Sei milliamperometri e millivoltmetri Siemens & Halske.
Questi sei piccoli strumenti fanno parte dei numerosissimi apparecchi che l’ing. Profumieri ha con cura radunato catalogato e conservato nei locali della sezione Elettronica.
A questi se ne sono aggiunti molti altri grazie alla collaborazione di varie persone.
Numerosi sono gli strumenti e le apparecchiature d’epoca sparsi in questa enorme Scuola e si spera che troveranno nel tempo una sistemazione adeguata alla loro importanza storica e didattica.
Dunque nella prima foto, partendo dall’alto e da sinistra verso destra vi sono:
1) un millivoltmetro L8 V8 – 430 con portata f. s. di 4 mV; esso ha la bobina mobile immersa nel campo magnetico di un magnete permanente, pertanto misura in C.C.: va usato col quadrante posto in orizzontale ed è stato sottoposto ad una tensione di prova di 2 kV;
2) cinque milliamperometri – millivoltmetri L8 W7 con portate 10 mA e 100 mV; le due scale hanno rispettivamente 10 e 30 divisioni f.s. .
Le caratteristiche tecniche sono simili a quelle del millivoltmetro precedente.
Ovviamente ognuno ha il suo numero di matricola: 020; 024; 027; 029 ; 028; 030, come si vede nelle numerose foto qui sotto.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
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Voltmetro S.I.P.I.E. matr. N° 838462 mod. 700
Voltmetro S.I.P.I.E., matr. N° 838462 mod. 700.
Questo strumento si distingue sia per le insolite particolarità costruttive, sia per la forma.
Non è stato finora rinvenuto negli inventari.
L’acronimo significa: “Società Italiana Per Istrumenti Elettrici”, Pozzi & Trovero – Milano.
La S.I.P.I.E. fu fondata nel 1920 per produrre strumenti di misura e trasformatori amperometrici. Dagli anni ’90 si è specializzata nella produzione di una vasta gamma di trasformatori amperometrici toroidali.
Due informazioni pubblicitarie risalenti una al 1934 (che è riportata nella seconda parte della scheda relativa all’amperometro da quadro matr. N° 225312) e un’altra al 1939 (riportata nel frequenzimetro della S.I.P.I.E.) sono significative.
Pertanto crediamo opportuno far risalire lo strumento tra gli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento.
Sul quadrante si vedono: in alto la scala tipica degli strumenti a ferro mobile, con portata fondo scala di 300 V; al centro la scritta: “V” ; a sinistra il N° di matricola 838462 e il modello M. 700; il logo è leggermente più elaborato di quello solito, infatti non si limita al trifoglio, ma vi si legge. “S · I · P ·I · E · MILANO”.
Sempre sul quadrante a destra i simboli CEI indicano che: l’equipaggio è a ferro mobile; lo strumento misura tensioni in corrente alternata con frequenze da 40 a 60 Hz; è stato sottoposto ad una tensione di prova di isolamento di 2 kV; va usato in posizione verticale; c’è il simbolo delle norme CEI e la classe è 2,5.
La base grigia reca sul davanti la scritta: “F” e sul retro “FB IV” di cui ignoriamo il significato.
L’ing. Profumieri ha ritenuto opportuno per il principio di precauzione di non smontare lo strumento; inoltre non ne abbiamo provato il funzionamento.
Due foto mostrano l’interno della base con i contatti e un piccolo semplice schema che indica l’uso della resistenza addizionale per aumentare la portata. Non sappiamo a quale resistenza eventuale della collezione ci si riferisce.
L’equipaggio a ferro mobile viene descritto nella sezione Elettronica a proposito degli amperometri CGS HC18T 2160305 e CGS HC18T 2160296 prima parte, (è sufficiente scrivere le sigle su Cerca per trovarli).
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
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Frequenzimetro da quadro a lamelle vibranti C.G.S. ITALIA mod. HF10 Q N° 3063141
Frequenzimetro da quadro a lamelle vibranti C.G.S. ITALIA mod. HF10 Q, matr. N° 3063141.
Nell’inventario D del 1956 si trovano due frequenzimetri di questa ditta, acquistati uno nel 1958 e l’altro nel 1962 ma differiscono tra di loro sia per i modelli, sia per i numeri di matricola, sia per altre caratteristiche principalmente costruttive.
Ad esempio; in data 25 gennaio del 1958, al n° 1209 si legge: “CGS – Monza. Frequenzimetro indicatore, 47 – 53 p. s. – 300 V – mod. H2F 15 Q. (LAMI [Laboratorio Misure Elettriche N.d.R.])”.
Dal numero di matricola possiamo comunque dedurre che questo esemplare sia stato acquistato molto più tardi.
Il quadrante in basso a sinistra reca: il logo della ditta, il modello e il numero di matricola; a destra i simboli CEI dicono che: lo strumento è a lamelle vibranti; funziona in C.A.; ha classe 0,5; è stato sottoposto a tensione di prova di 2 kV; funziona a 220 V.
Lo strumento, di piccole dimensioni, funziona per risonanza.
Per avere una idea della risonanza meccanica basta ricordare come si deve sollecitare una altalena: non occorre una grossa spinta iniziale, quanto piuttosto è meglio dare piccole spinte che rispettino il suo periodo naturale di oscillazione.
Dunque ogni lamella è stata realizzata in modo che risuoni ad una certa frequenza.
Essa viene fissata ad una estremità, mentre l’altra estremità è libera di vibrare.
Tutte sono sollecitate magneticamente e periodicamente: solo quelle che risuonano si mettono in vibrazione.
Più la frequenza da misurare si avvicina a quella propria della lamella, più la sua vibrazione diventa ampia.
Come si vede nelle due figure tratte da L. Olivieri e E. Ravelli , Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 397-399.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Amperometro da quadro a ferro mobile S. Guggenheimer matr. N° 222799
Amperometro da quadro a ferro mobile S. Guggenheimer, matr. N° 222799.
Non abbiamo svolto alcuna ricerca negli inventari, ma questo amperometro è il più antico fra gli strumenti della ditta S. Guggenheimer che danno parte della collezione del Montani; pertanto lo possiamo far risalire a prima del 1919.
L’aspetto della scala suggerisce che è sicuramente del tipo a ferro mobile, con la bobina, costituita da poche spire di filo di grossa sezione, adatta per la portata di 200 A.
Gli strumenti a ferro mobile, non molto precisi ma robusti e affidabili nel tempo, permettono misure sia in C.C. sia in C.A. come è confermato dall’unico simbolo a destra sul quadrante.
A sinistra sul quadrante, oltre al numero di matricola, si vede il logo della ditta.
Bibliografia.
Per avere informazioni sugli strumenti a ferro mobile si possono consultare:
L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pp. 133 – 135.
J. H. Fewkes and J. Yarwood, Electricity, Magnetism, and Atomic Physics, Vol. I, University Tutorial Press LTD near Cambridge, London 1956, pp. 87 – 89.
Oppure si consiglia di consultare i numerosi strumenti a ferro mobile presenti in questo sito.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
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Amperometri da quadro Off. Galileo e S.I.P.I.E.
Quattro amperometri da quadro Off. Galileo e S.I.P.I.E.
Per ora non è stato possibile il loro ritrovamento negli inventari dell’epoca.
Nella prima foto si vedono a sinistra due amperometri delle OFFICINE GALILEO, mod. G. 1 che differiscono solo per il numero di matricola: N° 139708 e N° 139709.
Sui loro quadranti la scala è tipica degli strumenti a bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente,
come del resto risulta ad un esame dell’aspetto dell’equipaggio mobile, fatto attraverso il vetro.
La loro portata fondo scala è di 5 A.
L’azzeramento dell’ago si esegue agendo sulla vite posta in basso sul quadrante.
Il visitatore può vedere il modello G 3 della stessa ditta
scrivendo “G 3” su Cerca.
Se la sigla del modello significa Galileo 1, potrebbe dirci che i due strumenti siano molto antichi.
Le figure N 1127 si trovano a pag. 282 del catalogo: Apparecchi per l’Insegnamento della Fisica a cura del prof. R. Magini, Officine Galileo, 1940. L’amperometro a destra nella prima foto è della S.I.P.I.E. il cui logo è un trifoglio.
Il suo numero di matricola 213951 sembra anteriore a quello che appare in una pubblicità del 1934 dove un voltmetro da quadro pare abbia il n° 256562.Ciò implica che questo strumento possa risalire al periodo tra fine anni Venti del Novecento e inizio degli anni Trenta.
Esso ha una portata fondo scala di 30 A ed è a bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente. Pertanto, come i due strumenti delle OFFICINE GALILEO, è idoneo solo per misure in C.C. .
L’ultima foto è dell’amperometro S.I.P.I.E. col numero di matricola 225396 con portata fondo scala di
100 A.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo di Fabio Panfili.
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