Milliamperometro e millivoltmetro Siemens & Halske, matr. N° 3064776.
Nell`inventario D del 1933/1937, al n° 505, si legge: “Milliamperometro – S. H. – m. e. – 10 m A – 100 mV – Quantità 1. £ 100. Prima destinazione – (Lab. Radio)”.
Il valore ₤ 100 non è attendibile, in quanto dato dall’estensore dell’inventario a molti strumenti di cui evidentemente ignorava il costo.
Una etichetta sul lato anteriore a sinistra reca la scritta: “R. ISTITUT…Ra Scuola S.”. Dove “R” sta per “Regio” (oltre al numero di matricola e al numero di inventario) conferma che la data dell`acquisto risale ai primi anni Trenta del Novecento.Sul quadrante si osservano: due scale, con portate di 10 e 30 fondo scala; lo specchietto per limitare errori di parallasse; il numero di matricola; il logo della ditta; il simbolo “=” che sicuramente indicava il suo funzionamento in C.C. (si trova anche in strumenti più recenti); il simbolo indicante che l`equipaggio è bobina mobile immersa nel campo di un magnete permanente; un altro simbolo, non facente parte delle attuali norme CEI, il quale forse significa che lo strumento va usato in posizione orizzontale (ma secondo le norme CEI indica il funzionamento in C.C.) e, per finire, la stellina rossa che forse si riferisce alla tensione di prova di isolamento a cui esso è stato sottoposto.
Questa stellina compare spesso negli strumenti risalenti agli anni Venti del Novecento.
Sotto la targhetta ovale, posta sotto il quadrante, dove si leggono le portate e di nuovo il simbolo “=”, si trova la vite che serve per azzerare l`ago.
In basso a sinistra dsi legge il numero 114 che forse corrispondeva ad un elenco andato perduto. Il suo numero di matricola lo fa ritenere più antico di un milliamperometro molto simile costruttivamente la cui data di acquisto risale ai primi anni Trenta del Novecento.Come si vede nella foto, abbiamo trovato uno shunt Siemens matr. L59R1-139 a corredo dello strumento, visibile nella relativa scheda (scrivere “L59R1-139” su Cerca), che è stato acquistato molto tempo dopo, ma non è stato trovato negli inventari; un’altra foto è riportata qui sotto.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo di Fabio Panfili.
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