Frequenzimetro elettronico Allocchio Bacchini & C. Milano Mod. 1774 N° 54320.
Nell’inventario D del 1937 in data 3 luglio 1951 al n° 1326 si legge: “D.E.A.R. Milano. Frequenziometro elettronico mod. 1774 Allocchio Bacchini. Campo di frequenza da ca. 10 Hz fino a 100 kHz in cinque portate, aventi valori di fondo scala 200 Hz (0,2 kHz) , 1kHz, 5, 20, 100 kHz – campo di tensione: 0,5 / 100 V. ₤ 125000. Destinazione Rad.”.
Negli archivi della sezione Elettronica, curati dall’ing. Claudio Profumieri, c’è un dattiloscritto di 4 pagine del quale mostriamo la prima pagina poiché reca il timbro dell’Istituto con la data: 21 novembre 1950.
§§§Riportiamo qui un riassunto delle istruzioni.
Per l’epoca questo tipo di frequenzimetro aveva il vantaggio di poter effettuare misure su una gamma molto più estesa dei frequenzimetri elettromeccanici, con un assorbimento di potenza trascurabile. La tensione alternata, di cui si vuole misurare la frequenza, viene trasformata in onda alternata rettangolare di ampiezza costante. Questa comanda un tubo elettronico funzionante da interruttore che produce la scarica di un condensatore, caricato ad una certa tensione. Detta scarica avviene con la stessa frequenza della tensione oggetto della misura. Il valore medio della corrente di scarica del condensatore, misurata dallo strumento in C.C. visibile nelle foto, è proporzionale alla frequenza da misurare; quindi lo strumento è tarato in Hz. La portata può essere variata cambiando il valore della capacità del condensatore.
Le sue caratteristiche tecniche sono:
1) Gamma di frequenza: da circa 10 Hz fino a 100 kHz in cinque portate con valori f.s. di 200; 1 kHz; 5 kHz; 20 kHz; 100 kHz.
2) Gamma di tensione: da 0,5 a 100 V circa.
3) Precisione minore del 2% del valore di f.s. per la gamma di tensioni indicata. L’errore aumenta per tensioni minori di 0,5 V ( 3% per 0,3 V; 8% per 0,1 V).
4) Tubi elettronici: un pentodo 1851 RCA; un pentodo EL3 Philips; due doppi diodi 6X5 Fivre; uno stabilvolt STV 280/40.
5) Alimentazione: 110; 125; 140; 160; 220 V.
Istruzioni per l’uso:
1) Controllare che il cambio tensioni sia nella posizione desiderata aprendo lo sportello posteriore [vedere le foto].
2) All’accensione si accenderà la lampada spia e dopo circa 30 secondi lo strumento è pronto. [Per chi non conosce gli apparecchi a tubi elettronici questo è appena il tempo minimo per il riscaldamento del filamento N.d.R.].
3) Controllo dell’azzeramento. Quando il pulsante di taratura, posto a destra sul pannello frontale, è sporgente e non bloccato nella posizione di taratura e in assenza di segnale in ingresso, l’indice deve segnare zero. In caso contrario bisogna aprire lo sportello posteriore e regolare il potenziometro al centro [vedere foto, N.d.R.].
4) Controllo della taratura. Premere il pulsante della taratura e manovrare la manopola di taratura in modo da portare l’indice dello strumento sul trattino rosso al centro della scala dello strumento indicatore, poi bloccare il pulsante in posizione di taratura, ruotandolo di un tratto di giro. Sia durante il controllo dello zero, sia durante le misure il pulsante deve essere in posizione sollevata.
5) Esecuzione delle misure. Il commutatore di portata deve essere posizionato intorno al valore atteso; nel caso non si conosca tale valore si inizi dalla posizione 100 kHz. Notare che il morsetto inferiore è messo a massa e quindi il segnale da misurare deve avere un polo a terra. Sullo strumento indicatore vi sono tre scale e dunque la lettura è diretta, a meno di un fattore di potenza 10 da usare tenendo conto della posizione del commutatore.
§§§Sul quadrante dello strumento indicatore si legge che: esso durante la misura va posto in verticale; l’equipaggio mobile è immerso nel campo di un magnete permanente e quindi misura in C.C.; la classe è 1: lo strumento è stato sottoposto ad una tensione di 500 V. Il suo numero di matricola è 257521 e il modello è M.R.R.C.
Foto di Claudio Profumieri, elaborazioni, ricerche e testo a cura di Fabio Panfili.
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