Motore turbogetto Goblin de Havilland Mark 35 N°16219 1ª parte

  Motore turbogetto Goblin de Havilland. Prima parte.
Non è stato rinvenuto negli inventari d’epoca.
Il Sig. Raffaele Vitali, ex tecnico del Laboratorio Tecnologico della Sezione Meccanica, ha detto a chi scrive: «Il motore fu donato dopo il 1956 dalla Fondazione Carlo e Giuseppe Piaggio – Genova, poiché al collaudo non aveva raggiunto la spinta necessaria al volo».
Abbiamo ritenuto opportuno iniziare con alcune foto fatte nei laboratori di tecnologia che oggi non esistono più.
In quella parte dell’edificio del Triennio attualmente (2023) vi sono i laboratori di Elettrotecnica e di Elettronica, che  attendono un futuro restauro edilizio e quindi saranno chiusi.
Chiediamo pertanto ai cortesi ed informati visitatori se ci possono dire le date ed eventuali altre notizie delle foto nelle quali il Goblin campeggia, per le sue dimensioni, rispetto agli antichi motori stellari, di cui oggi restano due soli esemplari, scrivendo a fabio.panfili@live.it .
Una targa circolare posta tra le due bocche di aspirazione reca la scritta ben evidente: “DH GOBLIN”.
Una targhetta reca la scritta: “DE HAVILLAND ENGINE COMPANY LTD. STONEGROVE. EDGWARE. ENGLAND. GOBLIN MARK 35 ENGINE No. 16219”.
In Internet si trova una vastissima documentazione con moltissime foto e figure.
Alcune notizie si possono trovare ad esempio agli indirizzi:
http://jnpassieux.fr/www/html/Goblin.php
dal quale si possono accedere ad altri interessanti indirizzi dai contenuti storici.
https://www.museomotori.unipa.it/scheda.php?id=238
https://en.wikipedia.org/wiki/De_Havilland_Goblin.
https://it.wikipedia.org/wiki/De_Havilland_Goblin

Riportiamo qui altre foto dei particolari esterni del motore e una figura nella quale vengono evidenziati i percorsi dell’aria e dei gas combusti, rinvenibile all’indirizzo: http://www.cairdpublications.com/images/enlarged/Goblin.htm .
Riportiamo poi una figura tratta da:
https://it.wikipedia.org/wiki/File:Rolls_Royce_Goblin_II_numbered_cutaway.jpg
Entrambe sono state adattate al sito.

Per finire riportiamo una figura tratta da:
https://www.thisdayinaviation.com/tag/halford-h-1/
pagina anch’essa piena di storia.
Per consultare le altre due schede scrivere: “Goblin” su Cerca.
Le prime sei foto (posteriori al 1956) sono di autori sconosciuti e fanno parte della collezione del Montani come si può vedere anche nella sezione “Immagini d’epoca” del Museo Virtuale.
Le foto recenti sono di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

Mulinello di Woltmann Ing. A. Salmoiraghi Milano 36254 (Museo MITI)

Mulinello di Woltmann.
Nell`inventario particolare per categoria n° 8 del 1925 al n° 48/471 di pag. 135 si legge: “Filotecnica Salmoiraghi, via Raffaello Sanzio, Milano; Molinello Voltmann con 1 asta fissa tubo acciaio – 1 fettuccia metrica – un cronografo centesimale; ₤ 908,10”.
A conferma, nell`inventario particolare per reparto n° 7 a pag. 58, n° 60/471, si legge: “Filotecnica Salmoiraghi. Via R. Sanzio 5 – Milano. Molinello Voltmann con 1 asta fissa tubo acciaio. 1 fettuccia metrica – 1 cronografo contasecondi. Quantità 1. ₤ 908,10”.
Per finire, nell`inventario D del 1937 al n° 886 si legge: «Mulinello di Woltmann completo di accessori e astuccio N° 36254. ₤ 200».
Sul timone dell`apparecchio si legge: « “La Filotecnica” – Ing. A. Salmoiraghi S. A. Milano 36254».
Il numero di matricola è riportato anche sull`elica.
Il mulinello di Woltmann in oggetto è un misuratore ad elica di velocità dell`acqua.
Fu inventato nel 1790 da R. Woltmann (1757 – 1837) ingegnere idraulico.
Inizialmente veniva chiamato correntometro ad elica.
La velocità di rotazione del rotore è proporzionale alla velocità del liquido.
Una cordicella permette di iniziare e terminare la misura disinserendo o inserendo un fermo alle ruotine sulle quali si fanno le letture. Nel contempo si fa partire e poi si arresta un cronometro.
All`interno del coperchio della cassetta di legno che lo contiene si trova un cartellino recante la scritta:
«Molinello N. 36254, elica unica. Taratura eseguita il 6 – 3 – 1940. Per 0,2 ≤ n ≤ 2 …. V = 0,0037 + 0,2471 n …. Per 2 ≤ n ≤ 8 …. ≤ …. V = 0,2656 n …. dove V = velocità dell`acqua in m/sec. n = numero dei giri d`elica al secondo. … “La Filotecnica” Ing. A. Salmoiraghi S. A. – Milano».

Nella cassetta si conservano inoltre: il grafico di taratura eseguito dalla ditta il 15 dicembre 1924 e la tabella relativa alla taratura con specificati i dati attendibili; un breve elenco delle formule utili per il corretto uso del mulinello della Filotecnica datato 15 dicembre 1924 e un diagramma eseguito da un allievo, tal G. Innocenzi del V° Sup. Sez. Mecc. .
Lo strumento è esposto al Museo MITI su proposta di Fabio Panfili.

Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo provvisorio di Fabio Panfili.
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Oculare Nr. 1959 dell’Ottimetro C. Zeiss N°5547


Oculare matr. Nr. 1959 dell’ottimetro C. Zeiss matr. N° 1919.
Questo oculare costituisce un accessorio all`Ottimetro Carl Zeiss matr. N° 5547.
Nel suo campo visivo sono incisi numerosi profili di filettature ben visibili per l`illuminazione artificiale. Regolando opportunamente la sua posizione si fa coincidere il profilo inciso otticamente con quello della filettatura in esame e poi si procede con la misura del passo.
La scelta viene fatta fra i profili visibili nel campo di osservazione, caratterizzati da angoli diversi.
Abbiamo aggiunto qui due foto dell`altro oculare matr. N° 5547 così come appare montato sul microscopio dell`ottimetro.

 Per vedere la scheda relativa all’ottimetro scrivere “5547” su Cerca.
Con la preziosa consulenza  del P. I. Angelo Sgammini che ringraziamo.
 Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo  di Fabio Panfili.
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Ottimetro con supporto orizzontale Carl Zeiss Jena, 2ª parte ( Museo MITI)

  Ottimetro con supporto orizzontale Carl Zeiss Jena, matricola N° 1852. Seconda parte.
Completo di accessori. Nell`inventario D del 1937 al n° 1004 si legge: «Ottimetro a supporto orizzontale Zeiss completo di dispositivi; ₤ 23685; importato da Meccanoptica – Milano».
Su un becco è scritto: “Optimeterseite” e sull`altro: “Pinolenseite”.
Riportiamo qui di seguito in maniera integrale alcuni brani tratti dal catalogo sugli strumenti di misura della Carl Zeiss-Jena (avvertendo il lettore che eventuali termini impropri presenti nell`edizione italiana sono forse dovuti ad una cattiva traduzione): Utensili e strumenti di misura e controllo, Schuchardt & Schütte A.-G., Milano 1929, sede centrale Berlino.
«L`ottimetro è una macchina misuratrice appropriata per eccellenza alle misure di lavoro e di controllo. I risultati della misura sono indipendenti da viti e da indici meccanici, e la misura consiste in una comparazione ottica rispetto ad un pezzo campione con valutazione numerica della deviazione fino a ± 0,1 mm e lettura immediata a 0,001 mm. I larghi intervalli esistenti tra i tratti della graduazione permettono la stima sicura di valori anche più piccoli. … Nella presente costruzione il tubo dell`ottimetro si presenta disposto in un supporto orizzontale che si presta per misure comparative di calibri cilindrici, dischi di controllo ed altri pezzi consimili, i quali, per la loro forma difficilmente si lasciano collocare in posizione orizzontale. I calibri cilindrici, dischi di misura ecc. possono essere esaminati anche in rapporto a difetti di cilindratura ecc. 
Il supporto regge una colonnetta innalzabile alla quale è applicato il tavolino. Questo scorre su sfere al fine di ridurre il più possibile l`effetto del peso del pezzo in esame ad al fine di ottenere un contatto leggero con la contropunta. Manovrando il tavolino nel senso dell`altezza si stabilisce se il pezzo è esente da conicità. All`illuminazione dell`ottimetro si può provvedere con luce diurna od anche con luce artificiale. … Per l`esame di calibri a forcella o ad anello forniamo un dispositivo complementare da applicarsi all`ottimetro orizzontale. Lo strumento così composto [l`esemplare nelle foto della scheda precedente N.d.R] serve per misure interne di calibri ad anello, di calibri a forcella, di anelli per cuscinetti a sfere ecc. Un calibro a forcella o ad anello può essere direttamente confrontato con aste di riscontro. Il meccanismo si compone di due sostegni a becchi, vincolati rispettivamente alla punta mobile ed al tubo dell`ottimetro. Poiché l`ottimetro serve fondamentalmente soltanto per misure comparative, si determinerà il diametro nominale per misure interne in base ad una misura di confronto. Il dispositivo per misure interne viene fornito con due becchi di forte spessore e due leggeri. La fig. 1 dimostra come avviene l`aggiustaggio dei due beccucci. L`ottimetro viene messo a zero con l`ausilio di questi due beccucci, dopo di che ad es. si può effettuare il controllo di un calibro a forcella come appunto si può rilevare nella fig. 2 . Nella fig. 3 è dimostrato come avviene l`aggiustamento diretto mediante i blocchetti di riscontro. Per questo aggiustamento devesi impiegare un blocchetto di dimensione corrispondente alla misura nominale, meno due volte la distanza frapposta tra un qualsivoglia punto, sia interno che esterno, della superficie di contatto. Per la misura dei punti di contatto debbonsi impiegare dei beccucci pesanti dello spessore di mm 13 e dei beccucci leggeri dello spessore di mm 6. La figura [dove si vede l`ottimetro completo, N.d.R.] fa rilevare il punto libero di contatto interno. I punti esterni trovansi invece a contatto della superficie interna dell`anello. Sulla parte esterna concava del braccio destro, che serve di sostegno ai beccucci, trovasi una piccola leva oscillante con la quale si può variare la pressione nei contatti tanto nelle misure di interni come nelle misure esterne (vedi fig. 1 e 3 ). Con la leva doppia ad alette, che trovasi esternamente al braccio stesso, viene spostata la punta di contatto di Agata. Queste due leve sono altresì utili per determinare con rapidità il massimo diametro, nel controllo di anelli di riscontro e simili. Per precisare invece il minimo diametro, al tavolo normale dell`ottimetro si applica una seconda tavola a croce, che è facilmente girevole attorno al suo asse verticale in modo da permettere la determinazione istantanea della misura di calibri a forcella e dei blocchetti di riscontro. Il tavolo è altresì spostabile in senso verticale per la misura di pezzi di varia altezza».
Per consultare le altre schede scrivere  “supporto orizzontale” su Cerca.
Lo strumento è esposto al Museo MITI su proposta di Fabio Panfili.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo a cura di Fabio Panfili.
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Ottimetro a quadrante

Ottimetro a quadrante.
Questo strumento non è rinvenibile negli inventari e non reca alcun segno di riconoscimento.
Da un sommario esame appare comunque antico.
Esso serve sicuramente per misure di lunghezze con precisione di 1/100 di millimetro.
Chi scrive e il P.I. Angelo Sgammini hanno svolto una indagine sul suo funzionamento misurando il passo della filettatura di una vite.
Sembra che si possa eseguire una misura solo se le distanze tra due punti siano complanari al tavolino sottostante il microscopio.
Il suo uso è molto semplice: si posiziona il primo punto sotto al microscopio, portandolo bene al centro del reticolo inciso otticamente, con la manopola grande; la messa a fuoco si fa agendo sulla manopola a fianco del microscopio e dunque si prende nota della lettura sul quadrante. Poi si sposta il microscopio, ancora per mezzo della manopola grande, fino a inquadrare bene il secondo punto, dopo di che si prende nota della lettura sulla scala.
Il quadrante, sul quale ruota un indice ad ago, è diviso in quattro parti uguali, come si vede nelle foto: ad ogni parte corrisponde l`avanzamento di un millimetro e la rotazione dell`indice di 90° ed ogni parte è divisa in cento parti uguali; quindi un giro completo dell`indice corrisponde a 4 mm.
Una scala lineare di portata 50 mm, ben visibile nella foto, fornisce la lettura grossolana in mm.
La misura della lunghezza si ottiene dunque per differenza.
Il braccio che porta sia il microscopio sia il quadrante può essere regolato in altezza mediante una terza manopola. Purtroppo l`usura ne ha minato l`attendibilità delle misure.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
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