Apparecchio per la misura dell’impronta Brinell Mohr & Federhaff 1ª parte (Museo MITI)


Apparecchio per la misura dell`impronta Brinell accessorio della pressa Mohr & Federhaff. Prima parte.
Probabilmente acquistato nel 1914. Nell`inventario D del 1919 al n° 1408/27 si legge: «Altro apparecchio in alluminio da unirsi alla pressa Brinell per misurare la profondità della calotta e 5 sfere d`acciaio di ricambio».
Mentre nell`inventario particolare per reparto del 1923 si legge al n° 24/343: «Misuratore profondità impronta pressa Brinell – ₤ 150».
All`interno dell`astuccio si legge: «Manneimer – Maschinenfabrik Mohr & Federhaff Mannheim».
Oggi mancano tutte le sfere.
Per la descrizione e l`uso dello strumento si rimanda alla seconda parte; per consultarla scrivere: “Brinell” su Cerca.
Lo strumento è esposto al Museo MITI, come si vede in una foto particolare della Sala 4, su proposta di Fabio Panfili.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.


 

 

 

Calcolatore rapido System Bloch N° 3318 (Museo MITI)

       Calcolatore rapido System Bloch.
 Nell`inventario D del 1937 al n° 644 si legge: «Calcolatore rapido dei tempi di lavorazione, sistema Bloch. ₤ 40». Probabilmente risale agli anni venti del Novecento.
A sinistra in basso l`esemplare reca la scritta:
« Schnellkalkulator – System Bloch – Zur Zeitbestimmung der Spanabnahme bei Werkzeugmaschinen. D.P.R.».
A destra in basso si trova la matricola N° 3318.
Nello schedario dell`attuale Laboratorio Tecnologico della Sezione Meccanica si conservano sia i documenti relativi ad alcuni lavori effettuati con il calcolatore, sia un manoscritto con le istruzioni per il suo uso, purtroppo privo del nome dell`autore e della data.
La figura qui sotto è il frontespizio del manoscritto dove è ben visibile uno schizzo del calcolatore e sotto si distinguono quattro casi: tornitura, foratura, piallatura, fresatura. Poi nel manoscritto seguono alcuni esempi strettamente tecnici che omettiamo.
Riportiamo qui di seguito un estratto parziale e fedele del manoscritto, dove si fa riferimento al suddetto schizzo.
«In conseguenza della semplicità del calcolatore rapido vengono affrontati soltanto alcuni esempi tolti dallo svariato campo di applicazione, i quali però pienamente bastano, per dare confidenza col maneggio dell`apparecchio. La indicazione dei valori che servono di norma per il calcolo avviene a mezzo d`indici, che vengono posti sulle
corrispondenti scale. La scala a sinistra h indica la semplice lunghezza della corsa in mm, essa viene in questione soltanto nel movimento rettilineo di va e vieni, col quale la produzione del truciolo avviene soltanto nell`andata, come nelle pialle, limatrici e stozzatrici. La lunghezza della corsa comprende anche il cammino del ferro (utensile) necessario fuori della lunghezza di lavoro del pezzo. Sulla scala d viene contrassegnato in mm il diametro del pezzo nel lavoro al tornio, oppure il diametro della fresa o della punta del trapano. La scala s viene in uso per la velocità di taglio in metri al minuto nel lavoro rotativo, o per la velocità media della tavola nel lavoro rettilineo. La scala n comprende i valori per numero di giri al minuto per il mandrino del tornio, per il mandrino della fresatrice, o per il mandrino del trapano, o, nel lavoro a moto rettilineo, il numero delle doppie corse al minuto. La scala z da il tempo di lavoro in minuti, parte anche in secondi. La scala v indica i valori per l`avanzamento in mm per giro nel movimento rotativo e lo spostamento, in mm per doppia corsa, nel movimento rettilineo di lavoro. La scala l indica la lunghezza del pezzo rotante o la profondità del foro in mm; nel movimento rettilineo di piallatura o stozzatura, per contro, la larghezza del pezzo in mm. Per collocare sullo spazio della tavola calcolatrice tutti i valori che si presentano in pratica, le scale h, d, n e z portano una numerazione nera e una numerazione rossa. I numeri rossi segnano un importo decuplo dei numeri neri. Nell`uso del calcolatore rapido è da badare, che in tutte le operazioni nelle quali necessitano i numeri rossi delle accennate scale, anche i calcoli debbono eseguirsi coi sopraddetti numeri; vale a dire se si pone ad es. sulla scala d il valore 150 (rosso) devesi anche il risultato sulle scale n e z leggere in cifre rosse. Non vi è nessuna variazione di risultati se si pone l`indice anziché sul 150 (rosso) sul 150 nero; soltanto si deve poi anche leggere il risultato in n e z in cifre nere. La scala l contiene soltanto i valori da 5 a 1000 mm; per valori più grandi o più piccoli è possibile servirsene, senza alterar la comodità del calcolo, moltiplicando o dividendo rispettivamente il valore per 10 coll`avvertenza di far uguale operazione sul risultato».
Lo strumento è esposto al Museo MITI su proposta di Fabio Panfili.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo a cura di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

Grande microscopio metallografico C. Reichert 3ª parte (Museo MITI)

Grande microscopio metallografico C. Reichert, 3ª parte.
Riportiamo qui un brano del dépliant che accompagna lo strumento e che fa parte della collezione accessori del microscopio attualmente esistente:
«I progressi fatti in questo quarto di secolo [Novecento, N.d.R.] nella tecnica dei metalli e delle leghe sono legati strettamente allo sviluppo della chimica-fisica e dei mezzi di ricerca: fra questi, in prima linea, si può mettere il microscopio metallurgico.
È noto che la composizione chimica è soltanto uno dei fattori che determina le proprietà dell`acciaio e delle leghe metalliche: il sistema di produzione, il trattamento meccanico ed il trattamento termico hanno altrettanta importanza poiché il loro effetto è quello di agire sulla struttura fisica dei metalli.
L`analisi chimica ci può dire che l`acciaio, col quale è costruito un determinato pezzo, contiene 0,50 di carbonio, 0,60 di manganese, 0,15 di silicio, 0,04 di fosforo, ma non ci può far sapere se l`acciaio è duro o dolce, resistente o meno, duttile o fragile, sano o difettoso.
Tutte queste qualità dipendono dallo stato fisico e dai trattamenti che ha subito il lingotto dopo che è stato colato. Molti di questi cambiamenti di stato fisico possono anche rilevarsi ad occhio nudo (grossezza del grano), però il microscopio li mette in maggiore e completa evidenza.
Nella maggioranza della osservazioni microscopiche e specialmente nelle biologiche si esaminano sezioni sottili di materiali in trasparenza, poiché la luce può passarvi attraverso.
Nel caso dei metalli questo metodo non può essere usato, poiché essi sono opachi e si deve ricorrere alla luce riflessa.
La disposizione adottata da Le Chatelier nel 1897 è ancora quella usata oggi.
Nel microscopio invertito (vedi figura 2) l`oggetto metallico viene posto sulla piattaforma con la superficie piana e preparata rivolta all`ingiù.
I raggi provenienti dalla sorgente luminosa passano attraverso al tubo illuminante (5) e ad un prisma o ad una lastra di vetro piana che li devia dal loro cammino così da raggiungere attraverso l`obbiettivo la superficie del preparato. I raggi vengono riflessi e, attraversando di nuovo l`obbiettivo, producono l`immagine.
Questa viene poi deviata a 90° mediante un prisma girevole a riflessione totale e può essere diretta tanto verso un oculare per visione diretta (14) quanto verso un oculare a proiezione (15) permettendo così la riproduzione fotografica.
La casa C. Reichert ha dedicato tutta la sua esperienza nella fabbricazione di questi apparecchi e costruisce ora un modello di GRANDE MICROSCOPIO METALLOGRAFICO che è quanto di più perfetto si possa trovare. …».
Seguono poi la descrizione dei vantaggi specifici del microscopio e l`elenco delle varie combinazioni di accessori che si potevano ordinare all`epoca.
Abbiamo riportato anche le due immagini, contenute nel dépliant, che si ottenevano con il microscopio.
Insieme agli accessori che ci sono pervenuti si trovano anche molte stampe simili e anche numerose lastre fotografiche datate 1935.
Si prega in proposito di consultare la 5ª e 6ª parte scrivendo “Reichert” su Cerca.
Lo strumento è esposto al Museo MITI, su proposta di Fabio Panfili.
Foto di Contemporanea Progetti, elaborazioni e ricerche di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

Grande microscopio metallografico C. Reichert 2ª parte (Museo MITI)

Grande microscopio metallografico C. Reichert.  2ª parte. Questa scheda è stata inserita per mostrare i dettagli del MIKROSKOPE GIOLITTI N° 9 ed altri particolari.
Per ulteriori informazioni si possono consultare le altre schede scrivendo “Reichert” su Cerca.
Lo strumento è esposto al Museo MITI, su proposta di Fabio Panfili.
Foto di Claudio Profumieri e Contemporanea Progetti, elaborazioni di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

Goniometro

Goniometro.
Esistono due esemplari di cui uno è conservato presso il Laboratorio Tecnologico della Specializzazione Meccanica. Essi sono stati costruiti al Montani in data incerta.
Lo strumento serve per la misura degli angoli con approssimazione di 1′.
Ben visibile nelle foto proposte il nonio.
Foto di Daniele Maiani e Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo provvisorio di Fabio Panfili.