Amperometro registratore C.G.S. N° 234194 1ª parte

   Amperometro registratore C.G.S. matr. N° 234194. Prima parte.
Nell`inventario per categoria n° 7/8 del 1925 – 1927, a pag. 177, n° 733/2512, si legge testualmente: “C. G. S. Soc. Lu.[? non è leggibile N. d. R.] Via Cavalieri Monza. R.A. 150 amp. ( N. 934194). Completo di: Cordoni Shunt. h. A. 150 amp. Penna Pennini Contagocce. ₤ 1282,30. Sala Macch. Elettriche”.
Ci sono due discordanze evidenti: 1) il numero di matricola; 2) 150 A si ottengono con uno shunt che non è stato rinvenuto, altrimenti una targhetta interna allo strumento dice chiaramente che esso misura fino a 25 A.
La targhetta posta sull’involucro reca la scritta: “ISTRUMENTI DI MISURA C. G. S. SOCIET ANONIMA SEDE MILANO – OFFICINE IN MONZA -”.
Questo strumento imponente, dal diametro alla base di circa 36 cm, diametro dell`oblò circa 31 cm e di spessore 15 cm, è stato rinvenuto nel maggio del 2014.
Solo il vetro era rotto ed è stato sostituito grazie alla  collaborazione del prof. Cesare Perticari.
Smontato e pulito con la consueta perizia dall`ing. Claudio Profumieri, il meccanismo ad orologeria ha dato prova di una sorprendente bontà di funzionamento di durata settimanale.
L`elemento sensibile di questo amperometro è un`asticciola di metallo che si dilata per il calore prodotto per effetto Joule quando è percorsa da corrente; questa variazione viene comunicata all`ago con un sistema di leve che ne permette anche la taratura.
La parte anteriore dello strumento costituisce lo sportello apribile dal quale si può accedere alle parti interne.
Il grande disco, mosso da un meccanismo ad orologeria della durata di una settimana, porta un foglio di carta circolare sul quale veniva registrata la posizione successiva assunta dalla lancetta indicatrice recante il pennino di forma di un calamaio conico con l’inchiostro. Sul foglio sono riportati i giorni divisi in quattro parti: ore 6, 12, 18, 24, pertanto il controllo del suo buon funzionamento, fatto dall`ing. Profumieri, avveniva a mezzogiorno; inoltre vi sono riportati i valori della corrente da 0 a 15 che probabilmente corrisponde al fondo scala di 150 A ottenibile con lo shunt citato nell`inventario.
Nelle numerose foto delle due prime parti si possono vedere i particolari costruttivi tra i quali il meccanismo ad orologeria, le lamine ricurve dalla forma curiosa a cui è collegato l`elemento sensibile, lo shunt interno che permette di misurare una corrente fino a 25 A, il sistema di leve che comunica il movimento al pennino ecc. ecc. .
Qui le foto mostrano fra l’altro: lo strumento chiuso; la targhetta con le caratteristiche elettriche e le tre strisce di rame piegate che collegano l`elemento sensibile allo shunt interno. All`altro estremo dell`asticella sensibile vi sono altre tre strisce di rame con la stessa funzione.
Per leggere altri dettagli sullo strumento si prega di consultare la terza parte dove è riportata una pagina tratta da un testo di G. Veroi.
Per consultare le altre quattro parti  scrivere: “234194” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

 

Amperometro da quadro a ferro mobile matr. N° 14943

  Amperometro da quadro a ferro mobile, matr. N° 14943.
Questo esemplare è privo di marca e di qualunque segno di riconoscimento; è a ferro mobile e l`avvolgimento è costituito da due sole spire di grande sezione per la portata fondo scala di 150 A.
Questa soluzione ne permette l`uso sia in C.C. sia in C.A., anche se sul quadrante vi è un simbolo che ricorda forse solo la C.A. .
Il quadrante reca la scala tipica degli strumenti a ferro mobile, sotto la quale c`è la scritta “AMPERE” e il numero di matricola.
Ovviamente qualunque ricerca negli inventari è resa estremamente difficoltosa sia per la loro genericità descrittiva, sia in questo caso per l`assenza di indizi. Lo strumento è comunque antico e si può far risalire agli anni Venti del Novecento.
L`ing. Profumieri, con la consueta perizia, ha riportato l`oggetto alla funzionalità e all`aspetto visibile nelle foto.
Bibliografia:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 133 – 135 .
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD  near Cambridge, London 1956, pp. 87 – 89.
 Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.


 

 

 

 

Amperometro registratore C.G.S. N° 234194 2ª parte

 Amperometro registratore C.G.S. matr. N° 234194. Seconda parte.
Nell`inventario per categoria n° 7/8 del 1925 – 1927, a pag. 177, n° 733/2512, si legge testualmente: “C. G. S. Soc. Lu.[? non è leggibile N. d. R.] Via Cavalieri Monza. R.A. 150 amp. ( N. 934194). Completo di: Cordoni Shunt. h. A. 150 amp. Penna Pennini Contagocce. ₤ 1282,30. Sala Macch. Elettriche”.
Ci sono due discordanze evidenti: 1) il numero di matricola; 2) 150 A si ottengono con uno shunt che non è stato rinvenuto, altrimenti una targhetta interna allo strumento dice chiaramente che esso misura fino a 25 A.
Questo strumento imponente, dal diametro alla base di circa 36 cm, diametro dell`oblò circa 31 cm e di spessore 15 cm, è stato rinvenuto nel maggio del 2014.
Solo il vetro era rotto ed è stato sostituito ed è stato subito sostituito grazie al prof. Cesare Perticari.
Smontato e pulito con la consueta perizia dall`ing. Claudio Profumieri, il meccanismo ad orologeria ha dato prova di una sorprendente bontà di funzionamento di durata settimanale. L`elemento sensibile di questo amperometro è un`asticciola di metallo che si dilata per il calore prodotto per effetto Joule quando è percorsa da corrente; questa variazione viene comunicata all`ago con un sistema di leve che ne permette anche la taratura. La parte anteriore dello strumento costituisce lo sportello apribile dal quale si può accedere alle parti interne. Il grande disco, mosso da un meccanismo ad orologeria della durata di una settimana, porta un foglio di carta circolare sul quale veniva registrata la posizione successiva assunta dalla lancetta indicatrice recante il pennino inchiostrato. Sul foglio sono riportati i giorni divisi in quattro parti: ore 6, 12, 18, 24, pertanto il controllo del suo buon funzionamento, fatto dall`ing. Profumieri, avveniva a mezzogiorno; inoltre vi sono riportati i valori della corrente da 0 a 15 che probabilmente corrisponde al fondo scala di 150 A ottenibile con lo shunt citato nell`inventario.
Nelle  foto si possono vedere i particolari costruttivi del meccanismo ad orologeria.
Per leggere altri dettagli sullo strumento si prega di consultare la terza parte dove è riportata una pagina tratta da un testo di G. Veroi.
Per consultare le altre quattro parti  scrivere: “234194” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

Amperometro registratore C.G.S. N° 234194 3ª parte

Amperometro registratore C.G.S. matr. N° 234194. Terza parte.
Nell`inventario per categoria n° 7/8 del 1925 – 1927, a pag. 177, n° 733/2512, si legge testualmente: “C. G. S. Soc. Lu.[? non è leggibile N. d. R.] Via Cavalieri Monza. R.A. 150 amp. (N. 934194). Completo di: Cordoni Shunt. h. A. 150 amp. Penna Pennini Contagocce. ₤ 1282,30. Sala Macch. Elettriche”.
Ci sono due discordanze evidenti: 1) il numero di matricola; 2) 150 A si ottengono con uno shunt che non è stato rinvenuto, altrimenti una targhetta interna allo strumento dice chiaramente che esso misura fino a 25 A.
Il 3 giugno del 2017 chi scrive queste note ha trovato una pagina interessante nella Biblioteca del Montani, chiusa a lungo per gli eventi sismici. Le figure qui riportate sono infatti una prova che l’amperometro registratore veniva già prodotto prima del 1909.
Nel libro di testo: Ing. Gomberto Veroi, Elementi di Elettrotecnica, Vol. II, Misure Elettriche, UTET, Torino 1909, a pag. 449 si trova la descrizione di uno strumento termico registratore Arcioni identico all’esemplare che fa parte della collezione dell’Istituto.
L’ing. G. Veroi insegnò elettrotecnica in questa scuola e, dal 1907 al 1909, ne assunse temporaneamente la direzione; inoltre dal 1908 diede inizio ai lavori di costruzione delle nuove officine. La specializzazione Elettrotecnica si può far risalire a quegli anni. Il Veroi proveniva da Benevento dove aveva ricoperto la direzione della locale Regia Scuola Industriale.
Egli, “già Tenente del Genio”, aveva anche insegnato per anni alla Regia Scuola d’Applicazione d’Artiglieria e Genio ed Accademia Militare di Torino, come si legge nei frontespizi dei numerosi suoi libri conservati in Biblioteca ed uno esposto al Museo MITI.
Pertanto si ritiene doveroso riportare quanto scrive sullo strumento Arcioni. “Negli strumenti termici registratori Arcioni (fig. 467) la penna ha la forma di un calamaio conico, ed è mantenuta alla giusta pressione contro la zona mediante una piccola molla (fig. 468) sicché la rettifica si fa automaticamente. (omissis). La zona è ordinariamente stampata a carta millimetrata con le ordinate quasi sempre curvilinee per il fatto che la punta scrivente di solito non si muove rettilineamente in senso normale allo spostamento della carta, ma descrive un arco di cerchio il cui centro è costituito dall’asse di rotazione del braccio che porta la punta scrivente. Talvolta invece di una zona rettangolare è impiegato un disco. Quasi sempre l’apparecchio è così costruito e le divisioni della zona, o del disco, così disposte da permettere la lettura diretta del valore istantaneo della grandezza. Si può dire che tutti gli apparecchi di misura industriali già descritti sono costrutti dalle Case anche in tipi di registratori e quindi (omissis)”. L’ing. Vittorio Arcioni, a cui si debbono numerose innovazioni sulle strumentazioni, lavorava presso la C.G.S. dai primi del Novecento fino agli anni Trenta, e questo spiega come l’esemplare della collezione del Montani sia lo stesso riportato nella fig. 467 della pagina del Veroi. Ma sulla sua biografia abbiamo per ora solo notizie incerte. Una conferma si trova anche nella pagina: “L’elettrotecnica fino alla Grande guerra” dell’Enciclopedia Treccani pubblicata in internet.
Nota: un breve cenno alla biografia del Veroi si trova in S. Virgili, Il Montani Storia dell’Istituto Tecnico Industriale di Fermo, 2005.
Per consultare le altre quattro parti scrivere: “234194” su cerca.
Elaborazioni, ricerche e testo a cura di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amperometro registratore su quadro di marmo C.G.S. N° 234194 4ª parte

    Amperometro registratore C.G.S. matr. N° 234194 su quadro di marmo. Quarta parte.
Nell’inventario per categoria n° 7/8 del 1925 – 1927, a pag. 177, n° 733/2512, si legge testualmente: “C. G. S. Soc. Lu.[? non è leggibile N. d. R.] Via Cavalieri Monza. R.A. 150 amp. ( N. 934194). Completo di: Cordoni Shunt. h. A. 150 amp. Penna Pennini Contagocce. ₤ 1282,30. Sala Macch. Elettriche”.
Ci sono due discordanze evidenti: 1) il numero di matricola; 2) 150 A si ottengono con uno shunt che non è stato rinvenuto, altrimenti una targhetta interna allo strumento dice chiaramente che esso misura fino a 25 A.
Questo strumento imponente, dal diametro alla base di circa 36 cm, diametro dell’oblò circa 31 cm e di spessore 15 cm, è stato rinvenuto nel maggio del 2014.
Solo il vetro era rotto ed è stato sostituito grazie al prof. Cesare Perticari.
Smontato e pulito con la consueta perizia e meticolosità dall’ing. Claudio Profumieri, il meccanismo ad orologeria ha dato prova di una sorprendente bontà di funzionamento di durata settimanale.
Dopo attente e lunghe ricerche effettuate nell’ottobre del 2014, sia presso l’Associazione Ex Allievi, sia nella Biblioteca del Montani ho trovato tre antiche foto nelle quali si vede lo strumento (al quale ho dedicato cinque schede nella Sezione Elettrotecnica) posto su un quadro di marmo. La Sala Macchine Elettriche oggi (2021) è in attesa di nuova utilizzazione ed è chiamata Aula 1. Riporto qui una foto del quadro con i particolari messi in evidenza e due foto dell’aula risalenti forse intorno al 1950. Dalle informazioni tratte dall’inventario citato ritengo comunque che fin dall’inizio l’amperometro registratore facesse parte di un quadro elettrico; non so se dello stesso quadro delle foto o più antico. Per consultare le altre quattro parti dedicate all’amperometro registratore scrivere: “234194” su Cerca.
Elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.