seconda parte si possono vedere sia le figure, sia le tabelle. Per consultarla  scrivere: “Thermokreuz” su Cerca. Per consultare la terza parte scrivere: “croce”.
  Ringraziamo sentitamente il prof. Emerito Jean – Francois Loude di Losanna che ci ha fornito le pagine 209, 210, 213 e 214 tratte da “DIE TECHNIK ELEKTRISCHER MESSGERÄTE von Dr. Ing. Georg Keinath. DRITTE, VOLLSTÄNDING UMGEARBEITETE AUFLAGE ERSTER BAND MESSGERÄTE UND ZUBEHÖR MIT 561 TEXTBILDERN MÜNCHEN UND BERLIN 1928 DRUCK UND VERLAG VON R. OLDENBOURG”.
   Abbiamo ricevuto inoltre preziose indicazioni dal dott. Paolo Brenni, che ringraziamo per la collaborazione.
   Per la stesura del testo ci siamo avvalsi della sapiente consulenza dell`ing. Marco Ducco IK1PXM che ringraziamo, ma la responsabilità di quanto scritto è di Fabio Panfili.
    Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e ricerche di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

 

Ondametro Allocchio Bacchini Mod. 1780 N° 53286 ad assorbimento 1ª parte

Ondametro Allocchio Bacchini Mod. 1780 N° 53286 ad assorbimento. Prima parte.
Il range in lunghezza d`onda è di 10 ÷ 3000 m a cui corrisponde un range in frequenza di 30 ÷ 0,1 MHz, come si legge sulla targhetta posta sulla sua sommità.
Destinato alla Sezione Radiotecnica.
Per non farsi fuorviare dalla presenza di un ondametro Allocchio Bacchini elencato nell`inventario D del 1937 al n° 480 (“munito di sei bobine, 9 spine – 4 cordoni di collegamento e supporto fisso a spine”) bisogna precisare che al suo interno vi è il diodo 1N34 che la Sylvania iniziò a produrre nel 1946, e questo è un indizio che l`esemplare corrisponde in pieno alla descrizione dell`inventario D del 1956 dove al n° 459 si legge: “Ondametro Allocchio Bacchini mod. 1780 in cassetta di trasporto – campo frequenza – 100 kHz ÷ 30 MHz”.
Esso è corredato da 6 bobine per coprire il range di misura. Ogni bobina si inserisce negli appositi contatti.
È dotato di un galvanometro a bobina mobile in C.C. Mod. G1 N° 233105 che serve ad indicare il raggiungimento del massimo di corrente in corrispondenza della risonanza e di un termometro con scala da 0°C a + 60°C , che si estende da – 13 °C a + 68 °C.
Il termometro serve per le correzioni nelle letture in quanto le tabelle di taratura sono state fatte a 25 °C.
Ma non disponiamo delle istruzioni per le relative correzioni, pertanto consigliamo di vedere in proposito la scheda n° 5 scrivendo “53286” su Cerca.
Le due finestrelle circolari mostrano le scale per la lettura collegate alla manopola per la regolazione della capacità del condensatore, posta sul fianco.
Una scala di lettura va da 0 a 50 divisioni ed è collegata con ingranaggi di demoltiplica alla scala di lettura fine che va da 0 a 100 divisioni; quest`ultima viene mossa dalla manopola laterale, come si vede in una foto nella seconda parte.
Ad un giro della manopola corrisponde l`intero giro della scala a lettura fine, da 0 a 100, e una sola divisione nella scala da 0 a 50 (la lettura dunque è centesimale).
Cioè ruotando di 5 giri la manopola si ottiene una variazione di 5 divisioni nella scala che va da 0 a 50.
Le bobine esterne hanno tre terminali e il condensatore variabile è collegato al terminale centrale e ad un morsetto laterale.
Il diodo al germanio estraibile 1N34 della Sylvania è in serie al galvanometro e serve per raddrizzare la corrente che attraversa lo strumento.
L`altro terminale del diodo è collegato ad un morsetto che va alle bobine esterne.
Riassumendo: il condensatore variabile è collegato tra il morsetto centrale ed uno laterale: il galvanometro è collegato terminale centrale e, tramite il diodo posto in serie, all`altro terminale laterale. In parallelo al galvanometro c`è un condensatore di 1 nF.
Il termine ondametro ad assorbimento è generalmente usato per descrivere un circuito accordato composto da una induttanza e da una capacità variabile calibrata sulla frequenza (o lunghezza d`onda) naturale del circuito.
Lo strumento serve per misurare la lunghezza d`onda e la frequenza di un`onda elettromagnetica.
Oltre all`usuale misura delle frequenze di oscillatori, radio trasmettitori, e ricevitori di segnali, essi possono essere usati per determinare approssimativamente la frequenza naturale di un circuito accordato, l`induttanza di bobine, e la capacità di un condensatore a radio frequenze.
Noi non abbiamo rinvenuto per ora neppure le istruzioni che riguardano questo strumento, pertanto non possiamo fornire ulteriori dettagli. Chi è interessato può cercare alla voce Radiotecnica altri due ondametri della collezione del Montani. Per consultare le altre quattro schede scrivere: “53286” su Cerca.
La prima foto è di Daniele Maiani; le altre foto sono di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ondametro Allocchio Bacchini Mod. 1780 N° 53286 ad assorbimento 2ª parte


Ondametro Allocchio Bacchini Mod. 1780 N° 53286. Seconda parte.
Il range in lunghezza d`onda 10 ÷ 3000 m a cui corrisponde un range in frequenza 30 ÷ 0,1 MHz, come si legge sulla targhetta posta sulla sua sommità.
Come si è detto nella prima parte un ondametro ad assorbimento è essenzialmente un circuito oscillante a bassissima resistenza formato da un condensatore variabile e da una bobina, il quale è tarato in funzione della frequenza propria del circuito.
Inoltre nel circuito vi è uno strumento atto ad indicare il punto di risonanza che coincide con la massima corrente nel circuito oscillante.
Quando la bobina viene accoppiata ad una sorgente a radio-frequenza e la capacità del condensatore viene variata intorno al valore per il quale l`ondametro entra in risonanza. La posizione del condensatore corrispondente alla massima corrente determina il punto di risonanza.
Si deve evitare di accoppiare troppo strettamente la bobina all`oscillatore oggetto di misura per non danneggiare il galvanometro. Inoltre bisogna evitare la presenza nelle immediate vicinanze della bobina di oggetti metallici che ne mutino l`induttanza e di conseguenza la taratura, similmente altri oggetti potrebbero influenzarne la capacità; bisogna pure considerare che la presenza di un oscillatore provoca una reazione sull`ondametro nel senso che la bobina dell`oscillatore diventa un primario e la bobina dell`ondametro un secondario (“effetto trasformatore”).
L`ondametro serve per le seguenti misure:
1) misura della frequenza di risonanza di un circuito oscillante;
2) misura dell`induttanza apparente di una bobina e della capacità di un condensatore alle frequenze radio;
3) misura dell`induttanza e della capacità distribuita di una bobina alle frequenze radio;
4) misura di piccole capacità e misura della reale capacità di una bobina di arresto sempre alle radio frequenze.

In tre foto si vede dove è collocato il diodo al germanio 1N34 che la Sylvania iniziò a produrre nel 1946.
Con una tensione applicata di 1 V la corrente è di 5 mA; la massima tensione inversa è di 75 V. Con una tensione inversa media di 10 V si ha una corrente inversa di 30 μA, corrente che sale a 0,5 mA se la tensione inversa è di 50 V.
Come si è detto nella prima parte esso serve per raddrizzare la corrente rilevata dal galvanometro.
La seconda e la terza foto mostrano i meccanismi per la rotazione dell condensatore variabile.
Chi è interessato può cercare alla voce Radiotecnica altri due ondametri della collezione del Montani. Per consultare le altre quattro schede scrivere: “53286” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

Ondametro Allocchio Bacchini Mod. 1780 N° 53286 ad assorbimento 3ª parte

Ondametro Allocchio Bacchini Mod. 1780 N° 53286 ad assorbimento. Terza parte.
Abbiamo voluto riportare altre foto: nelle prime due si vedono con altre angolazioni i meccanismi di regolazione del condensatore variabile e parti del semplice circuito senza il diodo 1N34.Nella terza si vede, ripreso dal basso per far risaltare la marca, il galvanometro Mod. G1 a magnete fisso e bobina mobile, per corrente continua, classe 2, tensione di prova 500 V; matr. N° 233105.Nella quarta e quinta foto si vedono la targhetta che reca la marca, il modello, il numero di matricola, il campo di misura e i due oblò attraverso i quali si osservano le scale corrispondenti alla posizione del condensatore variabile.
Si ricorda che le scale sono collegate da ingranaggi in modo tale che ad una divisione della scala da 0 a 50 corrispondono 100 divisioni della scala che va da 0 a 100. Ad un giro della manopola corrisponde l`intero giro della scala a lettura fine, da 0 a 100, e una sola divisione nella scala da 0 a 50. Cioè ruotando di 5 giri la manopola si ottiene una variazione di 5 divisioni nella scala che va da 0 a 50. La lettura è dunque centesimale.
Chi è interessato può cercare alla voce Radiotecnica altri due ondametri della collezione del Montani. Per consultare le altre quattro schede scrivere: “53286” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo provvisorio di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Milliamperometro AESSE mod. PM N° 11783

Milliamperometro AESSE.
Il milliamperometro portatile AESSE – Milano
mod. PM N° 11783 è del tipo magnetoelettrico, con la bobina che costituisce l`equipaggio mobile immersa in un campo magnetico generato da un magnete permanente. Nell`inventario D del 1937 risultano acquistati due esemplari in data 25/02/1953 al costo complessivo di ₤ 66.000.
La classe di precisione è 0,5; le misure si possono eseguire sia in corrente continua sia in corrente alternata con lo strumento posto orizzontalmente; le portate fondo scala sono 250 e 500 mA e la tensione di prova è di 2 kV.
Tra i simboli CEI sul quadrante si vede anche quello che indica “a termocoppia non isolata”.
Non è funzionante.
Questo modello è molto comune nel suo genere; unica particolarità è il deviatore laterale per il cambio portata.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo  di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.