Apparatus of Beckmann 2ª parte

Apparatus of Beckmann.  Seconda parte. 
Questa parte è dedicata alle pagine di: Wilhelm Ostwald, Manual of Physico-Chemical Measurements, translated by James Walker, London, Macmillan and Co., 1894, rinvenibile all’indirizzo:

https://ia801604.us.archive.org/14/items/in.ernet.dli.2015.515788/2015.515788.Manual-Of.pdf

Le cui figure ingrandite sono tratte da:
https://ia800202.us.archive.org/34/items/cu31924003874215/cu31924003874215.pdf

Per chi vuole approfondire con letture d’epoca si consigliano i seguenti indirizzi:

https://ia800608.us.archive.org/33/items/ost-chemistry-practical_physical_chemistry/Practical_physical_chemistry.pdf

https://ia800502.us.archive.org/13/items/ost-chemistry-levitt-findlayspracticalphysicalchemistry/Levitt-FindlaysPracticalPhysicalChemistry.pdf

https://ia800507.us.archive.org/26/items/b21443646/b21443646.pdf

https://ia902700.us.archive.org/3/items/laboratoryexerc01getmgoog/laboratoryexerc01getmgoog.pdf

https://www.gdch.de/fileadmin/downloads/GDCh/historische_staetten/beckmann.pdf

che concerne la biografia di Ernst Beckmann nel contesto storico dell’Università di Leipzig.

Ricerche ed elaborazioni di Fabio Panfili.
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Apparatus of Beckmann 3ª parte


Apparatus of Beckmann. Terza parte. 
Questa parte è dedicata alle pagine di:
N. Monroe Hopkins, Experimental Electrochemistry, New York, D. Van Nostrand Company, 1905, rinvenibile all’indirizzo:

http://www.che.uc.edu/jensen/W.%20B.%20Jensen/Museum%20Booklets/10.%20Molecular%20Weights%20pdf.pdf .

Alcune figure interessanti si trovano all’indirizzo:

https://digital.sciencehistory.org/catalog?f%5Bsubject_facet%5D%5B%5D=Boiling-points–Measurement

che poi rimanda ai seguenti:

https://digital.sciencehistory.org/works/8s45q8848/viewer/4j03cz91s

https://digital.sciencehistory.org/works/5138jd86g/viewer/g158bh549

https://digital.sciencehistory.org/works/gb19f5853/viewer/mk61rh18w

https://digital.sciencehistory.org/works/r207tp45g/viewer/pc289j22

Ricerche ed elaborazioni di Fabio Panfili.
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Apparatus of Beckmann 1ª parte


Apparatus of Beckmann. Prima parte. 
Per ragioni indipendenti dalla nostra volontà non abbiamo potuto consultare gli inventari d’epoca e dunque non possiamo datare l’esemplare.
Questo apparecchio era quasi certamente munito del termometro di Beckmann, con una scala in genere di 5-6 °C tarata in centesimi di grado Celsius e di costruzione particolare come si vede nei disegni. La peculiarità del termometro di Beckmann è il serbatoio all’estremità superiore del tubo, per mezzo del quale la quantità di mercurio nel bulbo può essere aumentata o diminuita in modo che lo strumento possa essere impostato per misurare differenze di temperatura per valori alti o bassi di temperatura. Il termometro è dunque di tipo differenziale e non fornisce misure assolute di temperatura.
Una spiegazione del termometro di Beckmann si trova all’indirizzo:

https://www2.humboldt.edu/scimus/Instruments/Therm-Edser/BckmnThrm.htm

Una trattazione storica interessante e recente: Oesper Museum Booklets on the History of Chemical Apparatus N° 10, CLASSICAL MOLECULAR WEIGHT DETERMINATIONS W. B. Jensen, Oesper Collections University of Cincinnati 2015,
si trova all’indirizzo:

http://www.che.uc.edu/jensen/W.%20B.%20Jensen/Museum%20Booklets/10.%20Molecular%20Weights%20pdf.pdf

Esistono due tipi di apparecchi di Beckmann: l’ebullioscopio e il crioscopio.
L’ebullioscopio ha una protezione di amianto, poiché viene posto sulla fiamma di un becco Bunsen, come si vede in molte figure tratte dai libri di fine ‘800 e primi ‘900. Nelle figure d’epoca, oltre alla protezione interna fatta di amianto, tra la fiamma del Bunsen e il suo fondo vi è o una retina di metallo o uno strato di amianto.

Questo esemplare ha sul fondo un materiale biancastro non identificato fuso con una retina di metallo; tra la retina e il bicchiere è avvolto un tubetto di gomma. Il tutto è ben visibile nelle foto.
L’ebullioscopio viene impiegato per determinare il peso molecolare delle sostanze per mezzo della misura dell’innalzamento della temperatura di ebollizione della soluzione rispetto alla temperatura di ebollizione del solvente. Il recipiente ha tre tubi: in un tubo viene posto il termometro; in uno laterale si introduce il solvente e successivamente la sostanza da esaminare; il tubo centrale seve per un refrigerante atto a condensare i vapori del solvente. L’oggetto si pone sopra la fiamma di un becco Bunsen. In alcuni casi si usano due becchi Bunsen o fiammelle nella prima fse di riscaldamento.
All’indirizzo:

https://www2.humboldt.edu/scimus/Instruments/Therm-Edser/BckmnBpApp.htm

si trova una spiegazione del suo uso come ebullioscopio. In esso si trova la fig. 85.Per una trattazione esaustiva vedi anche all’indirizzo:

https://es.wikipedia.org/wiki/Propiedad_coligativa#Aumento_ebullosc%C3%B3pico

Il crioscopio è essenzialmente costituito nello stesso modo, ma non ha bisogno di retina di protezione né di amianto, come si vede nelle antiche figure (consultare le altre due parti). Viene impiegato per determinare il peso molecolare delle sostanze per mezzo della misura dell’abbassamento della temperatura di solidificazione della soluzione rispetto alla temperatura di solidificazione del solvente.
All’indirizzo:

https://docplayer.it/68180701-Dipendono-dal-numero-di-particelle-di-soluto-presenti.html

vi si trova una esauriente trattazione delle proprietà colligative e un cenno all’uso del crioscopio e dell’ebullioscopio di Beckmann.
Così come all’indirizzo:

http://www.brainkart.com/article/Measurement-of-freezing-point-depression-by-Beckmann-method_2766/

e all’indirizzo:

https://chemistry.stackexchange.com/questions/94451/determining-the-depression-in-freezing-point-experimentally

e all’indirizzo:

https://www2.humboldt.edu/scimus/Instruments/Therm-Edser/BckmnFPapp.htm

che riporta come molti altri la fig. 77
Per una trattazione esaustiva vedi anche all’indirizzo:

https://es.wikipedia.org/wiki/Descenso_criosc%C3%B3pico

All’indirizzo:

https://slideplayer.it/slide/5352652/

fra l’altro si descrive la determinazione dell’indice crioscopico del latte col crioscopio di Beckmann.
Dal Catalog M Physical & Chemical Apparatus May 1912 Central Scientific Company, Chicago. U.S.A. , abbiamo tratto le due pagine sul  sul termometro  e sul criscopio di Beckmann che si trovano all’indirizzo:

https://www.sil.si.edu/DigitalCollections/trade-literature/scientific-instruments/files/51680/

 

Le figure 8331, 8332 di pag. 285, 8556 di pag. 340 e 8584, 8585 di pag. 345, sono tratte dal catalogo:
Physical Apparatus, Baird & Tatlock LTD, London England, 1912,
che si trova al’indirizzo:

https://www.sil.si.edu/DigitalCollections/Trade-Literature/Scientific-instruments/CF/SIsingle-
record.cfm?AuthorizedCompany=Baird%20%26%20Tatlock%20%28London%29%20Ltd%2E

Per consultare le altre due parti scrivere: “Beckmann” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e ricerche di Fabio Panfili.
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Becco Bunsen


Becco Bunsen.
Per ragioni indipendenti dalla nostra volontà non abbiamo potuto consultare gli inventari d’epoca.
La storia, la struttura, il funzionamento e gli impieghi del becco Bunsen si trovano facilmente in rete.
Ad esempio agli indirizzi:

https://it.wikipedia.org/wiki/Becco_di_Bunsen

https://www.chimica-online.it/download/becco-bunsen.htm

https://chimica.campusnet.unito.it/didattica/att/ee4b.0840.file.pdf

da cui abbiamo tratto sia la spiegazione sia il suggestivo disegno originale a cui abbiamo apportato poi alcune modifiche per una migliore lettura.

Chi è interessato può vedere i saggi alla fiamma col becco Bunsen su You Tube.
Per consultare la scheda sulla Soffieria e becco Bunsen, scrivere “Soffieria” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni di Fabio Panfili.
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Soffieria e bruciatore a becco

Soffieria e  bruciatore a becco.
Per ragioni indipendenti dalla nostra volontà non abbiamo potuto consultare gli inventari d’epoca.
È evidente l’assenza di un tubetto per l’immissione.
“La soffieria utilizza aria compressa come comburente e permette di ottenere una fiamma più calda e concentrata rispetto al becco Bunsen”.
La soffieria è citata all’indirizzo:
https://chimica.campusnet.unito.it/didattica/att/ee4b.0840.file.pdf
dal quale abbiamo tratto il suggestivo disegno originale, a cui abbiamo poi apportato alcune modifiche per una migliore lettura, e l’incipit tra virgolette della scheda.
Una sorgente di Bunsen a due rubinetti ( o fiamma a soffieria di Bunsen e Gay-Lussac)” è mostrata all’indirizzo:
http://www.monci.it/HomoGubernator/Termologia/2T_Sorgenti%20di%20calore%20-%20Bunsen.htm
La storia, la struttura, il funzionamento e gli impieghi del becco Bunsen si trovano facilmente in rete.
Ad esempio agli indirizzi:
https://it.wikipedia.org/wiki/Becco_di_Bunsen
https://www.chimica-online.it/download/becco-bunsen.htm
da cui abbiamo tratto la foto delle fiamme
Chi è interessato può vedere i saggi alla fiamma col becco Bunsen su You Tube.
Per consultare la scheda sul becco Bunsen, scrivere “Bunsen” su Cerca.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e ricerche di Fabio Panfili.
Per ingrandire le immagini cliccare su di esse col tasto destro del mouse e scegliere tra le opzioni.