Amperometro da quadro a ferro mobile S. Guggenheimer N° 245827

Amperometro da quadro a ferro mobile S. Guggenheimer, matr. N° 245827.
Nell`inventario del 1919, al n° 1070 si legge:  “Amperometro elettromagnetico per corrente continua ed alternata scala 0 – 80 ampere con attacchi posteriori. ₤ 25”. Destinato alla sezione Elettrotecnica.
Abbiamo verificato che nella collezione del Montani esistono ben due amperometri della stessa ditta che differiscono solo per il numero di matricola. Inoltre la descrizione nell`inventario è troppo generica.
Questo esemplare è del tipo elettromagnetico a ferro mobile, con la bobina costituita da poche spire di filo di grossa sezione adatto per grandi portate; altra coincidenza è la portata di 80 A.

La scala, costruita empiricamente con un amperometro campione, è tipica degli strumenti a ferro mobile, non molto precisi, ma robusti e affidabili nel tempo.
L`ing. C. Profumieri, con la consueta perizia, ha eseguito un restauro non invasivo per rispettarne la patina degli anni ed ha sottoposto lo strumento a prove di funzionamento che hanno dato esito positivo. Nel quadrante, sotto la scala si legge la lettera A; a sinistra vi sono: il numero di matricola e il logo della ditta; a destra i simboli ci dicono: che l`amperometro va posto col quadrante in posizione verticale, che è a ferro mobile e che misura sia in C.C. sia in C.A.; non siamo sicuri del significato della lettera G; come ignoriamo il significato della stellina sbiadita che appare in alto sopra la scala.
La stellina, originariamente di color rosso, si trova in molti strumenti dell`epoca e probabilmente significa che lo strumento è stato sottoposto ad una data tensione di prova di isolamento.
L`equipaggio a ferro mobile viene descritto nella sezione Elettronica a proposito degli amperometri CGS HC18T 2160305 e CGS HC18T 2160296 prima parte (è sufficiente scrivere i loro numeri di matricola su Cerca per trovarli).
Bibliografia:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 133 – 135.
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 87 – 89.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro da quadro a ferro mobile S. Guggenheimer N° 259235


Amperometro da quadro a ferro mobile S. Guggenheimer, matr. N° 259235.
Non è rinvenibile nei numerosi inventari dell`epoca per la loro genericità descrittiva; neppure lo si trova nell`inventario D del 1937 che è il più ricco nei dettagli.
Sicuramente era destinato alla Sezione Elettrotecnica. Crediamo che lo strumento risalga agli anni Dieci o Venti del Novecento soprattutto per il suo numero di matricola, per le particolarità costruttive e per la storia del costruttore che fondò la ditta nel 1906 e la chiuse nel 1933.
Al centro del quadrante campeggia la A, inoltre vi si leggono: il logo S G e il numero di matricola; i simboli dicono che lo strumento va usato in verticale ed è idoneo per misure in C.C . e in C.A. ;  infatti il simbolo con l’avvolgimento indica che lo strumento è a ferro mobile e da questo tipo di equipaggio deriva la forma della scala; la portata fondo scala è di 50 A.
Non sappiamo con certezza il significato della lettera G che compare in molti strumenti degli anni Dieci o Venti del Novecento.
Bibliografia.
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 133 – 135 .
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 87 – 89.
Foto di Claudio Profumieri che ne fa fatto un lieve restauro, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro Siemens & Halske N° 2081859

Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro  Siemens & Halske, matr. N° 2081859.
Non è stato rinvenuto negli inventari d`epoca a causa della loro vaghezza descrittiva. Sicuramente era destinato alla Sezione Elettrotecnica.
Lo strumento è del tipo magnetoelettrico, cioè l`equipaggio mobile è costituito da una bobina immersa nel campo di un magnete permanente, ha i morsetti posti sul retro, con lo shunt collegato in parallelo tramite due fili avvolti insieme, come era d`uso all`epoca.
Tale tipo di collegamento serviva per attenuare gli effetti magnetici delle correnti circolanti nei due fili.
Sullo shunt si leggono: il numero di matricola (un po` confuso) è 205858/D; 5 A; il logo S&H e il numero che precede la W è nascosto dal contatto.
Sul quadrante, oltre al logo della ditta e la grande A, in basso si leggono il numero di matricola e i simboli del suo funzionamento: funziona in corrente continua e in posizione verticale; l`equipaggio mobile è immerso nel campo di un magnete permanente.
Per ora ignoriamo il significato della stellina rossa che potrebbe riferirsi alla tensione di prova a cui è stato sottoposto. Stellina che appare in molti strumenti dell`epoca.
La sua portata è di 5 A con lo zero centrale.
L`ing. C. Profumieri ha sottoposto l`amperometro ad una attenta pulizia e a prove di funzionamento che confermano le sue ottime condizioni.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro Siemens & Halske N° 2081867


Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro Siemens & Halske N° 2081867.
Nell’inventario generale del 1923, al n° 1112/5 si legge: “Amperometro elettro-magnetico per corrente continua ed alternata, scala doppia 0 – 10 amp. S.H. attacchi posteriori. Quantità 1”.
Non è possibile stabilire che si riferisca a questo strumento poiché attualmente vi sono altri cinque esemplari con la stessa portata e lo zero centrale; inoltre per misurare in C.A. dovrebbe avere un raddrizzatore.
Nell`inventario D del 1937, al n° 134 si legge: “Amperometro da quadro, m.e. – SH- 10A – zero centrale – N° 2081867 – con shunt – su mensola. – ₤ 100. Prima destinazione Laboratorio Macchine Elettriche”.
Siamo quasi certi che esso sia  più antico, ma gli inventari precedenti sono troppo vaghi nelle descrizioni.
Lo strumento è del tipo magnetoelettrico, cioè l`equipaggio mobile è costituito da una bobina immersa nel campo di un magnete permanente, ha i morsetti posti sul retro, con lo shunt collegato in parallelo tramite due fili avvolti insieme, come era d`uso all`epoca. Tale tipo di collegamento serviva per attenuare gli effetti magnetici delle correnti circolanti nei due fili.
Sul quadrante, oltre al logo della ditta e la grande A, in basso si leggono il numero di matricola, e i simboli del suo funzionamento: in corrente continua, in posizione verticale con equipaggio mobile immerso nel campo di un magnete permanente.
Sullo shunt si leggono, oltre al logo S&H, MV, 10 A, la matricola N° 2081864/68 come quella dello shunt dello strumento quasi identico matr. N° 2081864 che si può vedere in questa stessa Sezione dedicata ad Elettrotecnica. Lo shunt ha la forma di una lamina e generalmente è di manganina.
Dopo il  ritrovamento (maggio 2014), l`ing. C. Profumieri ha sottoposto l`amperometro ad una attenta e meticolosa pulizia.
Nota: nell`inventario generale del 1923, a pag. 34, n° 1116/5 si legge:  “Amp. elettromagnetico per C.C. e C.A. scala doppia 0 – 10 A SH attacchi posteriori”; la descrizione differisce sia per il termine “scala doppia” sia per la capacità di misurare in C.A. che per gli strumenti di tipo magnetoelettrico richiede la presenza di un raddrizzatore.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Contatore monofase incompleto

 Contatore monofase incompleto.
Il testo è  provvisorio.
L`oggetto manca di qualsiasi indicazione che permetta una ricerca negli inventari.
Le sue dimensioni sono: 25 × 12,5 × h 13,5 cm.
Questo esemplare è stato rinvenuto nel 2015 nelle condizioni visibili nelle foto e pare evidente che, forse in seguito ad un serio guasto, servisse solo per mostrarlo durante la lezione.
Infatti manca il rotismo numeratore a scatti e presenta un sostegno del magnete permanente fatto di filo di ferro, che ha l`aspetto di una riparazione provvisoria rimasta tale. Nella collezione del Montani vi sono tuttora numerosi contatori in ottime condizioni e destinati, nelle varie
epoche, a svariati impieghi per le loro caratteristiche, ma allo stato attuale delle nostre indagini questo esemplare sembra unico nel suo genere.
Pertanto, ritenendo che esso fosse usato per illustrare un semplice contatore monofase nelle sue parti essenziali, abbiamo ritenuto opportuno inserirlo nel Museo Virtuale.
In generale, un contatore di energia elettrica analogico consiste essenzialmente: di un motorino che fornisce una coppia motrice proporzionale alla potenza assorbita dal circuito a valle, di un generatore di coppia resistente e di un contatore del numero di giri.
Ammesso di poter trascurare o compensare l`attrito dei perni e la resistenza dell`aria, l`alberino raggiunge e mantiene una velocità tale che la coppia motrice uguaglia la coppia resistente.
Il numero di giri dell`alberino in definitiva è proporzionale all`energia elettrica consumata dall`utente in un dato intervallo di tempo.
L`equipaggio motore di questo tipo di contatore monofase, dovendo sviluppare una coppia proporzionale alla potenza, è di tipo “wattometrico”: esso presenta un avvolgimento amperometrico in serie ad un filo di linea ed un avvolgimento voltmetrico in derivazione fra i fili di linea.

Nelle foto si vede il collettore tipico per C. A. in quanto i contatti sono costituiti da due anelli continui. Il rotore è laterale allo statore ed è imperniato mediante un leggero asse metallico tra due cuscinetti. A destra nelle foto, sempre sullo stesso asse, si osserva la vite senza fine che comandava il rotismo numeratore a scatti. Dall`altra parte, dove sono i morsetti, si trova, sempre sullo stesso asse, il disco di alluminio che provoca la coppia frenante, poiché ruota nel campo magnetico asimmetrico del magnete permanente (con generazione delle correnti di Foucault); la coppia frenante è proporzionale alla velocità angolare dell`asse. A sinistra del disco si trova la morsettiera per l`alimentazione.
Bisogna pur dire che le lunghe ricerche bibliografiche, condotte fino ad ora per avere una documentazione certa sul suo funzionamento, non hanno dato esito positivo.
 Ringraziamo l`ing. Lorenzo Cognigni che ha condotto una attenta ricerca nella Biblioteca del Montani.
  In letteratura si trovano i contatori ad induzione, più noti per la loro maggior diffusione, e si trova un contatore molto simile ma col motorino funzionante in C. C..
Riportiamo comunque due figure tratte dal testo: L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica Misure elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, dalle pp. 346 e 347, con l`avvertenza che la seconda figura riguarda un contatore in C.C.
La figura 3-541 del disco rotante è tratta da: L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica, Vol. I, CEDAM,
Padova 1959, pag. 244.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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