Thermokreuz im Vakuum (croce termoelettrica nel vuoto) Siemens & Halske. Terza parte.
Per ampliare l`illustrazione del piccolo dispositivo ricorriamo ad un riferimento trovato in due testi molto usati negli anni sessanta del Novecento al Montani: L. Olivieri ed E. Ravelli, Elettrotecnica, vol. I, CEDAM, Padova 1959, pagg. 345 e 346; L. Olivieri e E. Ravelli, Elettrotecnica-Misure elettriche, Vol. III, CEDAM, Padova 1962, pagg. 139 e 140.
Nel volume primo si legge: «Un`altra applicazione importante e caratteristica è quella di ricondurre la misura di una corrente alternata o comunque variabile di piccola intensità, alla misura di una corrente continua, che riesce più agevole data la maggior sensibilità del galvanometro magnetoelettrico in confronto dei galvanometri per corrente alternata. Serve allo scopo la cosiddetta croce termoelettrica rappresentata in fig. 4-223. Essa si compone di due fili molto sottili di metallo diverso AA1 e BB1 allacciati a cappio in a e saldati. Alla corrente alternata da misurare si fa percorrere il circuito (A e B) e in tal modo essa riscalda il contatto in a: ai due morsetti A1 B1 si collega il galvanometro il quale viene attraversato così dalla corrente continua dovuta alla f. e .m. termoelettrica. – Usando fili sufficientemente sottili tale dispositivo risulta sensibilissimo».
Nel volume secondo si legge: «Gli amperometri a filo caldo tendono sempre più ad essere sostituiti con gli amperometri termoelettrici risultanti dalla riunione di un milliamperometro magnetoelettrico con una coppia termoelettrica riscaldata dalla corrente da misurare».
Dopo averne descritto il funzionamento, su cui ci siamo a lungo soffermati nelle parti precedenti, il testo continua:
«Con questo semplice artificio si ha dunque il vantaggio di poter misurare anche le correnti alternate ad alta frequenza con uno strumento che ha tutti i pregi di sensibilità e compattezza degli strumenti magnetoelettrici per corrente continua. In queste condizioni il grado di precisione della misura viene a dipendere prevalentemente dalle caratteristiche di taratura e di costanza nel tempo del complesso termoelettrico: questo viene generalmente costituito da un riscaldatore in manganina e da una termocoppia formata da un filo di rame e uno di costantana. Le difficoltà maggiori si incontrano per combattere gli errori dipendenti dai moti convettivi dell`aria ambiente che possono variamente alterare, a pari corrente riscaldante, la temperatura del giunto caldo, e del giunto freddo, nonché gli effetti di eventuali sopraelevazioni accidentali di temperatura nei terminali del riscaldatore. Per le piccole portate tutto il complesso termoelettrico può essere convenientemente racchiuso entro un`ampolla in vetro in cui si pratica il vuoto».
Vedi la figura 1- 62.17.
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Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni e testo a cura di Fabio Panfili.
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