Amperometro registratore C.G.S. N° 234194 prima del restauro 5ª parte

Amperometro registratore C.G.S. matr. N° 234194. Quinta parte.
Ah, come erano ridotti quando sono stati ritrovati…. ma come sono oggi.
Per dare un’idea del meticoloso lavoro svolto dall’ing. Claudio Profumieri, si possono vedere alcune foto di strumenti da quadro rinvenuti in una stanza delle “grotte”. Esse sono chiamate così dai pochi frequentatori della parte nord est posta al pianterreno del Triennio e accessibile o dall’entrata principale ad est o da una porta nel cortile alberato a ovest o da uno dei due ascensori.
Le “grotte” sarebbero dovute diventare un Museo secondo il progetto dei proff. Mario Guidone ed Ettore Fedeli, progetto che fu iniziato e poi abbandonato.
Chi è interessato alla vicenda può leggere in proposito l’articolo “All’origine del Museo MITI” alla voce “Il Montani in nella storia” in questo sito.
Gli strumenti, per così dire dimenticati in quel luogo, non erano molti ma pregevoli; alcuni di essi sono tra i più belli della collezione del Montani.
Per questo ho pensato che vi fossero stati portati almeno 20 anni prima del nostro ritrovamento, per collocarli nel Museo mai nato.

Ma tuttora (2021) nelle “grotte” sono conservati moltissimi altri strumenti e macchinari da riportare in luoghi di esposizione.
Dopo che avevamo portato gli strumenti nel laboratorio della Sezione Elettronica, l’ing. C. Profumieri nei ritagli di tempo si dedicava alla pulizia e all’attento restauro che richiede molte precauzioni nel rispetto della loro conservazione e della loro funzionalità originale.
A volte infatti, dopo la pulizia, abbiamo deciso di non intervenire poichè il ripristino del funzionamento avrebbe richiesto di ricorrere a oggetti non originali.
Tanto meno una lucidatura degli ottoni o delle cromature avrebbe fatto perdere agli strumenti la giusta patina del tempo.

Illustro qui in particolare l’Amperometro Registratore da quadro CGS 234194.
Quando lo trovammo aveva il vetro rotto e, come si vede nelle foto, era invaso dai calcinacci dovuti ai primi lavori di sabbiatura delle volte delle “grotte”. Mentre il prof. Cesare Perticari si incaricò subito di far rifare il vetro, l’ing. Profumieri iniziò una attentissima opera di restauro che portò al funzionamento dell’amperometro.
Poi passò alla taratura: il grande disco, mosso da un meccanismo ad orologeria della durata di una settimana, porta un foglio di carta circolare sul quale veniva registrata la posizione successiva assunta dalla lancetta indicatrice recante il pennino inchiostrato. Sul foglio sono riportati i giorni divisi in quattro parti: ore 6, 12, 18, 24, pertanto il controllo del suo buon funzionamento fatto dall’ing. Profumieri avveniva a mezzogiorno; inoltre vi sono riportati i valori della corrente da 0 a 15 che probabilmente corrisponde al fondo scala di 150 A ottenibile con lo shunt citato nell’inventario.

Il resto della descrizione si trova scrivendo: “234194” su Cerca.
Gli altri due strumenti che ho riportato in questa scheda sono due amperometri da quadro S&H.
Il primo è un amperometro da quadro S&H N° 2081864 o forse 2081867 oppure 2081868; poiché sono a zero centrale con portata 10 A ed hanno identica bobina a due fili che collega lo shunt allo strumento.
Il secondo potrebbe essere ancora uno dei tre elencati, ma son passato molti anni e non ho altri indizi.
Il terzo è un amperometro da quadro S. Guggenheimer N° 245827.
Il quarto è un voltmetro da quadro S. Guggenheimer N° 285911.
Chi vuole può vederli allo stato attuale in questo sito sempre nella sezione Elettrotecnica
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.


 

 

 

 

 

 

 

Amperometro S.E.B. N° 683631 mod. E/01

Amperometro S.E.B., matr. N° 683631, mod. E/01.
Nell`inventario D del 1956, in data 25 marzo 1960, al n° 1759 si legge: “SEB – Milano. Amperometro di precisione E / 01. ₤ 1750. Prima destinazione LAMI”. Laboratorio Misure di Elettrotecnica.
Lo strumento è davvero notevole per il peso e le dimensioni; misura infatti 367 × 330 × 215 mm!
Il quadrante di grandi dimensioni presenta una scala del tipo ticonico che permette di apprezzare il quinto della divisione più ristretta.
Sul quadrante si leggono: in alto al centro: il logo “SEB” della ditta e la scritta  “Stabilimenti Elettrotecnici di Barlassina – Milano”; al centro campeggia  “A”; la scala ticonica ha una portata di 5 A; in basso a sinistra i simboli CEI dicono che lo strumento è elettrodinamico senza ferro, che la classe di precisione è 0,1 in C.C. e in C.A. e che il modello è E/01; in basso a destra la stella indica che l`amperometro è stato sottoposto ad una tensione di prova di isolamento di 500 V e che va usato col quadrante in posizione orizzontale.
Non abbiamo fatto una ricerca specifica sul significato della freccia con la lettera N; le norme CEI che abbiamo consultato parlano dell`influenza dei campi magnetici esterni, pertanto pensiamo che il simbolo indichi l`orientazione da dare all`amperometro rispetto al campo magnetico terrestre o ad altro campo magnetico.
Per assicurarsi che lo strumento sia perfettamente orizzontale c`è una livella sferica a bolla e la regolazione avviene mediante viti calanti.
Bibliografia:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, per informazioni sugli amperometri elettrodinamici vedere alle pp. 127-133; per informazioni sulla scala di tipo ticonico vedere a pag. 68.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro Siemens & Halske N° 2081868


Amperometro magnetoelettrico a zero centrale da quadro Siemens & Halske, matr. N° 2081868.
Nell`inventario D del 1937, al n° 7 si legge: “N° 2. Amperometro da quadro – Siemens – magnetoelettrico, 10 A – zero centrale, N° 2081864 – 8 – munito di Shunt e conduttori collegamen. su mensola. ₤ 550. Prima destinazione (Laboratorio misure elettriche)”.
Siamo quasi certi che esso sia  più antico, ma gli inventari precedenti sono troppo vaghi nelle descrizioni.
Lo strumento è del tipo magnetoelettrico, cioè l`equipaggio mobile è costituito da una bobina immersa nel campo di un magnete permanente, ha i morsetti posti sul retro con lo shunt collegato in parallelo tramite due fili avvolti insieme, come era d`uso all`epoca. Tale tipo di collegamento serviva per attenuare gli effetti magnetici delle correnti circolanti nei due fili.
Sul quadrante, oltre al logo della ditta e la grande A, in basso si leggono il numero di matricola, e i simboli del suo funzionamento: in corrente continua, e con il quadrante in posizione verticale.
Sullo shunt si leggono, oltre al logo: S&H, la matricola N° 2081864/68, 10 A e 60 MV.
Lo shunt ha la forma di una lamina e generalmente è di manganina.
Per ora ignoriamo il significato della stellina rossa che potrebbe riferirsi alla tensione di prova di isolamento. Stellina che appare in molti strumenti dell`epoca.
L`ing. C. Profumieri ha sottoposto l`amperometro ad un lieve restauro non invasivo e a prove di funzionamento che confermano le sue ottime condizioni.
Nota: nell`inventario generale del 1923, a pag. 34, n° 1116/5 si legge:  “Amp. elettromagnetico per C.C. e C.A. scala doppia 0 – 10 A SH attacchi posteriori”; la descrizione differisce sia per il termine “scala doppia” sia per la capacità di misurare in C.A. che per gli strumenti di tipo magnetoelettrico richiede la presenza di un raddrizzatore.
Per avere informazioni sugli strumenti magnetoelettrici si possono consultare:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 120-127.
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 82-86.
A. F. Corbi Jr., Principles of permanent magnet movable coil and movable iron types of istruments, Monograph B-7, Weston Electrical Instrument Corporation, Newark-New Jersey 1928.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

Amperometro da quadro a ferro mobile S.I.P.I.E. N° 225312

Amperometro da quadro a ferro mobile S.I.P.I.E., matr. N° 225312.
Non rinvenibile negli inventari.
Abbiamo poche notizie sulla storia della ditta costruttrice: la S.I.P.I.E, nata come “Pozzi & Trovero”, fu fondata nel 1920 per produrre strumenti di misura e trasformatori amperometrici.
Dagli anni ’90 si è specializzata nella produzione di una vasta gamma di trasformatori amperometrici toroidali. Abbiamo inoltre due informazioni pubblicitarie risalenti una al 1934 (che  riportiamo nella seconda parte della scheda relativa all`amperometro da quadro matr. N° 225312) e un`altra al 1939, nelle quali compaiono due strumenti molto simili a questo nell`aspetto.
Nell’informazione pubblicitaria risalente al 1934 si ha almeno una indicazione della possibile data di questo strumento ad incasso, poichè il voltmetro lì rappresentato ha il numero di matricola 256565, pertanto questo strumento è di data precedente.
L`acronimo significa: “Società Italiana Per Istrumenti Elettrici”; la ditta è di Pozzi & Trovero – Milano. 

L`amperometro è ad incasso; sul quadrante: in alto si trova il numero di matricola; al centro la scritta: “AMP” e il trifoglio (logo della ditta); la scala è tipica degli strumenti a ferro mobile, ricavata empiricamente.
L`amperometro è adatto a misure sia in C.C. sia in C.A., anche se non vi sono indicazioni in tal senso.
Alcune foto mostrano l`interno dello strumento dove si vedono: sia la bobina costituita da poche spire di grossa sezione, poiché la portata è di ben 200 A e non vi sono shunt, sia lo smorzatore ad aria. La quarta foto mostra il retro.

La pulizia accurata e le prove di funzionamento sono state eseguite con la consueta perizia e meticolosità dall`ing. C. Profumieri.
L`equipaggio a ferro mobile viene descritto nella sezione Elettronica a proposito degli amperometri CGS HC18T 2160305 e CGS HC18T 2160296 prima parte (scrivere i loro numeri di matricola su Cerca).
Bibliografia.
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 133 – 135 .
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 87 – 89.

Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro da quadro a ferro mobile S.I.P.I.E. N° 225308

Amperometro da quadro a ferro mobile S.I.P.I.E., matr. N° 225308.
Non rinvenibile negli inventari.
Abbiamo poche notizie sulla storia della ditta costruttrice: la S.I.P.I.E, nata come “Pozzi & Trovero”, fu fondata nel 1920 per produrre strumenti di misura e trasformatori amperometrici. Dagli anni ’90 si è specializzata nella produzione di una vasta gamma di trasformatori amperometrici toroidali. Vi sono due informazioni pubblicitarie risalenti una al 1934 (che riportiamo) e un`altra al 1939 (che riguarda un frequenzimetro ad indice), nelle quali compaiono due strumenti molto simili a questo nell`aspetto. Pertanto crediamo opportuno far risalire lo strumento agli anni Trenta del Novecento.

L`acronimo significa: “Società Italiana Per Istrumenti Elettrici” Pozzi & Trovero – Milano.
L`amperometro è ad incasso e sul quadrante si vedono: in alto il numero di matricola; al centro la scritta: “AMP” e il trifoglio (logo della ditta); la scala è tipica degli strumenti a ferro mobile, ricavata empiricamente. L`amperometro è adatto a misure sia in C.C. sia in C.A., anche se non vi sono indicazioni in tal senso.
La seconda foto mostra il quadrante con la buffa impronta lasciata dall’ombra dell’ago.

La terza foto mostra tutti i componenti dello strumento. La quarta foto mostra l’equipaggio mobile che va inserito nella bobina costituita da poche spire di grossa sezione, poiché la portata è di ben 50 A e non vi sono shunt, e in alto si vede lo smorzatore ad aria, il cui stantuffo termina con un braccio solidale con l’ago indicatore. La quinta foto mostra di nuovo l’equipaggio mobile visto dall’alto. La sesta foto ritrae la bobina costituita da fili di grossa sezione che terminano sulle boccole rivolte verso l’esterno sul retro. L’equipaggio dunque è a ferro mobile, pertanto non fornisce molta precisione nelle misure, ma è molto robusto ed affidabile nel tempo.
L’ing. C. Profumieri ha provveduto, con la consueta perizia, sia allo smontaggio sia alla pulizia dello strumento con due obiettivi: il primo è mostrarne i componenti; il secondo è rimettere in funzione l’amperometro.
Per vedere illustrato il funzionamento di uno strumento a ferro mobile si può cercare nella sezione Elettrotecnica: Amperemeter. Allgemeine Elektricitäts-Gesellschaft Berlin. N° 123785.
Bibliografia:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 133 – 135 .
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 87 – 89.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.