Galvanometro del tipo Weston Off. Galileo N° 104370

Galvanometro del tipo Weston, della ditta Officine Galileo di Firenze, N° 104370, anteriore al 1937.
Questo galvanometro presenta 4 portate regolabili a scatti di 1; 1/10; 1/100; 1/1000 e sul quadrante, sotto la scala, è scritto R = 885 ohm.
La vite per regolare la posizione dell`ago sullo zero reca la scritta: “Correzione”.
Esso rappresenta una evoluzione del tipo Deprez- d`Arsonval.
Nel 1888 E. Weston ebbe l`idea di sostituire le sospensioni a filo metallico, che sostengono l`equipaggio mobile del galvanometro Deprez-d`Arsonval, con perni girevoli su pietre dure, agata o zaffiro, in analogia con il sistema a perni del bilanciere degli orologi.
Due molle leggerissime servono sia a creare la coppia antagonista sia a stabilire i contatti elettrici. Esse hanno la forma a spirale piana e sono in genere fatte di bronzo fosforoso. In tal modo gli strumenti sono diventati più robusti e facilmente trasportabili.
Le dimensioni ridotte degli strumenti tipo Weston più recenti sono dovute all`evoluzione dei materiali ferromagnetici, mentre il principio costruttivo è rimasto lo stesso.
La prima figura mostra il tipo Gp 1403 delle Officine Galileo ed è a pag. 277 del catalogo: Apparecchi per l’Insegnamento della Fisica a cura del prof. R. Magini, Officine Galileo, 1940; mentre questo esemplare pare sia il modello precedente al tipo 1404 che ha il riduttore per le stesse 5 diverse sensibilità, ma ha diversa resistenza interna.
La figura 2385 è a pag. 637 del Physikalische Apparate Max Kohl, Chemintz i. Sachsen, Preiliste Nr. 21
il cui indirizzo è:
https://ia802300.us.archive.org/3/items/physikalischeapp00kohlrich/physikalischeapp00kohlrich.pdf
Sono entrambi del tipo Weston e si noti una certa somiglianza con questo esemplare.


La stessa figura ma col N° 1666 è a pag. 397 del Catalogue N° 22 Appareils de Physique Max Kohl Chemnitz Saxe. Representants et Dépositaires pour la France Richard-Ch. Heller & Cie. Paris, 1905; che si trova all’indirizzo:
http://cnum.cnam.fr/PDF/cnum_M9901.pdf
Le due figure 25 e 26 mostrano i particolari costruttivi di un equipaggio tipo Weston e sono tratte da A. F. Corbi Jr., Principles of permanent magnet movable coil and movable iron types of istruments, Monograph B-7, Weston Electrical Instrument Corporation, Newark-New Jersey 1928.

La figura 2419 è a pag. 181 del Catalogue M Physical and Chemical Apparatus Central Scientific Co. Chicago U.S.A. May, 1909.

La figura 94073 è a pag. 894 del catalogo Physikalische Apparate Max Khol A. G. Chemnitz Preiliste Nr.100, Band III. 1926; che si trova all’indirizzo:
https://vlp.mpiwg-berlin.mpg.de/library/data/lit21186/index_html?pn=210&ws=1.5

Foto di Ilaria Leoni, Federico Balilli e Claudio Profumieri; elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Galvanometro astatico Nobili (Museo MITI)




          Galvanometro astatico Nobili.
Inventario dell`agosto 1906, pag. 160 n° 602.
La scelta di un ago magnetico, immerso in un campo generato da una corrente, come indicatore dell`intensità del campo stesso, si fa generalmente risalire a Biot e Savart, i quali nel 1820 misuravano il periodo di oscillazione dell`ago sollecitato dall`improvviso sorgere del campo magnetico associato alla corrente, campo che si sovrapponeva a quello terrestre.
J. S. C. Schweigger (1779-1857), inventò (si ritiene tra il 1820 e il 1821) il sistema con l`ago messo al centro di una bobina (che all`epoca fu chiamata moltiplicatore), poco dopo gli esperimenti fondamentali di H. C. Oersted.
A. M. Ampere, dopo aver assistito a una dimostrazione di Oersted, rifece l`esperimento ma schermò l`effetto del magnetismo terrestre sull`ago con una serie di piccoli magneti liberi di ruotare.
Nel 1825, Leopoldo Nobili (1784-1835) ebbe l`idea di eliminare gli effetti del campo magnetico terrestre appendendo al filo due aghi identici, rigidamente montati paralleli sullo stesso asse, ma con i poli magnetici orientati in versi opposti.
Il 13 maggio di quell`anno 
egli presentò la sua invenzione all`Accademia di Scienze, Lettere ed Arti di Modena.
In seguito realizzò altri galvanometri con l`intento di fare delle misure tra loro confrontabili, anticipando il metodo assoluto di misura della corrente, introdotto nel 1837 con la bussola delle tangenti da C. S. M. Pouillet.
Il galvanometro del tipo Nobili si presenta in diverse versioni; questa in possesso del Montani, ha l`ago inferiore messo al centro di una bobina percorsa dalla corrente continua da misurare. L`ago superiore, posto sopra un disco metallico graduato, permette la lettura fungendo anche da indice.


Il debole smorzamento è dovuto alle correnti indotte in questo disco dall`ago magnetico in movimento. Il galvanometro dunque ha oscillazioni lunghe e poco smorzate.
S. Gherardi (1802-1879) suggerì, poco tempo dopo, di porre ciascun ago al centro di una bobina (vedi la figura 3).
  Queste due bobine dovevano essere di identiche caratteristiche, messe in serie fra loro ma percorse dalla corrente in versi opposti. In questa versione i campi prodotti dalle due bobine generano negli aghi due coppie concordi i cui effetti si sommano. La torsione del filo di sospensione forma la coppia antagonista. A tale principio, in seguito, si ispirò probabilmente Thomson (Lord Kelvin) nella realizzazione del suo galvanometro.
Il difetto principale di questi galvanometri è dovuto all`alterazione del magnetismo degli aghi nel tempo, che comporta una deriva nel funzionamento. Per ovviare a ciò, prima della misura, gli aghi, posti in corrispondenza dello zero, venivano orientati lungo il meridiano magnetico terrestre.  La sferetta con anello zigrinato visibile in alto serve per regolare l`altezza degli aghi.
Il galvanometro  è funzionante dopo un lieve restauro eseguito dall’ing. Profumieri.
Nessuna delle molte opere consultate, pur prodighe nelle descrizioni dei particolari costruttivi, fornisce la benché minima indicazione certa sul metodo di misura seguito.
Chi scrive e l’ing. Profumieri, hanno sottoposto lo strumento ad una tensione di 0,9 V con una resistenza in serie di protezione di 47 kΩ. La  prova sperimentale suggerisce di eseguire la lettura dell’angolo indicato dall’ago superiore sulla scala graduata del disco quando la coppia, generata dal campo magnetico associato alla corrente circolante nella bobina, viene equilibrata dalla torsione del filo di sospensione.
La figura 97 è a pag. 68 del Catalogue Général et Explicatif des Instruments de Physique de G. Fontaine, 1° Fascicule, Paris 1886. Rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/b24878844/mode/2up?q=Catalogue+G%C3%A9n%C3%A9ral+et+Explicatif+des+Instruments+de+Physique+G.+Fontaine
Bibliografia:
R. Pitoni, Storia della fisica, STEN, Torino, 1913. F. Cajori, Storia della fisica elementare, N. Zanichelli, Bologna, 1909.
G. Sbrighi e G. Cadoppi, Uno scienziato dimenticato: Leopoldo Nobili, La fisica nella Scuola, XVII 1 1984.
G. Tarozzi, Leopoldo Nobili e la cultura scientifica del suo tempo, Nuova Alfa Editoriale, Bologna, 1985.
G. Veroi, Corso di Elettricità, Misure Elettriche, Torino 1903, da cui sono tratte le figure 1 e 2 del galvanometro.
L. Ferraris, Misure Elettriche, UTET Torino 1932.
L. Segalin, Fisica sperimentale, Vol. II, G. B. Paravia, Torino 1933.
C. M. Gariel, Traité pratique d`électricité, tome I, O. Doin, Paris 1884.
A. Battelli e P. Cardani, Trattato di Fisica sperimentale, Vol. IV, F. Vallardi, Milano 1925.
O. Murani, Trattato elementare di Fisica, Vol. II, U. Hoepli, Milano 1931.
L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica, Misure Elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962 da cui è tratta la figura  3 del sistema Gherardi.
Lo strumento è esposto al Museo MITI, su proposta di Fabio Panfili.
Foto  di Claudio Profumieri e di Daniele Maiani, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Galvanometro Allocchio Bacchini & C. N° 04387 bifronte

Galvanometro  Allocchio Bacchini & C., Milano, matricola N° 04387.
Nell`inventario per categoria n°7/8 del 1926, a pag. 177, n° 743/2501, si legge: “Galvanometro dimostrativo da scuola N° 04387. ₤ 900”. Destinato alla Sala Misure Elettriche.
Si trova poi nell`inventario D del 1933/1937 al n° 18.
Il galvanometro è del tipo a bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente. Costruito per uso didattico, ha grandi dimensioni e scale ben visibili con zero centrale.
La sua particolarità consiste nei due quadranti: uno
rivolto verso gli allievi e l`altro verso l`insegnante.
Gli indici sono collegati tra loro.
Lo strumento, anteriore al 1937, è tuttora funzionante ma le misure ottenute sono curiosamente asimmetriche e quindi non attendibili.
Chi scrive e l`ing. Claudio Profumieri hanno sottoposto lo strumento a verifiche di funzionamento, ma hanno deciso di non intervenire per conservarne l`integrità.
Per avere ulteriori portate, oltre a quelle già predisposte, si potevano inserire le opportune resistenze.
Le ultime due foto ritraggono anche il Galvanometro della Physicalische Werkstätten Aktiengesellschaft
Göttingen, matricola N° 1533.
Foto di Claudio Profumieri e di Federico Balilli, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Galvanometro di Thomson-Szymanski 2ª parte

 Galvanometro di Thomson-Szymanski. Seconda parte.
Nell`inventario del 1 gennaio 1912, si trova al n° 1097 di pag. 65.
A fine febbraio del 2014 chi scrive ha ritrovato il “compensatore magnetico” che ora è collocato sulla sommità dello strumento. L’ottone era annerito da una forte ossidazione dovuta ad anni e anni di disuso, mentre l’acciaio ricurvo del magnete ha resistito meglio al passare degli anni. Abbiamo voluto presentare dunque lo strumento con l’oggetto rinvenuto.La figura 2337 è a pag. 625 del Physikalische Apparate Max Kohl Chemnitz i.Sachsen. Preisliste Nr. 21 (post 1905)
L’indirizzo di consultazione è:
https://archive.org/details/physikalischeapp00kohlrich/page/n5/mode/2upq=Catalogue+of+Physical+Apparatus+Max+Kohl.
Essa mostra: «Spiegelgalvanometer nach Thomson-Szymanski, Fig. 2337, mit astatischen Magnet-system, mitRichtmagnet und vorzüglicher leicht regulierbarer Dämpfung. – Mirror galvanometer after Thomson-Szymanski with astatic magnet pair, directing magnet an well working damper.- Galvanomètre à miroir de Thomson-Szymanski avec équipage astatique. aimant directeur et amortisseur se réglant très facilement …… Die Spulen haben 2 × 4 Ohm Widerstand. Durch Beschwerung des Magnetsystems kann man das Galvanometer auch ballistiches verweden.
Durch Abnehmen der Vorderwand läßt sich das Galvanometer öffnen und deshalb leicht und schnell einstellen. Das Instrument ist hochempfindlich und für Versuche mit Thermoströmen, für Telephonströme, zum Nachweis der Ströme beim Schneiden von Kraftlinien usw. sehr geeignet. Das Gehäuse besteht aus Mahagoni».

La figura 61342 è a pag. 882 del Price List No. 50 Vol I. Equipments for Physics and Chemisry Class Rooms. MAX KOHL A.G. CHEMNITZ (GERMANY). Rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/equipphyschemcla00kohlrich?q=Max+Kohl+A.G.+Chemnitz
La figura 61342 mostra: «Mirror Galvanometer after Thomson-Szymanski, Figure, with astatic magnet-system and directing magnet, with wire connecting blocks for putting the coils in parallel, in two groups and in series (ef. also gan.-Man-, Fig. 761; gan. Rien., Fig 832) … The four coils have resistance of 4 ohms each. By removing the front wall the galvanometer can be opened and therefore easily and quickly adjusted. The instrument is highly sensitive and is very suitable for experiments with thermo-electric currents, for telephone currents, and for demonstrating the currents on cutting the lines of force. The case is of mahogany».La figura 61343 mostra: «Wall Bracket for above with lens and Glow Lamp for 110-220 Volts, Figure, for enabling the instrument to be used as a reflecting galvanometer…The voltage should be quoted in ordering; if not stated we supply a 110 volt lamp».
La figura 61346 mostra: «Multiple Commutator for placing alongside the Lecture Table, for enabling the coils of Galvanometer No. 61,342 to put in parallel, series, and in two groups, Figure, without connecting leads …».

La figura 1640, identica alla 2337, è tratta dal Catalogue N° 22 Appareils de Physique Max Kohl Chemnitz Saxe. Representants et Dépositaires pour la France Richard-Ch. Heller & Cie. Paris. 1905, e rinvenibile all’indirizzo:
http://cnum.cnam.fr/PDF/cnum_M9901.pdf
Essa è a pag. 390, dove si legge: «Galvanomètre à miroir de Thomson-Szymanski, Fig. 1640, avec l’équipage astatique, aimant directeur et amortisseur se réglant très facilement …. Les bobines ont comme résistance 2 × 4 ohms. En chargeant l’équipage astatique, on peut utiliser l’instrument comme galvanomètre balistique. La face antérieure de la cage s’enlève facilement, ce qui permet de nettoyer aisément et rapidement le galvanomètre. L’instrument est très sensibile et put servir aux expériences sur le courants thermo-électriques, téléphoniques, etc. La cage est en acajou».
La figura 61342 mostra dunque : «Galvanometro a specchio tipo Thomson – Szymanski con il magnete compensatore, l’equipaggio astatico e il frontale di semplice accesso.
Le 4 bobine hanno una resistenza da 4 Ω ciascuna. Caricando l’equipaggio astatico, è possibile utilizzare lo strumento come galvanometro balistico. La faccia anteriore del contenitore può essere rimossa facilmente, in modo tale da poter regolare la posizione dell’equipaggio ed eventualmente pulire rapidamente il galvanometro. Lo strumento è molto sensibile e potrebbe essere usato per esperimenti con correnti termo-elettriche, segnali telefonici, dimostrazioni sulle correnti indotte ecc. La custodia è in mogano».
La figura 61343 mostra dunque: «Supporto a parete con obiettivo Lampada Glow per 110-220 Volt, per consentire allo strumento di essere utilizzato come un galvanometro a riflessione … La tensione deve essere indicata nell’ ordinazione; se non viene dichiarata forniamo una lampada da 110 volt».
La figura 61346 mostra dunque: «Commutatore multiplo da collocare a fianco della cattedra, per collegare le bobine del galvanometro in serie, in parallelo o in due gruppi, senza ricorrere a cavi di collegamento …» .
Per consultare la prima parte scrivere: “Szymanski” su Cerca.

Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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Galvanometro di Thomson-Szymanski 1ª parte


Galvanometro di Thomson-Szymanski. Prima parte.
Nell` inventario del 1 gennaio 1912, si trova al n° 1097 di pag. 65. Viene dichiarato in buone condizioni e destinato al Gabinetto di Elettrotecnica, il costo è di ₤ 120.
Questo esemplare è identico costruttivamente ad uno appartenente alla collezione visibile nel sito:
http://www.historische-messtechnik.de/passive-messgeraete/galvanometer/thomson-galvanometer/00506.php ,
Detto sito, come del resto questo, è in continua evoluzione con nuove informazioni. Recentemente infatti vi sono state pubblicate altre notizie che noi doverosamente riportiamo:
«Lo strumento qui presentato è un galvanometro astatico a quattro bobine di Keizer e Schmidt, progettato da H. du Bois e H. Rubens. La base è una tavola di legno duro (mogano) su tre viti di regolazione. Su questo piatto di legno è montata una custodia in legno in due parti, anch’essa in mogano, la cui parte anteriore può essere rimossa. Un manicotto verticale più lungo può essere spinto su un perno corto che sporge al centro del coperchio, sul quale due magneti raddrizzatori, uno più grande e uno più piccolo (nell’oggetto manca uno dei magneti), possono essere ruotati avanti e indietro.
C’è una barra di bloccaggio in ottone sul retro della cassa. Ruotando questa barra, il blocco dell’alloggiamento viene rilasciato e l’intera parte anteriore (comprese le bobine su di essa) può essere tolta. Il meccanismo di misurazione, un sistema di aghi del tipo Thomson astatici, è quindi accessibile. Il sistema di aghi è costituito da un fascio di magneti in alto e in basso, con lo specchio piano argentato al centro. Un’ala è fissata alla parte inferiore del sistema, che può essere utilizzata per lo smorzamento e il bloccaggio.
Il sistema di aghi è progettato in modo da poter essere facilmente rimosso. La vite di fissaggio superiore è inserita in una staffa orizzontale in ottone e può essere estratta applicando una pressione moderata. Come accessorio al dispositivo, c’era anche una scatola con meccanismi di misurazione aggiuntivi di diverse sensibilità.
Le 4 bobine, accessibili dall’esterno tramite contatti in ottone, si trovano all’interno della parete anteriore e posteriore. Le pareti laterali sono in vetro, quindi si può vedere all’interno del dispositivo».
Nel sito si trova anche un documento in pdf da cui sono tratte le figure 1, 2 e 3, datato 1896.
William Thomson (Lord Kelvin, 1824-1907) progettò e costruì questo tipo di galvanometro tra il 1855 e il 1863 poiché aveva bisogno di un ricevitore estremamente sensibile che potesse rivelare i segnali provenienti da un cavo telegrafico transoceanico. Egli aveva previsto nel 1855 la forte attenuazione del segnale lungo il cavo e quindi sapeva che un ricevitore Morse non sarebbe stato idoneo a rivelarlo. Il suo galvanometro poteva distinguere il punto dalla linea se per convenzione la deviazione dell`ago verso destra indicava ad esempio un punto e a sinistra una linea. In seguito la sensibilità e la versatilità dello strumento ne decretarono l`ampia diffusione e le molte versioni.
Il galvanometro di Thomson, nella versione di tipo astatico più comune, è costituito da due gruppi di corti aghi magnetici paralleli, sospesi ad un unico filo tra le facce di due coppie di bobine identiche, collegate in serie, ma in modo tale che il flusso del campo magnetico, generato da una coppia, sia di verso opposto a quello dell`altra coppia. Una coppia di bobine è posta sopra l`altra. Ogni gruppo di aghi ha i poli equiversi ma presenta l`orientamento dei poli opposto all`altro gruppo per tentare di eliminare l`influenza del magnetismo terrestre. È comunque difficoltoso realizzare una buona astaticità poiché questa richiede una simmetria nei circuiti e n
el magnetismo degli aghi non indifferente, che inoltre muta nel tempo. Kelvin pose sopra i due gruppi un magnete compensatore, regolabile in altezza e girevole, per contrastare eventuali effetti magnetici residui e favorire l`astaticità.
Il galvanometro di Thomson dunque sostanzialmente riassume le caratteristiche di molti galvanometri, in special modo realizza il tipo ideato da Gherardi (un galvanometro astatico a doppia bobina che viene descritto nella scheda del galvanometro tipo Nobili [per vederlo scrivere: “Nobili” su Cerca N.d.R.]).
Il gruppo di corti aghi di diversa lunghezza sostituiva i magnetini a ferro di cavallo o a campana o ad anello; ma sembra certo che anche questa soluzione fosse già stata adottata da Ampere. Perfino l`uso della calamita compensatrice si fa risalire ad Ampere. All`epoca ogni casa costruttrice offriva lo stesso tipo di galvanometro con piccole varianti per renderlo idoneo a scopi diversi. L`esemplare in possesso del Montani è del tipo classico a quattro bobine ma l`apparato mobile è andato perduto, quest`ultimo era costituito da un filo probabilmente di quarzo su cui erano fissati i due gruppi di piccoli aghi magnetici e lo specchietto per la lettura. In genere gli aghi erano fissati su lastrine di mica. Pertanto la misura si svolgeva col sistema a leva ottica ideato da Poggendorf. Nella seconda parte si può osservare il “compensatore magnetico” che è stato rinvenuto da chi scrive qualche anno dopo che l’ing. C. Profumieri ha fatto queste foto.
Sul frontale dello strumento si legge  “4 × 4 ohm”.
Le figure 94071 e 94072 si trovano a pag. 894 del Max Kohl A. G. Chemnitz (Germany). Price List
No. 50, Vols. II and III Physical Apparatus.
Dove si legge per la figura 94071: «Spiegelgalvanometer nach Thomson-Szymanski, Figur, mit
astatischen Magnet-system und Richtmagnet, mit Drahtverbindungsstücken, um die Spulen parallel, in
zwei Gruppen und hintereinander schalten zu können (vergl. auch Gan.-Man. Fig. 761; Gan. Rein. Fig.
832) … Die 4 Spulen haben je 4 Ohm Widerstand. Durch Abnehmen der Vorderwand läßt sich das
Galvanometer öffnen und deshalb leicht und schnell einstellen. Das Instrument ist hochempfindlich und für Versuche mit Thermoströmen, für Telephonströme, zum Nachweis der Ströme beim Schneiden von Kraftlinien usw. sehr geeignet. Das Gehäuse besteht aus Mahagoniholz».
E per la figura 94072: «Konsole dazu mit Linse und Glühlampe für 110 – 200 Volt, Figur, um das
Instrument als Reflexgalvanometer verwenden zu können …. Die Spannung ist bei Bestellung anzugeben,
ohne nähere Angabe liefern wir die Glühlampe für 110 Volt».

Bibliografia: questo tipo di galvanometro è descritto in moltissimi libri, editi dalla fine dell`Ottocento in poi, in possesso della Biblioteca del Montani. L`elenco che segue si limita ai più significativi.
C. M. Gariel, Traité Pratique d`electricité, tome I, Masson & C., Paris 1884.
R. Ferrini, Recenti progressi nelle applicazioni dell`elettricità, U. Hoepli, Milano 1884-1892 .
A. Wilke e S. Pagliani, L`elettricità, Vol. II, UTE, Torino, 1897.
G. Veroi, Corso di elettricità, Scuola di applicazione d`artiglieria e genio, Torino, 1903.
L. Graetz, L`elettricità e le sue applicazioni, Vallardi, Milano, 1907.
R. Pitoni, Storia della Fisica, STEN, Torino, 1913.
A. Battelli e P. Cardani, Trattato di Fisica sperimentale, Vol. IV, F. Vallardi, Milano, 1925.
B. Dessau, Manuale di Fisica, Vol. III, Milano, S.E.L. 1931.
O. Murani, Trattato elementare di Fisica, Vol. II, U. Hoepli, Milano 1931.
L. Ferraris, Misure elettriche, UTET, Torino 1932.
E. Perucca, Fisica generale e sperimentale, Vol. II, UTET, Torino, 1934.
A. Roiti, Elementi di Fisica, Vol. II, Successori Le Monnier, Firenze 1908, da cui è tratta la figura 172.

Per consultare la seconda  parte scrivere: “Szymanski” su Cerca.
Le foto sono di Claudio Profumieri, tranne quella col panno rosso di Federico Balilli, elaborazioni, ricerche e testo sono a cura di Fabio Panfili.
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