Voltamperometro magnetoelettrico bifronte da dimostrazione S.E.B. Mod. 1507 N° 658167

Voltamperometro magnetoelettrico bifronte da dimostrazione S.E.B. Mod. 1507.
La ditta costruttrice S.E.B. Stabilimenti Elettrotecnici di Barlassina – Milano rilevò negli anni del secondo dopoguerra la Allocchio Bacchini & C. Infatti si può notare nelle foto il logo di quest`ultima ditta.
Nel catalogo D del 1956 si trova al n° 1114 dove si legge: “Voltometro dimostrativo SEB N° 658167” ed è dichiarato già esistente.
La sua particolarità consiste nei due quadranti: quello più grande rivolto verso gli allievi e l`altro verso l`insegnante. Gli indici sono collegati tra loro.
Nel quadrante più piccolo si legge. S.E.B. – Milano Mod. Allocchio Bacchini & C.
Nella Sezione Elettrotecnica si può vedere un analogo strumento della Allocchio Bacchini risalente agli anni ‘30 del Novecento.
Il voltamperometro è del tipo a bobina mobile immersa in un campo di un magnete permanente, ha classe 2, tensione di prova 2 kV e va usato verticalmente. Per scegliere le portate basta agire sulle due manopole.
Le portate amperometriche sono: 0,015; 0,15; 1,5; 3; 15 A. Le portate voltmetriche sono: 1,5 ; 3; 15; 150; 300 V.
Le foto sono state necessariamente prese sotto certi angoli per evitare i riflessi del vetro che volutamente non è stato rimosso.
Lo strumento, per la sua eleganza, è esposto nell’Ufficio della Dirigenza Scolastica del Triennio.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Megger Evershed & Vignoles, Series 3 Mark III, matr. N° 1.853.114 1ª parte

    Megger Evershed & Vignoles, Series 3 Mark III, matr. N° 1.853.114.  Prima parte.
   La ricerca negli inventari fino al 1964 non ha dato risultati. Per quanto, dai documenti in nostro possesso, risulta che la serie 3 fosse in costruzione fin dal 1951.
Il numero di matricola conferma che la data di fabbricazione è intorno agli anni `60 del Novecento.
Il marchio “Megger” è esclusivo della Evershed & Vignoles, registrato nel maggio del 1903, ed è entrato nel linguaggio tecnico per definire un misuratore della resistenza di messa a terra o di isolamento o di continuità ohmica.
Ben visibile nelle foto è la manovella, ruotando la quale si genera la f.e.m. che occorre per svolgere le misure.
Sul quadrante, oltre al numero di matricola si legge: “500 V”; vi sono due scale: una va da 0 a 100 Ω, l`altra da 0,1 a 100 MΩ (valore seguito dal simbolo dell`infinito) come si vede in una foto. Su un lato un commutatore permette di scegliere tra la portata in Ω e quella in MΩ.
Lo strumento reca le seguenti scritte. Da una parte: “Megger Trade Mark, Insulation & Continuity Tester, Series 3 Mark III Patent NO. 4000728”; dall`altra: “made in England by Evershed & Vignoles Ltd. per Ing. S & Dr. Guido Belotti Piazza Trento 8 – Milano Agenti esclusivi per l`Italia”.
Notizie, curiosità ed approfondimenti si trovano all`indirizzo:
http://www.richardsradios.co.uk/test.html .

Le figure 30, 31 e 32 sono tratte da “A POCKET BOOK ON THE USE OF MEGGER INSULATION AND CONTINUITY TESTERS Published by EVERSHED & VIGNOLES LIMITED DECEMBER 1960”, di ben 35 pagine. Rinvenibile all’indirizzo:
https://www.pa4tim.nl/wp-content/uploads/2010/11/MeggerBK.pdf .
Qui viene riportata la pagina inerente gli schemi delle tre figure.
Anche la lettura del testo L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica Misure Elettriche, Vol. III, Cedam, Padova 1962, (da pag. 472 a pag. 491) è utile per le spiegazioni dei tipi di ohmmetri dell`epoca atti alla misura sia dell`isolamento sia della resistenza di messa a terra degli impianti.
Per consultare la seconda parte scrivere: “1.853.114” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo provvisorio di Fabio Panfili.
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Megger Evershed & Vignoles, Series 3 Mark III, matr. N° 1.853.114 2ª parte

 Megger Evershed & Vignoles, Series 3 Mark III, matr. N° 1.853.114. Seconda parte.
La ricerca negli inventari fino al 1964 non ha dato risultati. Dai documenti in nostro possesso risulta comunque che la serie 3 fosse in costruzione fin dal 1951. e la Series 3 Mark III dal 1960.
Le figure sono tratte da “A POCKET BOOK ON THE USE OF MEGGER INSULATION AND CONTINUITY TESTERS Published by EVERSHED & VIGNOLES LIMITED DECEMBER 1960”, di ben 35 pagine.
Rinvenibile all’indirizzo:
https://www.pa4tim.nl/wp-content/uploads/2010/11/MeggerBK.pdf.
La fig. 3 mostra: in alto lo schema di collegamento del Megger per le prove di isolamento; in basso i collegamenti per le prove di conduzione elettrica..
Notizie, curiosità ed approfondimenti si trovano all’indirizzo: http://www.richardsradios.co.uk/test.html . Anche la consultazione del testo L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, (da pag. 472 a pag. 491) è utile per le spiegazioni dei tipi di ohmmetri dell’epoca atti alla misura sia dell’isolamento sia della resistenza di messa a terra degli impianti.
Per consultare la prima parte scrivere: “Mark III” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Millivoltmetro S.E.B. N° 683627 mod. M/01


 Millivoltmetro S.E.B. matr. N° 683627, mod. M/01.
Nell`inventario D del 1956, in data 25 marzo 1960, al n° 1761 si legge: “SEB – Milano. Millivoltmetro M / 10 A . Prima destinazione LAMI” (Laboratorio Misure di Elettrotecnica). Forse la sigla “M /10 A” è un errore di trascrizione.
Lo strumento è davvero notevole per il peso e le dimensioni tipiche di quelli ad alta precisione, misura infatti 367 × 330 × 210 mm!
Il quadrante, di grandi dimensioni, presenta una scala del tipo ticonico che permette di apprezzare il quinto della divisione più ristretta.

Sul quadrante si leggono: in alto al centro il logo SEB della ditta e la scritta “Stabilimenti Elettrotecnici di Barlassina – Milano”; al centro campeggia “mV”; la scala ticonica ha una portata di 150 mV; in basso a sinistra i simboli CEI dicono che lo strumento è del tipo a bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente di resistenza 6,666 Ω e che la classe di precisione è 0,1 in C.C.; il modello è M/01; in basso a destra la stella indica che il millivoltmetro è stato sottoposto ad una tensione di prova di isolamento di 500 V e che va usato col quadrante in posizione orizzontale.

Non abbiamo fatto una ricerca specifica sul significato della freccia con la lettera N; le norme CEI che abbiamo consultato parlano dell`influenza dei campi magnetici esterni, pertanto pensiamo che il simbolo indichi l`orientazione da dare al millivoltmetro rispetto al campo magnetico terrestre o ad altro campo magnetico.
Per assicurare che lo strumento sia perfettamente orizzontale c`è una livella a bolla e la regolazione avviene mediante viti calanti.

 Per avere informazioni sugli strumenti magnetoelettrici si possono consultare:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 120-126.
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 82-86.
A. F. Corbi Jr., Principles of permanent magnet movable coil and movable iron types of istruments, Monograph B-7, Weston Electrical Instrument Corporation, Newark-New Jersey 1928.
Per avere informazioni sulla scala di tipo ticonico si può consultare il primo testo citato sopra a pag. 68.

  Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Dispositivo per lettura soggettiva Allocchio Bacchini & C.

Dispositivo per lettura soggettiva Allocchio Bacchini & C. . Nell`inventario per categoria 7/8 del 1825-1927, in data 1926 e a pag. 177, al n° 731/2510 si legge: “Allocchio Bacchini. Cannocchiale completo di scala. ₤ 700”. Destinato alla Sala Misure Elettriche.
Pensiamo dunque di poter identificare questo esemplare con quello citato nell`inventario.
Il dispositivo è composto dalla lampada che illumina lo specchietto del galvanometro, dalla scala e dal cannocchiale.
La scala reca la scritta: “Allocchio Bacchini & C. Milano”.
Poggendorf nel 1826 fu l`ideatore del metodo soggettivo per la misura di piccoli angoli di cui ruotano le parti mobili di alcuni strumenti come i galvanometri a specchietto, il metodo fu realizzato e modificato da Gauss, Weber ed altri.  Il metodo soggettivo è più adatto per la misura da laboratorio, mentre quello oggettivo è adatto per lezioni dimostrative.
La scala orizzontale è posta sopra al telescopio in modo tale che la normale allo specchio passi per il punto medio della distanza tra la scala e il cannocchiale munito di un reticolo. L`asse di rotazione dello specchio deve essere verticale. Il cannocchiale va diretto verso lo specchietto.
Prima di svolgere la misura, si deve porre il dispositivo e il galvanometro in modo che lo zero della scala riflesso dallo specchietto e visto dal cannocchiale coincida con il centro del reticolo.
Quando poi lo specchio ruota di un dato angolo δ, l`osservatore ha l`impressione che la scala si sia spostata poiché ora, attraverso il cannocchiale, vede il tratto di divisione A mentre prima vedeva lo zero (0). Va tenuto presente che ad un angolo δ di rotazione subita dallo specchietto, corrisponde un angolo doppio, 2δ, osservato dal cannocchiale.
Sulla scala si misura la lunghezza dallo zero (0) al tratto n; nota la distanza l tra la scala e lo specchio (in genere da 2 a 4 metri), l`angolo δ di cui è ruotato lo specchietto si trova con la formula:
tang 2δ = a / l.
Questo metodo permette di misurare angoli molto piccoli, dell`ordine di pochi secondi di grado. Inoltre la lunghezza e la mancanza di inerzia dell`ago di luce, insieme al raddoppio dell`angolo di rotazione dovuto alla leva ottica, contribuiscono ad ottenere una notevole sensibilità del galvanometro.
Bibliografia.
Scheda di istruzioni delle Officine Galileo Firenze, senza data.
L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM Padova 1962, da cui è tratta la figura 1-430.
A. Wilke e S. Pagliani, L`elettricità, Vol. II, UTE, Torino 1897.
G. Veroi, Elementi di Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. II, UTET, Torino, 1909 .
  Foto di Ilaria Leoni e di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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