Bottiglia di Leyda
Numerose sono le bottiglie di Leyda elencate negli antichi inventari, molte non ci sono pervenute, un esemplare è molto rovinato.
Nella foto è ripresa una delle due bottiglie della macchina di Wimshurst.
L’invenzione risale al 1746 ed è attribuita a Pieter van Musschenbroek (1692-1761), professore a Leyda.
Secondo L. Fregonese, Andreas Cunaeus (1712-1788), un avvocato di Leyda, scoprì per primo gli effetti della bottiglia elettrica; questi poi ripeté l’esperimento con Musschenbroek che lo rese pubblico.
Secondo R. Pitoni “Probabilmente il canonico von Kleist … dopo aver elettrizzato dell’acqua col mezzo di un lungo chiodo di ferro, che traversava il collo della bottiglia tenuta in mano, fece per levare il chiodo coll’altra mano e ricevé una forte scossa”. Di seguito Pitoni afferma che Cunaeus volle ripetere l’esperienza. Anche F. Cajori attribuisce la scoperta a E. G. von Kleist avvenuta nel 1745 a Camin in Pomerania; mentre di Musschenbroek dice che fece la stessa scoperta nel 1746 e che Cuneaus, “uno dè’ suoi amici” partecipava ad un esperimento. B. Dessau attribuisce l’invenzione a Cunaeus e Kleist nel 1745.
Ma erano in molti in quell’epoca a tentare di imbottigliare letteralmente l’elettricità, convinti che questa fosse un fluido o quanto meno un insieme di granuli da poter rinchiudere e conservare.
La bottiglia di vetro era dapprima piena d’acqua, con un filo conduttore verso l’esterno. Pochi anni dopo l’acqua fu sostituita da due sottili fogli metallici che rivestivano uno l’interno e l’altro l’esterno della bottiglia.
Dispositivi come questo attualmente vengono chiamati condensatori per la loro “capacità” di accumulare le cariche elettriche.
La capacità di una normale bottiglia di Leyda non raggiunge il nF.
Le bottiglie di Leyda fanno bella mostra di sé nelle macchine elettrostatiche del tipo Wimshurst, come quella che si vede nella foto, molto usate ancora oggi nei laboratori scolastici. Sono inoltre parti essenziali nelle Bottiglie Sintoniche di Lodge e nell’Elettrometro di Lane.
Nella didattica è utile la bottiglia scomponibile, per mostrare che il dielettrico ha memoria del campo elettrico: il condensatore viene caricato, poi viene smontato e le armature vengono scaricate; una volta ricomposto, si può notare che esiste una carica residua da attribuire alla polarizzazione del dielettrico. Inoltre far conoscere la storia di questo primo condensatore serve per introdurre sia il concetto di potenziale sia quello di capacità.
La figura 788 è a pag. 831 di Elementary Treatise on Physics Experimental and Applied transalted from Ganot’s Éléments De Physique by E. Atkinsons, W. Wood & Co. New York 1910, rinvenibile all’indirizzo: https://archive.org/details/treatphysics00ganorich
Le figure 85-10, 85-15, 85-20, 85-40, sono a pag. 398 di A Catalogue of Physical Instruments catalogue 17 L. E. Knott Apparatus Company Boston 1912, rinvenibile all’indirizzo:
https://archive.org/details/catalogofphyinst00knotrich?q=Catalogue+of+Physical+Instruments.
Bibliografia.
AA.VV., PPC Progetto fisica, Zanichelli, Bologna 1986.
L. Fregonese, Volta, teorie ed esperimenti di un filosofo naturale, Le Scienze n°11, Milano 1999.
R. Pitoni, Storia della fisica, STEN, Torino 1913.
F. Cajori, Storia della fisica elementare, Zanichelli, Bologna 1908.
B. Dessau, Manuale di Fisica, Vol. III, S.E.L., Milano 1935.
G. Veroi, Elementi di elettrotecnica, Vol. I, U.T.E., Torino 1905, da cui è tratta la figura 654.
Foto di Federico Balilli, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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