Contatore Siemens Mod. W 13 P Matr. N° 25022435.
Per ora non è stato rinvenuto negli inventari d’epoca e dall’aspetto è sicuramente tra i più recenti tra quelli che ci sono pervenuti.
Un targhetta posta di fronte, oltre al logo e alla marca
(SIEMENS Soc. An. Milano), reca la scritta: «Kilowatt-ore Contatore a corrente alternata monofase Mod. W 13 P N° 25022435 50 P/s 260 V 400/5 A 1kWh = 30 giri del disco».
In un’altra targhetta, posta nella parte inferiore come si vede nelle foto, si legge: «Da usarsi con trasformatori di misura Primario 400 A Secondario 5 A».
Scheda provvisoria.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Contatore trifase mod. D7 Siemens – Schuckert Matr. N° 8246553
Contatore trifase mod. D7 Siemens – Schuckert matr. N° 8246553.
Non sono state fatte ricerche approfondite negli inventari dell’epoca, ma un contatore mod. D7 con numero di matricola 5657563 era in esistenza tra il 1928 e il 1937, inoltre un mod. D8 N° 8267382 era in esistenza nel 1937. Al n° 1185 dell’inventario D del 1956 questo esemplare è ovviamente detto “In esistenza”.
In una targhetta si legge: «KILOWATT – ORE CONTATORE TRIFASE MOD. D7. Per carico equilibrato e squilibrato. N° 8246553 50 PERIODI 235 Volt 3 × 15 Amp. 1 Kilowatt-ora = 375 Giri del disco. SIEMENS – SCHUCKERT. 832”.
Scheda provvisoria.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Contatore trifase SIEMENS C.G.S. Mod. CS34 Matr. N° 79910145
Contatore trifase Mod. CS34 COSTRUTTORI ASSOCIATI MERIDIONALI S.P.A. SIEMENS C.G.S. Matr. N° 79910145.
Sul quadrante si leggono anche le seguenti caratteristiche:
Hz 50
V 3 ×220 (380) A 5 – 20
1 kWh = 300 giri.
Scheda provvisoria.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni di Fabio Panfili.
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Cassetta con due voltamperometri della W. M. Welch Scientific Co. Serial N° 50706 in AC e DC.
Cassetta con due voltamperometri della W. M. Welch Scientific Co. Chicago Serial N° 50706, Cat. N° 3032 in AC, DC.
Questo strumento non è stato rinvenuto in nessun inventario e per ora non si hanno notizie sul suo impiego.
Non disponendo neppure di una timeline della ditta non è facile darne una datazione certa; con la dovuta cautela, dopo qualche indizio scovato in rete, si può pensare al 1960.
Nella vasta collezione del Montani esistono pochi strumenti della Welch Scientific Co. e piuttosto antichi, essi si possono vedere in questo sito.
È noto che William M. Welch fondò la sua ditta nel 1880 per la costruzione di strumenti idonei per l’insegnamento di materie scientifiche.
Ma non abbiamo notizie utili su questo particolare strumento doppio le cui caratteristiche si possono vedere nelle foto.
Il voltamperometro posto a sinistra reca le seguenti scritte:
sotto le scale si legge “VOLTS A.C. AMPERES; QUALITY WELCH SERVICE”; in basso a sinistra: “SERIAL NO. 50706 W.M- WELCH SCIENTIFIC CO.” e in basso a destra: “CAT. NO. 30032 CHICAGO. ILL.”.Lo strumento a destra reca solo le scritte:
“VOLTS D.C. AMPERES; QUALITY WELCH SERVICE”.
Sotto i due strumenti sono ben visibili le due manopole che permettono di scegliere le varie opzioni.
Il visitatore che abbia informazioni più dettagliate sullo strumento doppio è pregato vivamente di scrivere all’indirizzo:
fabio.panfili@live.it.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e ricerche di Fabio Panfili.
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Wattmetro Siemens L 76 W9 – 022
Wattmetro Siemens L 76 W9 – 022.
Per ora non è stato trovato negli inventari.
Nella collezione del Montani vi sono altri due wattmetri identici con le sigle: L 76 W11 – 081 e L 76 V12 – 140.
Sul quadrante i simboli CEI dicono che: misura in C.A. da 40 a 60 Hz; è elettrodinamico con ferro; il numero 1 forse si riferisce alla classe; va usato col quadrante in posizione orizzontale; è stato sottoposto ad una tensione di prova di isolamento di 2 kV.
Sul retro vi sono gli schemi per il suo uso.
Il primo a sinistra prevede l’uso diretto del wattmetro su una linea monofase con tensioni da 25 a 125 V.
Il secondo in basso, per mezzo di una resistenza addizionale, da la possibilità di misurare la potenza con tensioni di linea monofase da 250 a 500 V. Si noti l’uso di un simbolo del tutto inusuale per rappresentare quella che secondo noi è una resistenza addizionale.
Allo strano simbolo abbiamo dedicato una foto poiché nessun esperto di nostra conoscenza lo ha mai visto.
Il terzo schema prevede l’uso della cassetta di resistenze trifasi Siemens & Halske di cui abbiamo riportato qui due foto (per consultarne le due schede cercare “Cassetta di resistenze Siemens per misura di potenza reale su linee trifasi” nell’elenco di Elettrotecnica).
Essa è impiegata per realizzare un metodo di misura della potenza reale in un sistema simmetrico nelle tensioni con un carico equilibrato (correnti uguali in valore ed ugualmente sfasate).
Il vantaggio consiste nel poter impiegare un solo wattmetro invece dei consueti tre: la potenza totale P si ottiene moltiplicando per 3 il valore letto sul wattmetro.
Lo schema è riportato sul retro della cassetta ed è visibile in due foto; la bobina amperometrica va inserita in serie alla linea R.
Nello schema le resistenze trifasi sono collegate per formare un centro stella artificiale (Nullpunktwidwerstand) e sono corredate di quattro morsetti per fase, tre dei quali corrispondono alle portate rispettivamente di 125 V; 250 V; 500 V. I primi due morsetti con le scritte (U) e (25 V) servono per collegare la bobina voltmetrica del wattmetro, che evidentemente deve avere questa portata voltmetrica. Il ramo R presenta la prima resistenza, vicina alla (U) di valore inferiore a quelli delle altre due linee: 14607 Ω rispetto a 20857 Ω. La differenza di 6250 Ω corrisponde alla resistenza propria Rv del circuito voltmetrico del wattmetro da usarsi con questa cassetta. Per ogni portata bisogna calcolare la costante trifase C = 3 ( Ra + Rv ) / Rv . La potenza trifase P si ottiene moltiplicando la lettura sul wattmetro per C. In questo esemplare le tre costanti sono ben leggibili accanto ai relativi morsetti e valgono: C = 10 per la portata di 125 V; C = 20 per la portata di 250 V; C = 40 per la portata di 500 V.
Per chi volesse approfondire l’argomento consigliamo il testo indicato in bibliografia.
Se la corrente in linea supera la portata amperometrica del wattmetro, si ricorre all’inserzione semi-indiretta usando un trasformatore di corrente.
In una foto si vedono questo esemplare vicino ad un kilowattmetro della Trüb, Täuber & Co. G.A. Zürich.
Bibliografia: L. Olivieri , E. Ravelli, Elettrotecnica – Misure Elettriche, CEDAM, Padova 1962, pp. 276, 277,278, 279.
Consulenza dell’ing. Lorenzo Cognigni.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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