Galvanometro Shallcross N° 316-A Serial NO. 25733


 Galvanometro Shallcross N° 316-A Serial NO. 25733. Nell`inventario del 1956, in data 3 ottobre 1957, al n° 1349-50 si legge. “LARIR – MILANO. Galvanometro con scala a zero centrale – serie 316 Shallcross. Quantità 2. ₤ 96.000. Destinazione Radiotecnica”.
Una etichetta reca la scritta: “SERIAL NO. 25733 MANUFACTURED BY SHALLCROSS MFG.CO. COLLINGDALE, PA. U.S.A.”

Non abbiamo le caratteristiche di questo esemplare, ma il suo interno ne rivela l`estrema semplicità costruttiva.
Su un polo del magnete permanente a forma di U è incisa la lettera N; tra i due poli vi è un cilindro di alluminio che contiene l`equipaggio mobile con sopra la scritta: “250 OHMS”.
Collegate al commutatore vi sono tre resistenze: la prima a sinistra nella foto è di 2250 Ω ± 1 %; la seconda al centro vale 225 Ω ± 1 %; la terza a destra è di 25 Ω ± 1 %. Esse servono per variarne la sensibilità quando si procede nella misura di zero; infatti il commutatore presenta tre posizioni: 1; 0.1; 0.01.
Il galvanometro funziona solo in C.C..
L`ing. Profumieri ha aperto entrambi i galvanometri per osservarne l`interno che è identico.
In seguito l`ing. Lorenzo Cognigni ha esaminato il circuito ricavandone i tre schemi che riportiamo nella scheda relativa al NO. 25732.
Sopra i due morsetti-boccole, vi è il logo della ditta che fa parte della scritta: “SHALLCROSS N° 316 – A PORTABLE GALVANOMETER”.
Sotto il commutatore si trova il galvanometro che presenta in alto una manopola per l`azzeramento dell`ago, detta manopola dal bordo zigrinato reca il logo della ditta nella parte superiore; nelle foto si vedono i due fermi metallici che ne bloccano la rotazione.

Appena sopra il quadrante vi è un pulsante metallico con sotto la scritta “LOCK” e due freccette, se esso viene spostato verso la manopola di azzeramento, blocca l`ago del galvanometro; mentre, se viene spostato verso il quadrante, libera l`ago.
In genere i galvanometri hanno un tasto facente questa funzione ed anche questa soluzione ci è parsa curiosa. Ultima stranezza è il quadrante che non presenta nessun simbolo.
Per avere altre informazioni si consulti la  scheda del NO. 25732 scrivendo: “Shallcross” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili, con la consulenza degli Ingegneri Lorenzo Cognigni e Claudio Profumieri.
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Antica radio ricevente

Antica radio ricevente costruita quasi sicuramente al Montani nella sezione Radiotecnica.
Un sommario esame dei materiali la farebbe risalire agli anni Trenta del Novecento; inoltre è incompleta.
Mancano: il trasformatore e il circuito di alimentazione; e forse l`amplificazione in bassa frequenza e il trasduttore, costituito probabilmente da un altoparlante elettrodinamico. A meno che non si usasse una cuffia.
All`epoca la bobina di eccitazione, che forniva il campo magnetico costante all`altoparlante, era utilizzata anche come impedenza di filtro nel circuito di rettificazione per alimentare l`intera radio.
La valvola più piccola è un triodo Telefunken 074n Neutro, mentre l`altra è un pentodo Zenith TP4100 entrambe risalenti agli anni Trenta.
Si pensa che questo esemplare avesse come finalità didattiche sia la costruzione sia lo studio delle caratteristiche di funzionamento.
Se qualche visitatore del sito ha informazioni in merito, può scrivere all`indirizzo: fabio.panfili@live.it.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Bridge rectifier Weston Mod. 705 N° 19557 (G. Lucattelli)




Bridge rectifier Weston Mod. 705 matr. N° 19557.
Questo raddrizzatore a doppia semionda è stato donato al Montani nel settembre del 2015 dall`ex allievo e docente al Montani prof. Giuseppe Lucattelli.
Era appartenuto a suo padre Alberto che resta nella memoria storica di questo Istituto perché nel 1944 contribuì a salvare molti apparecchi e strumentazioni dalla seria minaccia da parte dell`esercito tedesco in ritirata di far esplodere parti importanti degli edifici scolastici con il loro contenuto.
Il padre lo aveva ricevuto in dono dall`Ing. Clerici ed è forse databile tra la fine degli anni Trenta e l`inizio degli anni Quaranta.
Il raddrizzatore è un accessorio di un “Weston Sensitrol Relay Model 705 Millivolts meter” che non fa parte della collezione del Montani.
La sua portata fondo scala è di 15 mV, che probabilmente indica la tensione alla quale scatta il relay; infatti nel quadrante in basso si legge: “Red index and figures show contact setting. Reset by external push button”.
La targhetta reca la scritta: “WESTON MODEL 705 N° 19557 WESTON ELECTRICAL INSTRUMENT CORP: NEWARK, N. J., U.S.A. K.S. 8385”.
È un raddrizzatore a doppia semionda tuttora funzionante. Per prudenza l`ing. Profumieri lo ha alimentato a vuoto in C.A. tra i morsetti 1 – 2; la doppia semionda, in uscita tra i morsetti 3 positivo e 4 negativo, era ben visibile all`oscilloscopio.
Si ha ragione di supporre che al suo interno vi sia un ponte di Graetz.
È curiosa la presenza di una piccola bobina collegata in serie tra il morsetto 1 e uno dei due contatti in A.C. .

Dalle ricerche effettuate si ha la conferma che la Weston ha costruito dei Sensitrol Relay meter con caratteristiche diverse ma sotto la stessa denominazione: Mod. 705. Ad esempio abbiamo trovato una pubblicità nella rivista Electronics della Mc Graw-Hill Publishing Company, Inc., in data January 1937, nella quale vengono presentati due strumenti.
1°) Un Weston Sensitrol Relay Double Adjustable Contacts, sul cui quadrante si legge: “Pat. pend. Model 705 Serial NO. 1003 MICROAMPS. To reset move index to red line”, con range da 0 a 2.
2°) Un altro Model 705 Sensitrol Relay Single Fixed Contact, sul cui quadrante si legge: “Pat Pend Model 705 Serial NO. 400 MILLIVOLTS Pointer Normally To Right Of Red Line”, con range da 0 a 1.
Inoltre, sempre in rete si trovano agevolmente: un esemplare con range da 120 a 155 VOLTS A.C. sul cui quadrante c’è scritto “U.S. Pat. con un lunghissimo numero, Mod. 705 Sr.S75115”; inoltre un altro Mod. 705 con range da 0 a 15 MILLIVOLTS sul cui quadrante si legge: “Red index and figures show contact setting Reset by external push button”.

Se a questi esemplari si aggiunge che l’accessorio raddrizzatore ha lo stesso mod. 705, si resta quanto meno perplessi, poiché per esperienza ci si aspetta che ad oggetti con caratteristiche diverse corrispondano modelli diversamente numerati.
Sono tutti strumenti compatti che possono operare su valori più bassi di 2 microampere o 1 millivolt direttamente da fotocellule, termometri a resistenza o altri generatori di piccola potenza.
Questi Weston Sensitrol Relay hanno trovato ampia applicazione in tutta l’industria sui problemi di controllo e misura che richiedono estrema sensibilità , come il controllo avanzamento di scala automatico, il controllo di torbidità, di precipitazione atmosferica, di temperatura, sistemi di allarme e di segnalazione, ecc. ecc. .
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro Gossen N° 249951

Amperometro Gossen matr. N° 249951.
Nell`inventario D del 1933/1937, al n° 516 si legge: “Amperometro Gossen – per c.a. portata 5 A – fondo scala – 2. ₤ 100. Prima destinazione Lab. Radio”.
Non siamo sicuri che si tratti di questo esemplare, che è adatto sia per C.A. sia per C.C., ma è l`unico riferimento trovato.
Sul quadrante non appare la mitica scritta: “Original Gossen D.R.P.” ma è presente a destra in basso il marchio di fabbrica PGCO, acronimo di P. Gossen and Company.
La ditta era sita in Erlangen, Bayern, Germania.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro Siemens & Halske 3174971

Amperometro Siemens & Halske, matr. N° 3174971.
Nell’inventario D del 1933/1937, al n° 523, si legge: “Amperometro – SH – 5 A – n° 3174971- Quantità 1. ₤ 100. Prima destinazione – (Lab. Radio)”.
Il valore ₤ 100 non è attendibile, poiché l’estensore dell’inventario lo attribuisce a molti strumenti già esistenti. Sul quadrante si osservano: due scale, con portate di 15 e 5 f.s.; lo specchietto per limitare errori di parallasse; il numero di matricola; il logo della ditta; il simbolo di C.C.; un simbolo poco usuale indicante che l’equipaggio è a ferro mobile; un altro simbolo significa che lo strumento va usato in posizione orizzontale e, per finire, la stellina rossa che forse si riferisce alla tensione di prova di isolamento a cui esso è stato sottoposto.
Questa stellina compare spesso negli strumenti risalenti agli anni Venti.
È noto che un equipaggio a ferro mobile è adatto per misure in C.C. e in C.A., ma su una targhetta ovale, posta sotto il quadrante, è ben chiara la scritta col simbolo ∼ (C.A.) ; la targhetta riporta inoltre: la portata di 5 A e la R ≈ 0,03 Ω. Ancora più in basso la vite serve per azzerare l’ago.

A corredo dello strumento abbiamo trovato uno shunt, visibile nelle foto, le cui particolarità costruttive fanno sospettare che esso sia stato acquistato in data posteriore; ma non è stato trovato negli inventari.
Fra i morsetti c’è la scritta in rilievo: “SIEMENS” che avvalora questo assunto. Lo shunt riporta le seguenti scritte in uno stile molto più attuale: “Kl. 0,2; 10 A / 10 mA / 100 mV; L 59 W 9-036” inoltre vi è una stellina con impresso un “2” che indica una tensione di prova di isolamento di 2 kV secondo le norme CEI.
Questi ultimi particolari avvalorano il precedente sospetto poiché questo è un simbolo CEI, mentre l’amperometro riporta simboli più antichi.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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