Doppio diodo Philips Industria 1738 matr. N° 36101 ( G. Lucattelli)


Doppio diodo a vapori di mercurio Philips Industria 1738 matr. N° 36101.
Questo tubo elettronico di grandi dimensioni è stato donato al Montani nel settembre del 2015 dall`ex allievo e prof. Giuseppe Lucattelli.
Era appartenuto a suo padre Alberto che resta nella memoria storica di questo Istituto perché nel 1944 contribuì a salvare molti apparecchi e strumentazioni dalla seria minaccia da parte dell`esercito tedesco in ritirata di far esplodere parti importanti degli edifici scolastici con il loro contenuto e di distruggere i macchinari.
Il prof. Alberto Lucattelli mise a repentaglio la sua vita per nascondere parte del materiale del reparto di macchine e del laboratorio tecnologico. Uscendo si trovò di fronte un tedesco col mitra spianato, ma per sua fortuna non accadde nulla. (1)
Il padre Alberto aveva ricevuto il doppio diodo in dono dall`Ing. Clerici in data incerta.
Questo tubo elettronico è un raddrizzatore a doppio anodo, come si vede nel disegno tratto dalla scheda Philips N° 1738, riempito con vapori di mercurio e gas.
Il suo impiego più comune era per la ricarica di batterie e ogni valvola di questo tipo poteva raddrizzare una corrente massima di 15 A per una massimo di 36 celle di piombo.
Per avere notizie sul funzionamento dei tubi elettronici raddrizzatori a vapori di mercurio e sulle precauzioni da seguire per il loro uso ottimale si suggerisce di consultare le tre schede dedicate al tubo Mullard RG3, a quelle del diodo RCA 872A e del diodo Fivre 872A (che costruttivamente sono identici al precedente); basta scrivere: “Mullard” per il primo e “diodo” per gli altri su Cerca.
Le caratteristiche peculiari di questa valvola sono: corrente massima 15 A; filamento rivestito di ossido a riscaldamento diretto in A.C. con tensione Vf = 1,9 V e corrente If = 18 A; tempo di riscaldamento Tw = 2 min (se c’è una urgenza si può scendere a 1 minuto. Per ottenere il normale tempo di ritardo nell’applicazione della tensione anodica si può utilizzare l’interruttore ritardatore tipo 4152. Dopo un suo trasporto o un lungo periodo di non uso, il tempo di riscaldamento deve essere almeno di 5 minuti).
Come si vede nella prima figura, le dimensioni esterne sono: altezza = 284 mm, larghezza 94 mm.
Lo zoccolo è del tipo Edison.
Lo schermo s deve essere connesso al catodo tramite una resistenza di 10 kΩ, 0,5 W.
Nelle foto si vede il resistore color rosso di marca Ophidia.
La valvola va sempre montata e tenuta in verticale durante il funzionamento.
Il suo peso netto è di 370 g.
Le caratteristiche tipiche sono le seguenti: Varc = 9 V ; Vign = 20 V; le caratteristiche limite: Vtr = 95 Veffmax; Vtr = 20 Veffmin; Vainvpicco = 300 Vmax; Ia = 7,5 Amax; Iapicco = 45 Amax ; Rt = 0,2 Ω min; t Hg = 30 – 80 °C.
Bibliografia.
(1) S. Virgili, Il Montani Storia dell`Istituto Tecnico Industriale di Fermo, Fermo 2005, ristampa 2018.
Scheda Philips N° 1738 dell`agosto del 1954.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Cassetta di resistenze variabili a scatti Allocchio Bacchini & Co. N° 15847

Cassetta di resistenze variabili a scatti Allocchio Bacchini & Co. Milano, matr. N° 15847.
Nell`inventario D del 1937 al n° 511 si legge: “Shunt universale Allocchio Bacchini, n° 15847, ₤ 80. Prima destinazione Lab. Radio”.
Risale probabilmente a pochi anni prima del 1937 ed oggi non è funzionante infatti, sottoposta ad un esame sommario, fornisce valori errati.
Secondo le indicazioni dovrebbe fornire la serie di valori: 10 kΩ; 100 kΩ; 1 MΩ; 10 MΩ. Come si vede nelle foto il valore 10.000 Ω  va moltiplicato per il numero vicino al contatto inserito.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Maweco V Gossen

 Maweco V Gossen per misure di tensione in A.C.
Nell`inventario D del 1933/1937, al n° 522 si legge: “Raddrizzatore ad ossido Gossen 5 – 500 V. – Quantità 1. ₤ 60. Prima destinazione: Lab. Radio”.
La sigla deriva da: “MA vometer- WE chseltrom- CO mplemente”.
L`accessorio “Mavometer AC Complemente” (Maweco V) permette di utilizzare il Mavometer Universale per misure in A.C. con un range di misura con portate fondo scala da 5/25/50/100/250/500 Volt; con un consumo di corrente di circa 3 milliampere.
Il Maweco V ha un radddrizzatore e (in basso nella foto) ha due linguette metalliche per il collegamento ai terminali superiori – AV e + A del Mavometer Universale.
Il terminale comune della tensione A.C., come si vede in fig. 1 (Abb. 1 nella pagina di istruzioni, o in alto al centro nella foto), è designato dal morsetto ~ , invece l`altro morsetto va scelto in base all`appropriato campo di misura.
Per ogni campo di misura sul Maweco c`è una doppia scala [vedi fig. 2 (Abb. 2) o la relativa foto].
La scala inferiore è divisa in 50 parti e corrisponde a quella del Mavometer; la scala superiore è calibrata nei valori A.C..
Dunque il valore letto sulla scala con f.s. 50 del Mavometer va confrontato con il valore riportato sulla scala superiore stampata sul Maweco corrispondente alla portata scelta tra le sei a disposizione.
Le due figure e le due pagine 11 e 12 sono tratte da “Gebrauchsanweisung für Universal-Mavometer D.R.P. Original Gossen”.
Queste sono istruzioni in formato PDF che si trovano all’indirizzo: http://www.vintageradio.nl/Schema%27s/Gossen-mavometer.pdf .
Altre informazioni si trovano agli indirizzi: http://www.historische-messtechnik.de/passive-messgeraete/zubehoer/vor–und-nebenwiderstaende/maweco-v-1000v.php
http://www.alte-messtechnik.de/archiv/daten/mavometer-ba-a4.pdf
http://www.historische-messtechnik.de/passive-messgeraete/multimeter/universal-mavometer-g.php
http://www.alte-messtechnik.de/diverse/gossen/mavometer.htm .
L’ultima figura è tratta dalla pag. 7 del libretto di istruzioni Universal – Mavometer Original Gossen del 1930, che si può trovare all’indirizzo: https://www.pa3esy.nl/meetinstrumenten/mavometer/pdf/gossen-mavometer-g-1930-datenblatt.pdf .
Per consultare le schede relative ad altri due Maweco scrivere “Maweco” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Megaohmmetro Siemens & Halske

Megaohmmetro della Siemens & Halske.
Acquistato il 29/11/1938 come risulta nell`inventario D al n° 929: “Misuratore per isolamento S-H”, prima destinazione lab di Radiotecnica.
Le istruzioni per il suo uso sono riportate sul coperchietto in francese.
Esse dicono:
«I) Verifica dell`isolamento per mezzo della dinamo a manovella, i circuiti non sono sotto tensione. Misura dell`isolamento rispetto alla terra. Realizzare le connessioni rappresentate in fig. A. [che purtroppo è quasi illeggibile, N. d. R.]. Girare la manovella molto rapidamente con il tasto abbassato (prova preventiva fig. B), per cui l`ago si porta sullo zero della scala del megaohmmetro, lasciare il tasto senza tuttavia modificare la velocità di rotazione (circa tre giri al secondo) e leggere direttamente il valore {della resistenza} di isolamento sulla scala del megaohmmetro.
II) Misura di tensione sulle reti in corrente continua. Realizzare le connessioni come in fig. C. Leggere la deviazione sulla scala voltmetrica senza abbassare il tasto di prova».
[Seguono brevi istruzioni su come ingrassare la dinamo]…. Per ulteriori istruzioni si rimanda all`Association des Electrotechniciens Allemands, Notice Ms. 304.

Sulla scala del megaohmmetro si legge distintamente da zero fino a 5 MΩ, ovviamente la scala continua per valori di resistenza teoricamente infiniti, ma senza la possibilità di lettura.
La scala voltmetrica permette di misurare un valore massimo di 240 volt.  Come è scritto sul morsetto a destra sotto la scala. I simboli a sinistra in basso nella scala dicono che lo strumento è in C.C.; a magnete fisso e bobina mobile; e appare la solita stellina rossa comune a molti strumenti di quell’epoca di cui non sappiamo il significato, ma che probabilmente indica la tensione di prova.
Al centro del quadrante c’è il logo della ditta.
L`ing. Claudio Profumieri ha sottoposto lo strumento ad una sommaria indagine da cui esso risulta funzionante ma impreciso, poiché la misura della resistenza campione usata (di valore noto), fornita dal megaohmmetro, non era soddisfacente.
Nota: nell`inventario generale del 1923 al n° 1117/10 si legge: “Misuratore di isolamento SH con cassettina di custodia”, probabilmente ci si riferisce ad uno strumento più antico andato perduto.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo  di Fabio Panfili.
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Microammeter Weston D.C. Mod. N° 622 Ser. N° 661

    Microammeter Weston D.C.
Inventario D del 1937 n° 920.
È un microamperometro di precisione con portata massima di 1 milliampere in ottimo stato di conservazione. Acquistato presso la ditta S. A. Ing. Belotti & C. di Milano il 25 luglio del 1938 e destinato al laboratorio di Radiotecnica.
Costruito dalla Weston Electric Instrument Corp. di Newark, N.J. , U.S.A. . Modello N° 622, serie N° 661. Come si legge sotto il quadrante.Testato dalla Weston il 2 novembre del 1937, come è riportato sull`interno del coperchio.Presenta tre scale con portate: 200 quella rossa pittosto sbiadita e 500 e 1000 quelle nere, e lo specchietto, per evitare l`errore di parallasse.
In alto sul quadrante si legge: “PATENT NO. RE 19.735”
Un commutatore permette di cambiare le portate fondo scala da 50 a 1000 μA, come si vede nelle foto.
Inoltre è ben visibile il correttore di zero, che serve per posizionare sullo zero l`indice, prima della misura.
L`ing. Claudio Profumieri ha controllato accuratamente il suo funzionamento e, dall`analisi comparativa con un moderno multimetro, ne sono risultate la grande precisione e fedeltà.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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