Wattmetro elettrodinamico SEB Tipo E/02 N° 681081 1ª parte


Wattmetro elettrodinamico SEB Tipo E/02 matr. N° 681081. Prima parte.
Nell`inventario del 1956, in data 30 giugno, si trova al n° 1015-1016 ed è detto già in esistenza; ivi si legge: “Wattmetri SEB N. 681081 – 681082. ₤ 50.000”.
Il certificato di collaudo posto all`interno del coperchio riporta in sintesi le caratteristiche dello strumento con i due schemi di inserzione (bobine fisse in serie; bobine fisse in parallelo) e le relative tabelle. L`architettura del sito non permette di riportarle come si osservano nella foto, ma è necessario adattarle, come si può vedere nella seconda parte  scrivendo “681081” su Cerca.
Dunque vi si legge:
«SEB. STABILIMENTI ELETTROTECNICI DI BARLASSINA – Milano. WATTMETRO ELETTRODINAMICO. Mod. E/02 N° 681081. BOBINE FISSE IN SERIE: Amp 0,25 Volt 150 Costante 0,25 ; Amp 0,25 Volt 300 Costante 0,5; Amp 0,25 Volt 600 Costante 1. BOBINE FISSE IN PARALLELO: Amp 0,5 Volt 150 Costante 0,5; Amp 0,5 Volt 300 Costante 1; Amp 0,5 Volt 600 Costante 2. GIRARE LA MANOPOLA SU “D” OPPURE SU “L”. SE OCCORRE INVERTIRE LA LETTURA – SULLA POSIZIONE ZERO PER INTERROMPERE IL CIRCUITO VOLTMETRICO -. Sovraccarico massimo del circuito ampermetrico 100 [A – N.d.R.]. Sovraccarico massimo del circuito voltmetrico 50 [V – N.d.R.]. Induttanza approssimativa delle bobine fisse in parallelo 0,006 Henry. Induttanza approssimativa delle bobine fisse in serie 0,024 Henry. Induttanza approssimativa della bobina mobile 0,0041 Henry. Resistenza del circuito ampermetrico in parallelo 3,468 Ohm. Resistenza del circuito ampermetrico in serie 13,78 Ohm. Resistenza del circuito voltmetrico per 150 Volt 5000 Ohm. Resistenza del circuito voltmetrico per 150 Volt 5000 ohm. Resistenza del circuito voltmetrico per 300 Volt 10000 Ohm. Resistenza del circuito voltmetrico per 600 Volt 20000 Ohm. TEMPERATURA DI TARATURA 17 °C. CORREZIONI PER LA TEMPERATURA. Portata 150 Volt compensato Watt = Lettura. Portata 300 Volt compensato Watt = Lettura. Portata 600 Volt compensato Watt = Lettura. Errore inferiore a ± 0,2 % della lettura di fondo scala con frequenza fino a 100 Hz. [ In basso si osserva il diagramma con sulle ordinate “Errore in divisioni” e in ascisse “Lettura in divisioni” da 0 a 150 divisioni. N.d.R.] Il collaudatore Bonomi [?]. Milano, 12 – 10 – 1955».

Sul quadrante in alto al centro sotto il logo “SEB” si legge:
Stabilimenti Elettrotecnici di Barlassina – Milano” ; ancora sotto vi è una grande “W” e la scala presenta 150 divisioni. I simboli delle Norme CEI dicono che lo strumento: all`atto della misura va posto col quadrante orizzontale; è elettrodinamico a ferro; misura in C.C. e in C.A.; ha classe 0,2; è stato sottoposto ad una prova di 2 kV. In basso a destra si legge: “Mod. E/02 N° 681081”.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni ricerche e testo di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.

 

Wattmetro elettrodinamico S.E.B. Mod. E/02 Matr. N° 683298


 Wattmetro elettrodinamico SEB Mod. E/02 Matr. N° 683298.
Nell’inventario D del 1956 al n° 1562 – 3 si legge: “SEB – Milano Wattmetro el. din. 5 – 10 A; 150 – 300 – 600 V ₤ 160.000”. Acquistati nel giugno del 1959 e destinati al Laboratorio di Elettrotecnica.
Altri due modelli di wattmetro elettrodinamico SEB
E/02, con caratteristiche diverse, si possono vedere nella Sezione Elettronica scrivendo: “E/02” su Cerca.

Sul quadrante i simboli delle norme CEI dicono che lo strumento va letto in posizione o
rizzontale, ha classe di precisione 0,2, funziona sia in D.C. sia in A.C., è stato sottoposto a tensione di prova di 2 kV.

Riportiamo parzialmente quanto è scritto nel foglio posto sotto il coperchio: «Stabilimenti Elettrotecnici di Barlassina – Milano. Wattmetro Elettrodinamico Mod. E/02; cos φ 0,2; N° 683298. Bobine fisse in serie. Amp. 5 Volt 150 Costante 1 ; Amp. 5 Volt 300 Costante 1; Amp. 5 Volt 600 Costante 3. Bobine fisse in parallelo  Amp. 10 Volt 150 Costante 2; Amp. 10 Volt 300 Costante 4; Amp. 10 Volt 600 Costante 8. Per invertire le letture basta invertire la posizione del commutatore -A-. Per interrompere il circuito voltmetrico, basta disporre il commutatore di portata voltmetrica -B- sulla posizione -O-. Induttanza approssimativa delle bobine fisse in parallelo: 0,082 mH; induttanza approssimativa delle bobine fisse in serie: 0,304 mH. Induttanza approssimativa della bobina mobile: 7,5 mH. Resistenza del circuito ampermetrico in parallelo: 42 mΩ; resistenza del circuito ampermetrico   165  mΩ. Resistenza del circuito voltmetrico per 150 Volt: 4.012 Ω; resistenza del circuito voltmetrico per 300 Volt: 8.024 Ω. Temperatura di taratura: 17 °C. Errore inferiore a ± 0,2 % della lettura di fondo scala con frequenza fino a 100 Hz. [sotto si vede il grafico dell`errore in divisioni in funzione della lettura in divisioni N.d.R.] Milano, 29/4/1959».

Uno strumento elettrodinamico è costituito essenzialmente da una bobina fissa e da una bobina mobile; quando le due bobine sono percorse da correnti sinusoidali, sulla bobina mobile agisce una coppia, il cui valor medio è proporzionale al prodotto tra i valori efficaci delle due correnti e il coseno dell’angolo di sfasamento tra le correnti stesse.
Uno strumento di questo tipo fornisce l’indicazione della potenza attiva assorbita da un carico se una delle due bobine, solitamente quella fissa, è attraversata dalla corrente che entra nel carico, mentre l’altra, solitamente quella mobile, è attraversata da una corrente che in modulo è proporzionale alla tensione presente ai capi del carico.
Ciò si ottiene semplicemente ponendo un resistore di valore opportuno in serie alla bobina mobile. Tuttavia, poiché la bobina mobile presenta un’induttanza non nulla, la corrente che attraversa questa bobina risulta sfasata rispetto alla tensione applicata ai suoi capi di un certo angolo che durante la misura si va sommare allo sfasamento vero e proprio del circuito oggetto della misura stessa.
Le cause di errore nella misura con questo strumento sono di tre tipi: autoconsumo, errore di fase, classe.
La caratteristica più importante di questo strumento è il basso coseno di φ (utile per le misure a basso fattore di potenza) che lo rende idoneo per il rilievo della potenza elettrica attiva di un carico o di un circuito elettrico a forte connotazione induttiva; nel quale caso l’errore di fase diventerebbe sensibile.
Esso fa parte degli strumenti più pregiati nei quali la molla antagonista è ridotta in modo che la portata dello strumento sia pure ridotta.
Un wattmetro con cos φ = 0,2 non può essere usato per carichi che assorbano una potenza attiva pari a 1/5 di quella corrispondente al prodotto V I, essendo V la portata voltmetrica e I quella amperometrica; cioè esso è vulnerabile ai sovraccarichi.
  Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.

 

 

 

 

 

Wattmetro elettrodinamico Guggenheimer matr. N° 251215

Wattmetro elettrodinamico Guggenheimer matr. N° 251215.
I particolari costruttivi e il numero di matricola suggeriscono una data di fabbricazione forse risalente agli anni Venti.
Nell`inventario D del 1937 al n° 54 si legge come già in esistenza: “Wattometro da laboratorio Guggenheimer 5 – 10 A 150 – 300 V N° 251215 – 42, ₤ 2.200”, destinato al Laboratorio di Misure Elettriche.
Sul quadrante, oltre il logo della casa costruttrice e il numero di matricola si legge: “5 – 10 A; 150 – 300 V; 5.000 Ω [sotto a 150 V] 10.000 Ω [sotto a 300 V]”.
I simboli indicano che lo strumento è elettrodinamico e che misura sia in C.C. sia in C.A.; si vedono una F e un trattino orizzontale in basso a destra dei quali ignoriamo il significato.

Cercando nell’elenco il “Wattmetro elettrodinamico del tipo Siemens” che è il più antico della collezione del Montani, si possono osservare la bobina voltmetrica mobile e quella amperometrica fissa.
Oppure cercare il “Wattmetro elettrodinamico S.E.B. Mod. E/02 Matr. N° 6832968” e il “Wattmetro S.I.P.I.E. Mod. 781 S, matr. N° 693369, 2a parte”.
La figura mostra il logo della ditta.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo  di Fabio Panfili.
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Wattmetro elettrodinamico SEB E 19 V N° 683300


Wattmetro elettrodinamico SEB mod. E 19 V matr. N° 683300.
Non è stato rinvenuto negli inventari, ma il suo numero di matricola è di due unità superiore rispetto al mod. e/02 N° 683298 il cui collaudo è in data 29/04/1959.

Sul quadrante dall`alto verso il basso si osservano: i simboli CEI; il logo col modello e il numero di matricola; la scala va da 0 a 150 f.s.; al centro campeggia la lettera “W” e in basso in carattere corsivo elegante: “Stabilimenti Elettrotecnici di Barlassina – Milano”.
I simboli CEI dicono che: lo strumento è del tipo elettrodinamico; la lettura va fatta con il quadrante in posizione orizzontale; la classe è 0,2 in C.A. a 50 Hz; la tensione di prova è 2 kV.
La legenda posta all’interno del coperchio reca a sinistra le tabelle e a destra lo schema di inserzione.
Sulla tabella si legge: “P = Lettura × K”‚ e subito a destra: “Resistenza. A 25 V 150 K 25 – A 25 V 300
K 50 / A 50 V 150 K 50 – A 50 V 300 K 100 // V 150 ohm 5000 ; V 300 ohm 10000 // A 25 ohm
0,0037 – A 50 ohm 0,0015”.
Sotto lo schema si legge: “Mod. E 19 V N° 683300 cl. 0,5”. Nello schema si vedono le disposizioni dei contatti posti sul lato destro per avere le portate di 25 A e di 50 A. Mentre i
contatti sul lato sinistro permettono di scegliere tra 150 e 300 V.
Per avere ben chiara la descrizione
basta osservare le foto.
Comunque una descrizione del funzionamento di un wattmetro elettrodinamico si trova scrivendo: “E/02” su Cerca.
Una targhetta posta sulla sommità reca la scritta: «STABILIMENTI ELETTROTECNICI DI BARLASSINA MILANO – VIA SAVONA 97. W ELETTRODINAMICO CL. 0,5. PORTATE 150 – 300 V 25 – 50 A. N° 683300».
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Volts Amperes Direct Current Weston Mod. 1 N° 50996 1ª parte (G. Barbieri)

Il voltamperometro C.C. e C.A. Weston mod. 1, matr. N° 50996, è stato donato nel gennaio del 2016 dal P.I. Sig. Guido Barbieri di Modena, tramite Fabio Panfili e Stefano Luzi, e va ad arricchire la collezione del Montani. Prima parte.
La data riportata sul foglio di collaudo è 8 agosto 1934.
L`ing. Claudio Profumieri, oltre a curarne con la consueta perizia l`aspetto, lo ha sottoposto a prove tecniche osservando che il funzionamento non da misure attendibili; inoltre insieme abbiamo deciso per ora di non sostituire il vetro del quadrante rotto in diversi punti.
La rottura è probabilmente dovuta ad una maldestra estrazione dalla custodia avvenuta chissà quando, estrazione che richiede cautela mista alla necessaria forza: le zone di rottura coincidono con l`istintiva pressione delle dita della mano per estrarre lo strumento.
Il fascino del Modello 1 è nella sua forma caratteristica rimasta immutata fin da fine Ottocento.
Quando si pensa alla rivoluzione avvenuta nella tipologia degli strumenti portatili con il passaggio dai delicati equipaggi a sospensione a filo a quelli ben più robusti del perno incassato tra due pietre dure, ispirato ai bilancieri degli orologi meccanici, viene subito in mente Edward Weston (1850 – 1936), un prolifico inventore inglese che tra i suoi 334 brevetti, annovera lo sviluppo di questo tipo di strumento portatile per accurate misure di corrente elettrica dal 1886 al 1888. Un dispositivo che è alla base degli amperometri, voltmetri e wattmetri fino all`avvento degli strumenti digitali.
Weston, all`età di venti anni, si recò a New York City per poi trasferirsi nel 1875 nel New Jersey, dove fondò nel 1877 la The Weston Dynamo Electric Machine Co. a Newark, per poi fondare la Weston Electric Light Co. e infine nel 1889 la Weston Electrical Instrument CO. .
Sul quadrante vi sono due scale lineari: quella superiore va da 0 a 1000 div. f.s.; quella inferiore va da 0 a 100 div. f.s.; sotto le scale vi è lo specchietto per evitare errori di parallasse e sotto ancora si legge: “USE WITH EXTERNAL SHUNT F.S. = 50 M V. VOLTS AMPERES DIRECT CURRENT WESTON MODEL 1 NO. 50996”. Sotto il quadrante, un cartellino nero reca la scritta:
“WESTON ELECTRICAL INSTRUMENT CORP. MODEL 1 NO. 50996 NEWARK .N.J. U.S.A.” e sotto ancora, protetto da un materiale trasparente, campeggia l`equipaggio costituito da una bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente.
Alla sua sinistra vi è un morsetto e appena sopra vi sono due pulsanti con le scritte rispettivamente: “EXT RES ; 50 mV SHUNT”.
Alla sua destra vi è l`altro morsetto con il simbolo +.

Sul foglio di collaudo vi è scritto:
«WESTON D. C. AMMETER, MODEL 1, No. 50996. This instrument indicates International Amperes if properly connected to the external shunts by means of the leads furnished with the instrument. Its indications are correct within 1/4 per cent of full scale value at any part of the scale at 25 °C. For all ordinary measurements no temperature correction is required. If greater accuracy is desired, multilpy indications by [ 1 + 0.000,16 (t – 25 °C)]. This instrument is adjusted to 50 Millivolts at the terminals of the leads. Resistance of instrument with leads is 10 Int.» Ohms at 25 °C. Resistance of 5 foot leads is ( approx.) 0.026 Int. Ohms at 25 °C. Standardized at Weston Laboratory, Newark, N. J., U. S. A. . Date Aug. 8 1934. Certified I.[?] B. Dowden [??] ».

Una etichetta posta nel lato in basso cita la ditta importatrice: “S.A. Ing. S. Belotti & C. Milano Piazza Trento, 8”. Appena sotto vi è la vite per l’azzeramento dell’indice con la scritta: “CORRECTION”.
Lo strumento ha la sua custodia ma mancano i puntali e lo shunt.
Si ringrazia sentitamente il sig. Barbieri, il quale, pur non essendo ex allievo, ha fatto dono al Montani di numerosi e rari strumenti e in particolare di questo pregevole esemplare, ricco di storia. Il suo desiderio è che i visitatori, specialmente i giovani, possano apprezzare il significato e il fascino di questi oggetti.

Le figure sono tratte da: A. F. Corbi Jr., Principles of permanent magnet movable coil and movable iron types of istruments, Monograph B-7, Weston Electrical Instrument Corporation, Newark-New Jersey 1928, della Biblioteca del Montani.
Per consultare la seconda parte scrivere: “Weston mod. 1” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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