Multimetro MPVA Officine Galileo Firenze, matr. N° EL 13135.
Curiosamente il numero di matricola è scritto a mano.
Nel lato inferiore dello strumento c`è una targhetta col numero D 1389 e infatti nell`inventario D del 1956, in data 5 dicembre 1963 e al n° 1389, si legge: “Galileo Firenze. Voltamperometro per c.c. e c.a. mod. MPVAH. ₤ 4800”.
Ma vi sono discordanze non trascurabili, poiché questo esemplare è un mod. MVPA e inoltre misura anche le resistenze!
Nello stesso inventario, al n° 1390 si legge: “Busta di cuoio per detto. ₤ 3800”. Per entrambi: “Destinazione: OIM (Remoli)”.
Poi ci risulta che lo strumento passò a Radiotecnica. L`insegnante tecnico pratico Marino Remoli nell`anno scolastico 1954-1955 (centenario dell`Istituto Montani) era addetto al reparto elettromeccanico delle Officine.
Si noti la strana lieve differenza di costo tra lo strumento e la sua custodia!
Nell’inventario D del 1956, in data 31 dicembre 1963 e al n° 3557- 62, si legge: “Officine Galileo Firenze Voltamperometri MPVAH” destinati a Fisica ed esistenti.
In attesa (molto lunga; ora corre l’anno 2023) di poter di nuovo accedere nel luogo ove sono custoditi gli altri sei
esemplari, presentiamo qui l’unico di cui disponiamo di molte foto.
Per inciso nell’inventario del 1937, in data dicembre 1949, al n° 1202 si legge: “Galileo – Firenze.
Voltamperometri tipo MPVAI N° 3 ₤ 17250 [di cui ignoriamo per ora la sorte N.d. R.], destinati al Laboratorio
Misure Elettriche”.
Sul quadrante vi sono tre scale. Quella in alto è per la misura delle resistenze; sotto vi è quella per le misure in C.C. e va da 0 a 30 divisioni, poi c`è lo specchietto per limitare l`errore di parallasse e ancora più sotto si trova la scala in numeri rossi per le misure in C.A. e va da 0 a 30. Sotto le scale al centro vi è il logo con la scritta: “OFFICINE GALILEO”.
A sinistra in basso i simboli CEI dicono che: in C.C. la classe di precisione è 1; lo strumento è a bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente; lo strumento durante la misura va posto col quadrante orizzontale ed è stato sottoposto ad una tensione di prova di isolamento di 500 V. Inoltre dicono che: in C.A. la classe è di 2,5 e alla bobina mobile viene aggiunto un raddrizzatore in serie; gli altri simboli sono identici. A destra in basso sempre sul quadrante, si legge: “TIPO MPVA EL 13135”.
Lo strumento in alto ha tre boccole-morsetti: A; V; +.
Sotto il quadrante un commutatore permette di scegliere le portate in corrente (A) in C.C. i numeri sono bianchi, in C.A. sono rossi e in tensione (V) in C.C. e in C.A. con le stesse colorazioni. Le portate in corrente C.C. sono: 0,003 ; 0,012; 0,06; 0,3; 1,2; 6 A; in C.A. sono: 0,015; 0,06; 0,3; 1,5; 6 A. Le portate in tensione C.C. sono: 1,2; 6; 30; 60; 120; 600 V e in C.A. sono: 1,2; 30; 150; 300; 600 V.. Poi c`è la posizione 0.
Di lato, a destra in basso c`è un commutatore che permette di scegliere tra C.C. e C.A., inserendo in quest`ultimo caso un raddrizzatore ad ossido, e nella finestrella (come si vede in alcune foto) appare il rispettivo simbolo.
Troviamo strano che lo strumento possa misurare fino a 600 V quando le prove di isolamento lo garantiscono fino a 500 Volt.
Sotto il quadrante si trova la vite che regola l`azzeramento dell`indice.
Per le misure delle resistenze si inserisce nel lato opposto l`accessorio visibile in alcune foto: esso ha quattro boccole, dal basso si leggono: “R ; × 1; × 10 ; × 100”.
In basso una manopola agisce sul potenziometro e permette di posizionare l`indice sullo zero della scala che, come al solito, si trova a destra; il potenziometro regola la tensione fornita dalla pila ben visibile nelle foto.
Secondo il testo citato in bibliografia, che riporta come esempio uno strumento multiplo con cella raddrizzatrice a ossido delle Officine Galileo sostanzialmente simile al nostro multimetro, questi tipi di strumenti sono abbastanza robusti sopportando un eventuale sovraccarico ma risentono delle variazioni della temperatura ambiente e dalla forma d`onda della tensione; il loro grado di precisione in genere è sotto il 4 %. Inoltre hanno il pregio di presentare un basso autoconsumo in quanto possono offrire resistenze interne da 1000 a 2000 ohm per volt.
Al solito questi strumenti ad uso multiplo hanno come misuratore un millivoltamperometro magnetoelettrico corredato a monte dalla cella raddrizzatrice (che si può escludere), da una serie di resistenze derivatrici di corrente per le misure amperometriche e da una serie di resistenze addizionali per la portate voltmetriche.
L’ultima foto è di un altro multimetro, con le stesse caratteristiche, di matricola N° EL 28840.
Bibliografia: L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica- Misure Elettriche, CEDAM, Padova 1962, pag. 161.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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