Apparecchio per la misura della dilatazione termica lineare.
Nell`inventario del 1906, n° 825, è detto già esistente. Si stima di fine Ottocento.
Costruttore Lana ’a Turin.
Era utile per mostrare l`aumento della lunghezza della sbarretta di metallo quando veniva riscaldata alla fiamma. Come combustibile si usava l`alcol, posto nel serbatoio dove pescano gli stoppini.
È interessante il meccanismo che amplifica e visualizza la dilatazione.
Il serbatoio con gli stoppini può ruotare sui cardini per facilitare la carica dell’ alcol.
Si potevano fare confronti qualitativi sulla diversa dilatazione, avendo a disposizione una serie di sbarrette simili, costituite da vari metalli.
Una spiegazione, seppure molto approssimativa, della dilatazione dei solidi è la seguente.
L`energia ricevuta, fa muovere più velocemente gli atomi che, per urto, comunicano a quelli vicini una energia cinetica che ne aumenta la vibrazione. Questo li fa allontanare di più dal loro centro di vibrazione,
opponendosi così alle forze che tengono legati tutti i solidi. L`energia si propaga, per urti successivi tra atomi, a tutto il solido, pertanto, pur non rompendo questi legami, le distanze interatomiche aumentano. Tutto ciò è dovuto ad una asimmetria della curva dell`energia potenziale in funzione della distanza internucleare: la distanza media aumenta all`aumentare della temperatura e quindi dell`energia vibrazionale.
Bibliografia.
D. Halliday e R. Resnick, Fisica, vol. I, C.E.A. Milano 1982.
Ringrazio il Prof. Roberto Mantovani dell`Università di Urbino per avermi segnalato il nome del costruttore che è leggibile sul quadrante.
L’apparecchio è esposto al Museo MITI, su proposta di Fabio Panfili.
Foto di Daniele Maiani e di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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