Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro Siemens & Halske N° 2081863

   Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro  Siemens & Halske, matr. N° 2081863.
Nell`inventario D del 1937, al n° 5 si legge: “Amperometro da quadro – Siemens – magneto elettrico – 5A – zero centrale – N° 2081859-61-63 – munito di Shunt e conduttori collegamento, su mensola di legno. Quantità 3. ₤ 650. Prima destinazione (Laboratorio Misure Elettriche)” .
Siamo quasi certi che esso sia un po` più antico, ma gli inventari precedenti sono troppo vaghi nelle descrizioni. Inoltre la presenza del dischetto in alto a sinistra sul legno (dove si legge:  “A 5”) era tipica di oggetti risalenti agli anni Venti del Novecento.
Lo strumento è del tipo elettromagnetico, cioè l`equipaggio mobile è costituito da una bobina immersa nel campo di un magnete permanente, ha i morsetti posti sul retro con lo shunt collegato in parallelo tramite due fili avvolti insieme, come era d`uso all`epoca.
Tale tipo di collegamento serviva per attenuare gli effetti magnetici delle correnti circolanti nei due fili. Sul quadrante, oltre al logo della ditta e la grande “A” posti al centro, in basso si leggono il numero di matricola, e i simboli del suo funzionamento: in corrente continua, il quadrante in posizione verticale, l`equipaggio mobile immerso nel campo di un magnete permanente.
Per ora ignoriamo il significato della stellina rossa, in basso a destra, che potrebbe riferirsi alla tensione di prova di isolamento a cui è stato sottoposto. Stellina che appare in molti strumenti dell`epoca.
Con lo zero centrale, la sua portata è di 5 A in C.C. .
Sullo shunt si leggono, oltre al logo: “5 A, 60 MV, 2081859/63”; il logo si legge pure sui terminali che vanno collegati ai morsetti. Lo shunt ha la forma di una lamina e generalmente è di manganina.
Dopo il ritrovamento (maggio 2014), l`ing. C. Profumieri ha sottoposto l`amperometro ad una attento e meticoloso restauro non invasivo.
Per avere informazioni sugli strumenti magnetoelettrici si possono consultare:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 120-127.
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 82-86.
A. F. Corbi Jr., Principles of permanent magnet movable coil and movable iron types of istruments, Monograph B-7, Weston Electrical Instrument Corporation, Newark-New Jersey 1928.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro Siemens & Halske N° 473885


Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro Siemens & Halske, matr. N° 473885.
Nell`inventario D del 1937, al n° 8 si legge:  “Amperometro da quadro Siemens – magneto elettrico – 10 A – zero centrale – N° 473885 – su mensola. ₤ 250. Prima destinazione (Laboratorio misure elettriche)”.
Il suo acquisto potrebbe essere anteriore al 1920.
L`equipaggio mobile è a bobina immersa nel campo di un magnete permanente con portata di 10 A in C.C. con zero centrale.
In alto sul quadrante si legge il numero di matricola [che è tra i più piccoli fra quelli degli amperometri da quadro di questo tipo e marca che finora abbiamo rinvenuto, e quindi lo colloca in una data anteriore agli anni Venti]; inoltre si vede la stellina rossa di cui per ora ignoriamo il significato, ma che potrebbe indicare la tensione di prova di isolamento a cui è stato sottoposto. Al centro nel quadrante campeggia le scritta  “AMPERE” e, appena sotto, c`è il logo della ditta. In questo esemplare, ritrovato nel maggio del 2014, mancano lo shunt e i relativi tipici collegamenti.
Per vedere altri amperometri molto simili a questo consultare l’elenco di Elettrotecnica.
L`ing. Profumieri, con la consueta perizia, ha lievemente restaurato e posto a prove di funzionamento lo strumento, che risulta efficiente.
Bibliografia.
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 120-126.
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 82-86.
A. F. Corbi Jr., Principles of permanent magnet movable coil and movable iron types of istruments, Monograph B-7, Weston Electrical Instrument Corporation, Newark-New Jersey 1928.
Nota: nell`inventario generale del 1923, a pag. 34, n° 1116/5 si legge:  “Amp. elettromagnetico per C.C. e C.A. scala doppia 0 – 10 A SH attacchi posteriori”; la descrizione differisce sia per il termine “scala doppia” sia per la capacità di misurare in C.A. , che per gli strumenti di tipo magnetoelettrico richiede la presenza di un raddrizzatore; inoltre vi sono ben altri cinque esemplari quasi identici a questo.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Bobine di un Galvanometro Wiedemann, 1ª parte

Bobine di un galvanometro tipo Wiedemann a riflessione. Prima parte.
L`identificazione si deve al Dr. Sergio Pandolfi di Pesaro (consultare il sito www.storiascienzatecnica.it ) che gentilmente ci ha fornito le giuste indicazioni.
Esse appartenevano ad un galvanometro di Wiedemann che si presume sia andato perduto tra il 1906 e il 1912.
Infatti nell`inventario dell`agosto del 1906, a pag. 164 n° 648 si legge: “Gabinetto di Elettrotecnica. Galvanometro a riflessione tipo Wiedemann. Condizione: buona, già esistente. ₤ 157”.
Inoltre a pag. 170, n° 682, si legge: “Gabinetto di Elettrotecnica. Galvanometro a magnete mobile (Wiedemann) (costruito nell`officina addetta al Gabinetto). Condizione: buona. ₤ 103, 38”.
Negli inventari del 1912, del 1919 e seguenti i due galvanometri non sono più elencati. Probabilmente sono andate perdute ameno altre due bobine, poiché ai lati del galvanometro andavano poste coppie identiche.
Il galvanometro della seconda foto appartiene alla Collezione dell’Istituto Toscano e attualmente è esposto
al Museo FirST di Firenze (https://www.fstfirenze.it/), a cui collaborava il dott. Paolo Brenni (vedi
bibliografia).


Nella terza e quarta si vedono altri due galvanometri che appartengono alla Collezione della Sezione di
Fisica del Museo per la Storia dell’Università di Pavia. Vedere agli indirizzi:
https://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00186/?
view=autori&offset=0&hid=26862&sort=sort_int
e
https://www.lombardiabeniculturali.it/scienza-tecnologia/schede/8e020-00246/ .
La figura 188 è tratta dal volume di B. Dessau elencato in bibliografia, nel quale si legge la seguente
descrizione: «Il galvanometro di Wiedemann (fig. 188) ha l’ago a forma di anello o di campana, sospeso
nella cavità di un blocco di rame fra due rocchetti, che si spostano lungo una guida per variare la
sensibilità e che secondo il bisogno possono sostituirsi con altri di filo più o meno lungo e sottile. Con
rocchetti di 400 ohm di resistenza una corrente di un microampère dà una deviazione di 10 mm sulla scala
posta ad 1 m di distanza dallo specchio».
Il lettore può cercare la Bussola delle Tangenti nella sezione Fisica e trovare una descrizione dell’ago a forma di campana e della funzione della cavità di una sfera di rame nella quale il moto del magnetino a forma di campana produce delle correnti di Foucault che ne smorzano le oscillazioni.
La figura 3 è a pag. 11  del catalogo: Hartman & Braun Electrical Measuring Instruments Bockenheim-Frankfort o. M., Edition 1894. Rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/completecatalogu00hartiala/mode/2up?q=Hartmann+Braun
E si trova anche all’indirizzo:
https://www.phys.uniroma1.it/DipWeb/museo/galvspecw.html,
dove M. Grazia Ianniello illustra il galvanometro.

La figura 7 è tratta da: “The World’s Columbian Exposition Chicago 1893. German Exhibition. Group 21.
Special Catalogue of the Collective Exhibition of Scientific Instruments and Appliances exhibited by the
Deutsche Gesellschaft für Mechanik und Optik Berlin”, dove a pag. 39 si vede che la figura precedente
rappresenta lo stesso galvanometro di Wiedemann costruito almeno 42 anni prima dalla Max Kohl
Chemnitz. Il catalogo è rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/specialcatalogu00unkngoog/page/n191/mode/2up

La figura 2365 si trova a pag. 630 del catalogo Preisliste Nr. 21 Physikalische Apparate. Max Kohl,
Chmenitz i.S. (post 1905), rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/physikalischeapp00kohlrich/page/n5/mode/2up?q=Max+Kohl%2C+Chemnitz .

La figura 61331A su trova a pag. 881 del catalogo Price List No 50 Vols. II and III Physical Apparatus
Vol II Max Khol A.G. Chemnitz [1909-11?], rinvenibile all’indirizzo:
https://ia802605.us.archive.org/4/items/pricelistno5023kohlrich/pricelistno5023kohlrich.pdf
Per vedere la seconda e terza parte scrivere “Wiedemann” su Cerca.
Bibliografia: B. Dessau, Manuale di Fisica – Elettrologia, Vol. III, Società Editrice Libraria, Milano 1935,
pag. 394 e segg.. . P. Brenni, “Gli strumenti di fisica dell’Istituto Tecnico Toscano – Elettricità e
magnetismo Fondazione Scienza e Tecnica, Le Lettere Firenze, 2000, pag. 124 e segg. .
Foto di Claudio
Profumieri, collaborazione di Sergio Pandolfi che ringraziamo, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Bobina da 3500 giri, 19566 ohm, per galvanometro di Wiedemann, 3ª parte

Bobina da 3500 giri, 19566 ohm a 15 °C per galvanometro di Wiedemann. Terza parte.
L`identificazione si deve al Dr. Sergio Pandolfi di Pesaro (consultare il sito www.storiascienzatecnica.it ) che gentilmente ci ha fornito le giuste indicazioni.
Essa apparteneva ad un galvanometro di Wiedemann che si presume sia andato perduto tra il 1906 e il 1912. Infatti nell`inventario dell`agosto del 1906, a pag. 164 n° 648 si legge: “Gabinetto di Elettrotecnica. Galvanometro a riflessione tipo Wiedemann. Condizione: buona, già esistente. ₤ 157”.
Inoltre a pag. 170, n° 682, si legge: “Gabinetto di Elettrotecnica. Galvanometro a magnete mobile (Wiedemann) (costruito nell`officina addetta al Gabinetto). Condizione: buona. ₤ 103, 38”.
Negli inventari del 1912, del 1919 e seguenti i due galvanometri non sono più elencati.
Le misure della resistenza offerta tra i quattro morsetti in tutte le possibili combinazioni hanno mostrato che gli avvolgimenti sono interrotti.
Per consultare le altre due schede scrivere “Wiedemann” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, collaborazione di Sergio Pandolfi, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Bobina da 3500 giri, 147,14 ohm, per galvanometro di Wiedemann, 2ª parte



Bobina da 3500 giri, 147,14 ohm a 15 °C per galvanometro di Wiedemann. Seconda parte.
L`identificazione delle bobine si deve al Dr. Sergio Pandolfi di Pesaro (consultare il sito www.storiascienzatecnica.it ) che gentilmente ci ha fornito le giuste indicazioni.
Essa apparteneva ad un galvanometro di Wiedemann che si presume sia andato perduto tra il 1906 e il 1912.
Infatti nell`inventario dell`agosto del 1906, a pag. 164, n° 648 si legge: “Gabinetto di Elettrotecnica. Galvanometro a riflessione tipo Wiedemann. Condizione: buona, già esistente. ₤ 157”.
Inoltre a pag. 170, n° 682, si legge: “Gabinetto di Elettrotecnica. Galvanometro a magnete mobile (Wiedemann) (costruito nell`officina addetta al Gabinetto). Condizione: buona. ₤ 103, 38”.
Negli inventari del 1912, del 1919 e seguenti i due galvanometri non sono più elencati.
Le misure della resistenza offerta tra i quattro morsetti in tutte le possibili combinazioni hanno mostrato che l`unico avvolgimento che conduce fa capo ai due morsetti in alto nelle foto. La resistenza offerta dall`avvolgimento tra questi è di 231 Ω e l`induttanza di 940 mH.
Per consultare le altre due schede scrivere “Wiedemann” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, collaborazione di Sergio Pandolfi che ringraziamo, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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